Noi e la Giulia: recensione

Buona la terza! Questo è il più facile degli assiomi se si pensa al nuovo film di Edoardo Leo Noi e la Giulia, prodotto da Warner Bros. Il giovane regista, alla sua terza direzione filmica diverte e fa riflettere molto sul tempo in cui viviamo. La commedia perfetta? Quasi. Attorniato da un cast di prim’ordine che vede la presenza di Luca Argentero, Carlo Buccirosso, Claudio Amendola, lo stesso Leo, Anna Foglietta e Stefano Fresi, il film risulta scorrevole come non mai ed è una saggia occasione di approfondimento sul tema del fallimento. Basti pensare all’hashtag inerente al film presente sui principali social: #pianoB. Verrebbe da dire dunque cinque personaggi in cerca di autore ed autorialità, cinque figure che nel loro campo rappresentano i fallimenti e il tentativo di riconciliarsi con la vita di ogni giorno, non solo lavorativa. Diego è un agente di vendita di auto, insoddisfatto del proprio lavoro, Fausto è un venditore televisivo che rappresenta tutto il negativo e lo stereotipo della nostra società, Claudio ha portato al fallimento il negozio storico di gastronomia ereditato dalla famiglia e Sergio è il comunista sessantottino che più di tutti porta in alto l’onore del gruppo, ma in cuor suo sa di avere un fallimento alle spalle, quello di cattivo padre.

Noi e la Giulia

Il gruppo del Casale

La storia del film è tratta dal romanzo di Fabio Bartolomei “Giulia 1300 e altri miracoli” dove il vero protagonista è un antico casale, acquistato a prezzo irrisorio da tre (poi successivamente quattro) “amici per caso”, potremmo definirli. Quattro persone che decidono di unire i loro sforzi economici per l’acquisto e la riconversione ad agriturismo dell’immobile. Il problema più grande è però quello che si presenta nell’immediata post acquisizione: la malavita. Un camorrista (Buccirosso) si presenta nella proprietà in cerca del pizzo, ma la scaltrezza e la tenacia di Sergio (Amendola) fanno si che il malavitoso tizio finisca per diventare ostaggio del gruppo. Come poi lentamente uscirà fuori dalla storia, Vito (Buccirosso) è in realtà un emarginato, un fallito camorrista che conta davvero poco all’interno dei clan. Questo lo porta di fatto ad unirsi assieme ai quattro amici, in simpatiche gag con la sua Giulia 1300, seppellita nella buca per la piscina e con un difetto a dir poco esilarante: una radio difettosa che si attivava involontariamente. Ad unirsi al gruppo arriva infine Elisa (Foglietta), una dolce ragazza incinta, abbastanza sbadata. La Giulia nel film rappresenta il vero punto focale della trama, è la croce e la delizia del team. Porterà il tutto esaurito nell’agriturismo ma anche tante sventure, la più grande è proprio la richiesta estorsiva del pizzo mafioso. Riuscirà il gruppo a desistere dalle intimidazioni e ad andare avanti?

Noi e la Giulia

Il seppellimento della Giulia di Vito

Noi e la Giulia è un film vero e genuino (come la terra Lucana dove è ambientato) pulito e riflessivo che mostra i difetti del nostro paese sotto una leggera ma molto accurata lente d’ingrandimento. Il tono della commedia è frizzante e ben gestito, non risultano esserci cali di tensione o pathos nella pellicola e la fotografia è davvero ben gestita. È difficile dare a un film comico un tono serio e arguto, ma Leo riesce a farci ridere senza mai scadere nell’inutile volgarità o nella forzatura. Resta il lavoro di un regista giovane e preparato in grado di creare una sceneggiatura gradevole alla vista, alla mente e ai sensi. I sogni e i fallimenti di generazioni diverse accorpati in un luogo ameno e quasi redentore in grado di fornire all’uomo una seconda opportunità, un piano B. Ben fatto!

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.2
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.2
Sonoro - 3.2
Emozione - 3.5

3.4

Voto Finale