L’ultimo bacio: recensione del film di Gabriele Muccino

Carlo (Stefano Accorsi) e Giulia (Giovanna Mezzogiorno) sono una coppia in procinto di avere un bambina. Lei è romantica e determinata, lui – alla soglia dei fatidici trent’anni – vive una crisi esistenziale che lo fa sentire svuotato di entusiasmi e sentimenti nei confronti della futura moglie. Ad un matrimonio conosce Francesca (Martina Stella), una diciottenne sognatrice e naturalmente immatura, con la quale flirta creando in lei immediate illusioni.

L’ultimo bacio è un film del 2001 che ha consacrato al successo il regista Gabriele Muccino.

Nel frattempo il gruppo di amici di Carlo è contemporaneamente travolto da crisi di natura diversa: Adriano (Giorgio Pasotti) è in difficoltà con la moglie Livia (Sabrina Impacciatore) da cui ha da poco avuto un figlio e rimugina circa la voglia di andarsene di casa e cambiare vita. Paolo (Claudio Santamaria) è depresso a causa del padre malato e dell’abbandono da parte della fidanzata Arianna (Regina Orioli). Alberto (Marco Cocci) passa da un’avventura all’altra, incapace di creare legami stabili. Marco (Pierfrancesco Favino) è quello equilibrato e sereno, che cerca di placare le debolezze degli amici.

l'ultimo bacio

La situazione tra Carlo e Giulia precipita quando durante la visita di condoglianze a Paolo per la morte di suo padre, Adriano non copre Carlo, assente perché con Francesca. A quel punto Giulia, su tutte le furie, lo caccia fuori di casa dicendogli che è finita per sempre. Carlo, allora, dopo una sola notte d’amore (per lui solo di sesso) con Francesca, si decide a riconquistare Giulia – la quale è tornata a vivere con i suoi genitori, provando a farsi perdonare in tutti i modi.

Saranno proprio i genitori di Giulia ad aiutare Carlo, nonostante loro stessi siano in un momento di crisi dovuto alla voglia di Anna (Stefania Sandrelli) di sentirsi ancora giovane e piacente, trovando rifugio tra le braccia di Eugenio (Sergio Castellitto) una vecchia fiamma conosciuta prima del marito, lo psicologo Emilio (Luigi Diliberti).

Contemporaneamente allo sviluppo della storia dei trentenni, quella dei cinquantenni, e in particolare del triangolo che coinvolge Anna, Eugenio ed Emilio, risulta un tantino debole e penalizzata dall’irruenza che il cast più giovane ha nell’economia generale del racconto.

L'ultimo bacio

L’ultimo bacio è un film frenetico, dal ritmo volutamente incalzante e dai movimenti di macchina precisi quanto macchinosamente scattanti, in questo Muccino è bravissimo.

È sbagliato credere che L’ultimo bacio racconti una storia d’amore: dell’amore di Carlo e Giulia, della passione prima della crisi noi spettatori non vediamo nulla, piombando subito nelle indecisioni e nel vero sentimento protagonista del film: la paura. Carlo ha paura di crescere, successivamente ha paura di perdere Giulia e la vita che aveva pianificato assieme a lei. Tutti i protagonisti hanno paura delle responsabilità e dei sentimenti, dai più giovani fino ad Anna, alla quale tocca un timore scontato e genuino: la paura di invecchiare.

Il film è diretto bene, gli attori sono amalgamati bene – Giovanna Mezzogiorno e l’acerbo Claudio Santamaria spiccano, mentre Martina Stella rimane impelagata nell’interpretazione irrilevante di un ruolo rilevante seppur esiguo. Stefano Accorsi si dimostra immedesimato e compenetrato con Carlo, nel monologo finale quando la vicenda è risolta la voce che racconta gli ultimi sviluppi è di una serenità impensabile. Una serenità chiamata a coprire la rassegnazione di quei giorni, quando la vita – in termini pratici con un matrimonio e un figlio – si compie.

l'ultimo bacio

L’ultimo bacio non è un film generazionale come molti suppongono ma un film che si regge sul cast e sulla regia, non sullo snodo della sceneggiatura che – purtroppo – propone una morale inopportuna e non strettamente funzionale.

L’ultimo bacio è quindi intenso di movimenti, di paure, di interrogativi che propone stereotipi in maniera lineare, che non smonta meccanismi insiti nella società. Lo fa volutamente e ci riesce, anche quando viene visto a distanza di anni.

Regia - 4
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4.5
Emozione - 3

3.8