Roma FF11 – La Tartaruga Rossa: intervista al premio Oscar Michael Dudok de Wit

È stato presentato oggi, nel penultimo giorno dell’ undicesima edizione della Festa del cinema di Roma, l’ultima opera del regista olandese Michael Dudok de Wit : La Tortue Rouge  (La Tartaruga Rossa).

Noi di Cinematographe abbiamo avuto modo di intervistare il regista premio Oscar che, qui di seguito, ci racconta l’intensità del legame tra uomo e natura, tema de La Tartaruga Rossa.

 Questa coesistenza tra natura e uomo, un uomo che scopre le proprie origini, è una scelta metaforica richiamante la società contemporanea?

M: Non è stata mia intenzione dare un messaggio a questo film perchè sarebbe diventato troppo didascalico e a me non sarebbe piaciuto. Il mio modo di comunicare ed esplorare il rapporto tra esseri umani e natura è più sottile. Io sono cresciuto stando a contatto con la natura, mi è capitato spesso di fare lunghe passeggiate nel bosco e ho sempre ritenuto questo rapporto con la natura normale, soltanto dopo ho scoperto che noi ne viviamo completamente distaccati. Ad esempio il protagonista del mio film inizialmente ostacola gli elementi della natura che lo circondano perché è profondamente infelice nella sua posizione, però mano a mano che la storia si sviluppa torna a farne parte.


Qual è per te il vero valore simbolico della tartaruga rossa?

M: In realtà il film non spiega il titolo della Tartaruga Rossa, mostra semplicemente il suo contesto nella natura. E’ un animale che può essere aggressivo ma non ha intenzione di fare male ad altri esseri. Il film la mostra con rispetto, esaltandone la bellezza e non è tanto importante il rapporto che l’uomo stabilisce con questo animale quanto la relazione con la natura stessa. Sono molto consapevole di non poter creare un alone di mistero gratuitamente ma darti una giustificazione in alcune scelte che vengono concepite. Per me l’importante era parlare della bellezza di questo film, il mistero che ruota attorno alla tartaruga e accettare quello che capita ai protagonisti. La principale metafora della tartaruga è che proprio come l’uomo, fa parte della natura.

Il mistero che avvolge la Tartaruga Rossa è il suo mutismo. Perchè abbracciare questa forma di mutismo per tutto il film?


M: 
Inizialmente alcuni dialoghi c’erano, in particolar modo tra l’uomo e la donna quando arriva il bambino. Dopo due anni di lavoro ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura con una collega la quale fin da subito, insieme, abbiamo notato che i dialoghi non funzionavano e non riuscivamo a trovarne altri più adatti, così alla fine anche anche se abbiamo dovuto modificare la struttura narrativa, abbiamo deciso di eliminarli completamente. Sicuramente è stata la scelta più giusta.