I Bastardi di Pizzofalcone: intervista al cast della serie Rai

Il 2016 è stato un anno ricco di novità per il settore cinematografico e televisivo a livello internazionale, ma anche il suolo nazionale è stato protagonista di prodotti altrettanto validi. Il 2017 certamente non sarà meno brillante e a dimostrarlo sono le prime fiction targate Rai che andranno in onda a partire da gennaio; una di queste è I Bastardi di Pizzofalcone, storie tratte dallo scrittore Maurizio de Giovanni.

In occasione della sua uscita programmazione per il 9 gennaio su Rai1, abbiamo incontrato la “squadra” composta Alessandro Gassman, Carolina Crescentini, Gioia Spaziani, Massimiliano Gallo, Tosca D’Aquino, Antonio Folletto, Simona Tabasco, Gennaro Silvestro e Gianfelice Imparato insieme ad il regista Carlo Carlei e lo scrittore di gialli Maurizio de Giovanni.

Carlo, nei Bastardi di Pizzofalcone, cos’ hai cercato di tirar fuori dalla tavolozza e rumori di Napoli? 

C: Ad essere sincero, non ero mai stato a Napoli. Vivendo a Roma ed emigrando in America, Napoli è stata per me solo una meta di passaggio. Quando ho fatto i sopraluoghi avevo un occhio completamente vergine. Napoli è una città che mi ha conquistato letteralmente. Le altre serie hanno raccontato di questa città come un atomo leopardiano , il cui centro è un male che cova, ma quando vai a Napoli ti trovi di fronte a un’atmosfera differente. Resti affascinato dalle luci, colori e l’intero patrimonio napoletano sia per i suoi paesaggi e sia per la sua stratificazione architettonica.

La più grande ricchezza di Napoli, sono però i napoletani stessi che ci hanno accolto con molto calore. È stata una delle mie esperienze più belle proprio perchè ho riscoperto un popolo eccezionale e a tal proposito mi auguro che la serie riesca a raccontarlo perchè è sbagliato percepire attraverso pregiudizi un’intera città solo per una piccola minoranza che ne rovina la reputazione. 

In genere lo scrittore è legato ai suoi personaggi attraverso una sorta di “cordone ombelicale”. Maurizio, tu hai ritrovato in Gassman, Crescentini e l’intera squadra i personaggi da te inventati?

M: In verità li ho trovati migliorati perchè sono riusciti a dare spessore e rotondità ai miei personaggi. Gli attori sono tutti perfettamente nel ruolo e io sono felice di essere riuscito a partecipare in prima linea a questo lavoro.

E proprio tu Alessandro (Gassman), in questo caso più del solito, attraverso sguardi e osservazioni, sei riuscito ad entrare perfettamente nel ruolo.

A: Io credo che sia molto importante che la Rai abbia iniziato ad attingere alla letteratura contemporanea per realizzare opere televisive. Spero di essere entrato davvero nel personaggio di LoJacono in quanto lui è molto complesso. LoJacono riesce ad entrare nella psicologia dei personaggi, essendo molto attento ai minimi dettagli, che lo porteranno a risolvere il caso. Dietro a un grande uomo però si nasconde un aiuto e questo è dato da una squadra grande e in questo momento mi riferisco anche agli attori professionisti con il quale ho lavorato.

Invece Carolina (Crescentini), il tuo personaggio di Laura Piras, ha un rapporto conflittuale e passionale al contempo stesso con quello di Gassman…

Crescentini: Laura Piras è una donna forte in grado di riuscire ad ottenere rispetto da tutti gli uomini. Quasi come uno scherzo del destino, si incontra con questo distretto di Pizzofalcone in cui i poliziotti vengono esiliati lì a seguito di qualche piccolo incidente che li hanno fatti allontanare in questo piccolo posto. Lei però ne riscopre un’intelligenza e le affida casi complessi. Siamo di fronte non solo a un poliziesco ma anche a personaggi ambigui che fanno un lavoro difficile con un vissuto complesso. È vero, hanno dei pensieri complessi e sgradevoli, ma veri e non rinunciano mai alla propria umanità.

In questo primo episodio, intravediamo il ritratto dei personaggi soprattutto quello di Gassman che vive questo drammatico rapporto con la figlia da padre separato. Alessandro, hai lavorato maggiormente su questa parte o su quella investigativa?

A: LoJacono ha più capacita nel risolvere casi di omicidio che quelli sulla sua propria vita personale alle prese con una figlia che non lo vuole più sentire. Maurizio con le sue descrizioni ci fa capire il percorso psicologico dei personaggi, non si sofferma su semplici omicidi ma anche sulla vita dei protagonisti.

Nei Bastardi di Pizzofalcone, vi è una forte attenzione alla descrizione dello contesto nel quale i personaggi si radicano. Carlo, più nello specifico quanta importanza le hai dato?

C: All’inizio sono rimasto molto colpito nel leggere romanzi ambientati a Napoli che non trattassero di camorra. Mi sono confrontato con le sceneggiatrici e Maurizio stesso, Napoli è una realtà parallela perché influenza la vita di tutti i cittadini intrinsecandone la propria vita da routine ad omicidi passionali. Casi che potrebbero essere ambientati in altre città, ma a Napoli vi è una componente che rende uniche le dinamiche fra le persone.