Le leggi del desiderio: recensione

Silvio Muccino ritorna sul grande schermo dopo cinque anni d’assenza con Le leggi del desiderio, film che rappresenta la sua terza direzione e di fatto l’esame di maturità per l’attore. Nel complesso la pellicola prodotta e distribuita da Medusa è soddisfacente anche se adombrata un po troppo da un linguaggio scrurrile a volte eccessivamente forzato, tuttavia l’argomentazione è interessante e la tematica trattata è quanto mai attuale. Cinque anni dopo l’ultimo film troviamo un Muccino più maturo e consapevole dei sui mezzi, non solo a livello scenico ma anche a livello personale. Definito propriamente “l’ultimo dei romantici” visto il suo grande attaccamente alle tematiche familiari e amorose, Muccino ci racconta attraverso gli occhi del Life Coach Giovanni Canton una delle tante figure figlie della crisi del nuovo millennio.

Le leggi del desiderio

Silvio Muccino è Giovanni Canton

Al centro della trama la tematica del desiderio, primo motore mobile dell’esistenza di ciascun individuo. Ma cos’è il desiderio? È una forma mentis perversa e a tratti spaventosa che ci trasforma e modifica pur di riuscire a soddisfarlo. Questo è l’assunto fondamentale del film, modificare se stessi e la propria reltà pur di raggiungere i propri sogni, e secondo Giovanni Canton (Muccino) ogni desiderio è raggiungibile attraverso precise teorie e tecniche comportamentali. Il piacere, il lusso, il potere, il successo e l’amore sono obbiettivi racchiusi in un formulario quasi matematico scardinabile attraverso modifiche basilari dell’esistenza di ciascun individuo. Considerato da molti come un nuovo profeta e da altrettanti come un imbroglione Canton dovrà dimostrare ad un gruppo di scelti su prova che le sue teorie sono davvero applicabili per realizzare ogni tipo di sogno. il team gestito da Canton vedrà Matilde (Grimaudo) una giovane ragazza single ma innamorata di un uomo sposato, Ernesto (Mattioli) sessant’anni superati e senza un più lavoro ed infine Luciana (Signoris) una donna che ha visto la sua vita perdere tono e colore diventando una colf senza stipendio per il marito e una devota donna di chiesa. I sogni di questi tre personaggi sono su piani differenti, Matilde sogna un marito, Ernesto un lavoro e Luciana di scrivere romanzi d’amore (più erotici che d’amore). Riusciranno con la guida di Canton queste tre figure a realizzare i loro sogni?

Le leggi del desiderio

Silvio Muccino dietro la macchina da presa

Muccino è riuscito ad assemblare una pellicola divertente e innovativa a livello tematico, una commedia che riesce anche a far riflettere sul vero significato della parola desiderio. Resta tuttavia un linguaggio che a tratti risulta inutilmente pesante e volgare. Le leggi del desiderio è un film più che discreto che ha il grande merito di far ridere su tematiche attuali e sulle quali è difficile abbozzare anche un timido sorriso.

Giudizio Cinematographe

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.2
Recitazione - 2.7
Sonoro - 2.2
Emozione - 2.7

2.5

Voto Finale