Morgan Lost: recensione del nuovo fumetto Bonelli

Stanno per arrivare… vi cercheranno nell’oscurità, quando sarete soli e inermi. Alcuni hanno maschere paurose e armi affilate, altri possiedono uno shining rivolto al Male, qualcuno di loro forse non è umano. Adorano le ninnenanne e le filastrocche recitate dalle streghe. Rideranno delle vostre lacrime e delle vostre invocazioni di pietà. Guardatevi alle spalle quando camminate in strada, fuggite agli sconosciuti che cercano di avvicinarvi, NON RESTATE SOLI AL BUIO… dovete resistere fino a quando arriverà LUI.

morgan lost

Una metropoli prigioniera di un inverno senza fine in un passato alternativo. Ogni notte fiumi di sangue si posano sulla neve, mentre squali fantasma si aggirano in cerca di prede. Cacciatori di taglie, poliziotti corrotti, antico Egitto e cinema si fondono per dare vita al mondo oscuro abitato da Morgan Lost, un personaggio dal passato tormentato…

Il nuovo arrivato in casa Bonelli è un personaggio tanto intrigante quanto oscuro: il suo daltonismo gli mostra il mondo in cui abita (una metropoli chiamata New Helipolis) in sfumature di grigio e sprazzi di rosso come se fosse uno strano film o un fumetto pulp, con ammazzamenti e schizzi di sangue; ed è proprio nel cinema che Morgan Lost, personaggio creato da Claudio Chiaverotti trova libero sfogo.
Le citazioni all’interno delle 98 pagine dell’albo sono molteplici e faranno la felicità degli estimatori del cinema d’annata d’autore  e grindhouse: alcune sono palesi (il rompighiaccio è una chicca), altre salteranno all’occhio solo ai più attenti.
La sceneggiatura dello stesso Chiaverotti mostra un primo numero ricco di pathos e sangue (anche se rimaniamo in casa Bonelli quindi centellinato), con uno stile e una cruda realtà fumettistica a metà tra il capolavoro di Frank Miller Sin City e il ben più crudo Watchmen di Alan Moore.
Contando che è solo il primo numero della serie, i personaggi cominciano già ad essere delineati e l’idea di introdurre dalle prime pagine i flashback che narrano il passato oscuro del protagonista ci fa capire che il volere di Chiaverotti non è quello di lasciare punti in sospeso, ma di andare dritto al cuore della vicenda regalando al lettore immediate risposte sul passato da persona qualunque del futuro anti-eroe che è destinato a diventare a metà tra un possibile “Anno Uno” e i vecchi fumetti degli anni ’50. Ciò che con la mente ci fa tornare al passato su tutti gli elementi presenti nell’albo, è la fugace presentazione di alcuni personaggi (che sicuramente ritroveremo nei prossimi numeri), scelta che strizza l’occhio alle serie Marvel Noir (che combina i classici elementi delle serie regolari in un universo parallelo dettato da atmosfere Pulp e Noir) e a Batman: Legends of the Dark Knight (rivista antologica nata nel 1989 sull’onda lunga del successo del primo film su Batman di Tim Burton. Il titolo è un chiaro omaggio a quella che viene considerata come una delle più importanti storie sul personaggio, concepita con una filosofia alla Vertigo, con storie più adulte.)
I cliffhanger presenti nel primo numero di Morgan Lost sono molteplici, in particolar modo sul finale, segno che fumetti e serie-tv (paragone da prendere in considerazione per la “narrazione a puntate”) ormai viaggiano di pari passo donando l’uno all’altro nuovi spunti per intrattenere il lettore/spettatore.

Morgan Lost: il filo sottile tra cinema e fumetto

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Le chine di Michele Rubini sono qualcosa di eccezionale, trasportando il lettore dentro il mondo oscuro e glaciale di Morgan Lost e facendoci assistere all’intera vicenda guardando con gli stessi occhi del protagonista ciò che sta per accadere pagina per pagina. L’utilizzo del bianco e nero classico dei mensili Bonelli unito al rosso porta qualcosa di innovativo e azzeccato all’interno della casa di Dylan Dog e Tex sperando che, in un futuro, altri albi o numeri speciali degli eroi più classici possano vantare un tratto cinematografico di questo tipo.

Il primo numero di Morgan Lost parte col botto, un prodotto che stupisce non solo per la trama e per un personaggio innovativo che strizza l’occhio ai grandi fumetti pulp divenuti dei veri e propri cult, ma anche perchè ci ricorda che  a livello di intrattenimento, a metà tra la graphic novel e il B-Movie su pagina, l’Italia ha davvero delle storie fantastiche da raccontare.

Giudizio Orrore di carta

Sceneggiatura - 4
Personaggi - 3.5
Chine - 4
Emozione - 3.8

3.8

Voto finale