Jane: la storia della primatologa su National Geographic il 18 marzo

Imperdibile il ritratto intimo e affascinante sulla vita di Jane Goodall su National Geographic il 18 Marzo. Il regista Brett Morgen fa rivivere le gesta, gli studi e le ricerche della celebre primatologa, che ha dedicato la sua esistenza agli scimpanzé.

Jane, il documentario dedicato a Jane Goodall, la primatologa famosa per i suoi studi sul comportamento degli scimpanzé, andrà in onda il 18 marzo su National Geographic alle 20.55

Jane, documentario diretto da Brett Morgen (candidato all’Oscar per il documentario On the ropes), e con una colonna sonora di Philip Glass, raccoglie, riducendoli, 100 ore di filmati inediti in 16mm, rimasti nascosti per 50 anni negli archivi di National Geographic.

Con i suoi studi e le sue ricerche, Jane Goodall è riuscita a conquistare credibilità e consenso in un ambiente prettamente maschile. Si tratta di una vera e propria una pionera, considerata oggi tra i conservazionisti più stimati al mondo.

La storia ha inizio nel 1960 quando la 26enne si trasferisce in una zona remota della Tanzania per studiare gli scimpanzé. Spinta dal suo amore per gli animali ma senza una formazione scientifica accademica, la Goodal sfida i metodi di ricerca convenzionali con il suo particolare metodo di osservazione sul campo. Guadagnandosi la fiducia degli scimpanzé, scopre che questi animali sono molto più intelligenti di quanto si pensasse e che utilizzano strumenti per procacciarsi il cibo.

Nel 1964 il regista Hugo van Lawick viene inviato sul campo, per testimoniare e seguire il lavoro della Goodall: tra loro nasce l’amore, si sposano e hanno un figlio. La “fuga romantica” viene però interrotta da un’epidemia di poliomelite che uccide la popolazione di scimpanzé.

Ecco cosa ha dichiarato il regista Brett Morgen, intento ad approfondire, con i filmati rimasti inediti così a lungo, l’affascinante vita della Goodall:

Jane parla di una storia d’amore. Non di quella tra un uomo e una donna ma di quella tra una donna e il suo lavoro, la sua missione. All’inizio del film la vediamo scoprire la sua vera passione: osservare gli animali in libertà. Il matrimonio e la nascita del figlio la portano lontano da quel mondo, ma si tratta di un allontanamento momentaneo. Presto il cerchio si chiude e lei torna ai suoi scimpanzé. Ecco, questo film racconta il viaggio di un eroe. Il nostro lieto fine è vederla tornare ai suoi studi.”