Fratelli Unici: recensione del film con Luca Argentero e Raoul Bova

Fratelli Unici è una commedia di Alessio Maria Federici del 2014 con Raoul Bova, Luca Argentero, Carolina Crescentini e Miriam Leone.

Pietro (Bova) è un rispettato, egocentrico ed altezzoso chirurgo. Suo fratello Francesco (Argentero), è uno stuntman scapestrato, perennemente al verde e un inguaribile Don Giovanni in guerra psicologica con la vicina di casa, la bella Sofia (Leone). Il rapporto tra i due fratelli è pessimo, se non inesistente, ma un giorno Pietro è vittima di un incidente d’auto.

L’uomo perde completamente la memoria: non riconosce il fratello, men che meno la ex moglie Giulia (Crescentini) o la figlia Stella (Eleonora Gaggero). Oltre alla perdita di memoria, Pietro regredisce, raggiungendo la stessa consapevolezza che avrebbe un bambino di 5 anni. Dovrà essere il fratello Francesco, d’ora in poi, a prendersi cura di lui.

Fratelli Unici

Fratelli Unici: commedia delle buone intenzioni, con scarsi risultati

Fratelli Unici, purtroppo, è l’ennesima sciocca commediola italiana. Mentre da un lato stiamo assistendo a meravigliosi tentativi di rilancio del cinema nostrano con drammi e commedie originali, intelligenti e di qualità, dall’altro resiste questo zoccolo duro tremendamente mediocre. Il film fa parte di quel gruppo di pellicole che fanno pensare agli spettatori italiani che il nostro cinema sia, ormai, da buttare.

Il film di Federici ci prova con tutte le sue forze, ma non è niente più di una tipica commedia italiana delle buone intenzioni. Mentre la regia è semplice e lineare, senza infamia e senza lode, insomma, è la sceneggiatura (scritta da Luca Miniero ed Elena Bucaccio) a mancare di originalità, mordente e, purtroppo, senso. Dall’inizio alla fine della pellicola, rimaniamo spiazzati da troppe domande che non troveranno mai una risposta, da incongruenze evidenti nella trama e, soprattutto, da siparietti sì simpatici, ma terribilmente mediocri e scontati.

Fratelli Unici

Mentre certi errori sono palesi e, quasi, sorprende che siano sfuggiti – pensiamo, per esempio, al fatto che Pietro e Giulia siano separati da tre anni, ma che la donna conviva con il nuovo compagno Gustavo (Sergio Assisi) da cinque – altri sono dei veri e propri buchi narrativi che non trovano una spiegazione logica. Perché Francesco non spiega a Pietro dell’incidente? Perché Giulia non vuole parlare con Pietro nonostante i due condividano una figlia? Insomma, un’indecisione dopo l’altra che, forse, con la giusta spiegazione avrebbero trovato un senso.

Fratelli Unici: le interpretazioni dei protagonisti

A soffrire di queste mancanze è l’interpretazione dei protagonisti che, davvero, non riescono ad essere convincenti. Luca Argentero e Raoul Bova faticano a rendere godibili le gag del film che, per la maggior parte (con qualche piccola eccezione) sono troppo deboli. La parte del playboy di Argentero si trasforma in una macchietta e Bova da smemorato diventa – come troppe volte viene chiamato nelle pellicola – un “demente“.

L’interpretazione delle protagoniste femminili, Carolina Crescentini e Miriam Leone, d’altro canto, raggiunge la sufficienza. Le due riescono a superare i limiti narrativi dei personaggi costruendo dei ruoli quasi credibili, ma dovendo puntare tutto sulla vulnerabilità femminile. L’ex moglie Giulia ha, per tutto il film, un atteggiamento schizofrenico, mentre la vicina di casa Sofia è un’inguaribile romantica con dialoghi eccessivamente buonisti e zuccherosi.

Fratelli Unici

A salvarsi dal naufragio è la colonna sonora curata da Umberto Scipione, in cui troviamo la canzone originale Cosa c’è, scritta da Paolo Buonvino, Malika Ayane (interprete del brano) e Marco Guazzone. La musica accompagna la narrazione, forse con troppa enfasi (a momento triste corrisponde troppo eccessivamente una musica triste e così via), ma con brani interessanti.

Insomma, Fratelli Unici non raggiunge, nonostante tutti gli sforzi, la sufficienza. Non è escluso che, in cerca di un momento di svago leggero, qualche spettatore trovi il film apprezzabile, ma la probabilità che questo accada, non è proprio alle stelle.

Regia - 3
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 1.5

2.7