Independence Day: Rigenerazione – recensione del film di Roland Emmerich

Dopo lo strepitoso successo dell’originale Independence Day del 1996 di Roland Emmerich torna nelle sale, a partire dall’8 settembre, l’atteso sequel targato 20th Century Fox, Independence Day: Rigenerazione. Sono passati esattamente 20 anni da uno dei pilastri della fantascienza action dello scorso secolo ma nessuno sembra aver dimenticato le azioni leggendarie di personaggi epici come Bill Pullman e Jeff Goldblum, azioni che non valsero il favore della critica ma che riuscirono a scaldare i cuori del pubblico.

In un’era cinematografica dove a farla da padrone sono la voglia di serialità e il mantenimento in vita di saghe epiche, Emmerich decide di rispolverare le sue armi migliori: i disaster movie.

Dopo aver stupito il mondo con il mostro Godzilla e con gli apocalittici The day after tomorrow e 2012, il regista di Stoccarda, dopo una breve parentesi extra genere, è tornato a dedicarsi al sequel di uno dei suoi migliori prodotti cinematografici, lo sci fi demolitivo. Già, perché anche nelle precedenti opere di Emmerich la contaminatio generis è sempre stata lapalissiana, il disaster movie si è sempre confrontato con la più pura fantascienza, dove l’assenza di uno dei due elementi sarebbe stata fatale per il prodotto conclusivo.

Independence Day: Rigenerazione è un sequel che rispecchia in maniera quasi speculare i punti di forza e le debolezze del primo film. Le manchevolezze di una sceneggiatura non particolarmente rifinita fanno da giusto contrappeso cinematografico a un comparto tecnico sbalorditivo e a una narrazione lineare e speculare al film del 1996.

Roland Emmerich torna nel genere dove fu padre e padrone

Si sono messi contro il pianeta sbagliato

Insomma film che vince non si tocca, è questo il motto che avranno usato Roland Emmerich e Dean Devlin, autori della sceneggiatura e del soggetto di entrambi i film. Il piacevole ritorno su schermo di numerosi personaggi storici del primo film come il presidente Whitmore, David Levinson insieme all’inseparabile papà Julius e l’inserimento di volti nuovi come Liam Hemsworth nei panni di Jake Morrison e Jessy Husher nei panni del figlio del compianto Steven Hiller donano un tocco di freschezza senza perdere di vista la tradizione originale del film.

La regia è classicheggiante, l’impronta è quella di un classico sci fi anni ’90, a farla da padrone sono gli effetti speciali, altamente coinvolgenti e mai sottotono. L’originalità scarseggia, l’intero sistema filmico gioca su sistemi già collaudati, il dejà-vu durate la visione sarà un sentimento ricorrente ma mai disturbante. Nel primo film si poteva rimanere estasiati dinanzi la portata della distruzione, il sequel non apporta alcuna grande novità, Emmerich riesce a rendere goderecci gli oltre 120 minuti di pellicola, alternati da dialoghi dal tono leggendario ad altri “di riempimento” che faranno sorridere i fan più sfegatati del film originale.

Independence Day: alla scoperta di cosa si sta rigenerando

Negli USA il film è uscito il 24 giugno del 2016, esattamente 20 anni dopo il primo film, ed è esattamente 20 anni dopo che Independence Day: Rigenerazione affonda le sue radici storiche. Il genere umano, dopo aver rischiato l’estinzione, ha saputo rialzare la testa, sconfiggendo la nave madre e aumentando notevolmente il livello d’avanguardia militare. Oggi molta della tecnologia presente è una mescolanza tra quella umana e quella aliena, la luna è un pianeta abitabile ed è proprio lì che la terrà ha posto le prime difese intergalattiche, evitando il più possibile nuovi attacchi devastati sul pianeta terra. Il mondo però non ha ancora fatto i conti con un segnale, proveniente da una delle navi che atterrarono sulla terra 20 anni prima.

Independence Day: Rigenerazione

Apparentemente innocuo, quel segnale nasconde invece una richiesta d’aiuto e l’arrivo di qualcosa di nettamente più distruttivo. David Levinson è il primo a captare che qualcosa di sconvolgente sta per cambiare nuovamente le sorti del pianeta. Anche questa volta il genere umano dovrà appellarsi al coraggio, alla forza e alla tenacia di uomini d’onore, impavidi e pronti a sacrificare la loro vita in cambio della salvezza del mondo. Riuscirà l’uomo a far capire ancora una volta che il suo pianeta non si può conquistare?

La candida sabbia del deserto si contrappone alle fiammeggianti astronavi aliene e il contrasto è davvero appagante a livello visivo

Independence Day: Rigenerazione è un film godibile e ricco di azione da cardiopalmo, Emmerich si rivela ancora una volta il maestro del genere disaster, basando intelligentemente l’intero apparato filmico sul pathòs scenico generato dalle maestose panoramiche, da una fotografia spettacolare e su luoghi di culto della saga, come l’ormai ricorrente Area 51. La candida sabbia del deserto si contrappone alle fiammeggianti astronavi aliene e il contrasto è davvero appagante a livello visivo, tuttavia la sceneggiatura rimane il vero anello debole della catena, povera di novità e eccessivamente scarna.

Independence Day: Rigenerazione

Nel complesso Independence Day: Rigenerazione è un ottimo sequel, considerando la fortuna del predecessore e l’attesa che ha generato nei fan accaniti del film. Non dispiace rivedere in azione i beniamini della nostra infanzia purché il gioco valga la candela.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2
Emozione - 3

3