Il codice dei campioni: recensione della docuserie di AppleTV+

La docuserie vorrebbe cavalcare l'entusiasmo scaturito dal recente rilascio (sulla piattaforma della concorrenza) di The Last Dance ma non riesce ad essere altrettanto emozionante ed esaustiva a livello narrativo.

A partire dal 10 luglio, il documentario Il codice dei campioni (Greatness Code) è disponibile su AppleTv+ che ha così aggiunto al catalogo streaming un contenuto pronto a calamitare l’interesse di tutti gli utenti appassionati di sport. Non bisogna essere amanti di una specifica disciplina per riconoscere la grandezza dei protagonisti che si raccontano nel corso della docuserie. Persone, ancora prima che personaggi, capaci di segnare intere generazioni e gente di ogni età che, attraverso le loro imprese, si è emozionata, esaltata ed ha sognato ad occhi aperti, dal vivo o semplicemente di fronte allo schermo di una tv.

Sette leggende in bianco e nero celebrano se stessi ed il picco massimo della loro carriera

Il codice dei campioni (Greatness Code) - Cinematographe.it

I protagonisti dei sette episodi appaiono sullo schermo in bianco e nero, proprio a voler sottolineare la leggendarietà delle loro imprese nei rispettivi sport. Non sono chiamati a ripercorrere la propria carriera ma a soffermarsi su un determinato momento, una determinata gara che ha rappresentato un punto di svolta a livello psicologico, durante la quale sono riusciti a superare i propri limiti e raggiungere la consapevolezza di aver ripagato ogni sacrificio fatto e che, come racconta Usain Bolt, si è arrivati lì dove si sognava di arrivare sin da bambini. A volta tale momento arriva nella prima parte della carriera, a volte nel mezzo e, a volte, può arrivare anche dopo che hai collezionato tutti i riconoscimenti possibili. Quello che, in alcuni momenti, potrebbe sembrare mancanza di umiltà non è altro che profonda sicurezza in se stessi, certi di meritarsi tutto ciò che hanno ottenuto nella vita. Insieme a Bolt, conosciamo la storia di LeBron James, Tom Brady, Alex Morgan, Shaun White, Katie Ledecky e Kelly Slater. Sette campioni attraverso cui gli Stati Uniti possono autocelebrarsi al 90%: solo Bolt, che appare proprio nell’episodio di mezzo della serie, non è infatti di nazionalità a stelle e strisce.

Il codice dei campioni, il DNA di chi è nato per vincere

Il codice a cui fa riferimento il titolo altro non è che quello genetico che caratterizza i campioni protagonisti del documentario, che potremmo soprannominare i magnifici 7, talmente ben definite e profonde sono state e continuano ad essere le loro impronte lasciate lungo la storia dello sport mondiale. Lo spettatore dimentica di sentir parlare di sette sport differenti, poiché ciò che la serie Apple punta a sottolineare riguarda prettamente la mentalità del campione e le sensazioni provate nei punti più alti della carriera. Non importa se hai rincorso un pallone, se hai cavalcato un’onda e corso più veloce possibile sulle piste d’atletica: con una tale convinzione nei propri mezzi non si può che primeggiare in qualsiasi campo.

L’animazione diretta da Lauren Fisher rappresenta il punto vincente della docuserie

Essendoci poche immagini di repertorio riguardanti gli eventi descritti, spetta all’avvincente regia il compito di aiutare gli spettatori a materializzare nella loro mente ciò che gli atleti raccontano, attraverso animazioni frammentate che vanno ad incastrarsi al meglio con la narrazione, caricaturando sequenze reali e metafore. Il lavoro del regista Gotham Chopra e dell’Animation Director Lauren Fisher rappresenta il punto vincente de Il codice dei campioni che, proprio grazie alla sua dinamicità, risulta appassionante dall’inizio alla fine dei suoi episodi.

Il codice dei campioni (Greatness Code) - Cinematographe.it

Durante la visione ci si arriva a porre la fatidica domanda: campioni si nasce o si diventa? Probabilmente entrambe le cose. Se in famiglia puoi contare su figure sportive sarà più semplice entrare in contatto con determinate realtà ed un certo tipo di approccio alla fatica e al sacrificio potranno senza dubbio rappresentare un aspetto ereditario a cui però deve far seguito una massiccia dose di costanza e forza di volontà. Con il passare del tempo, e quindi con la crescita personale, bisogna poi riuscire a riconoscere le occasioni giuste ed avere la forza, accompagnata da un pizzico di buona sorte, di saperle sfruttare pienamente quando è il momento giusto di farlo, senza pensare mai di essere già arrivati al traguardo e dunque di lodarsi prima del tempo. Il codice dei campioni accende i riflettori su coloro che sembrano poi essere stati destinati, sin dal primo vagito, a fare quello che poi sono riusciti a fare sotto gli occhi del mondo intero, quasi come se questo rappresentasse la loro missione primaria da portare a termine in questa vita.

Il codice dei campioni, un’endovena di passione e ispirazione senza troppi azzardi

Il codice dei campioni (Greatness Code) - Cinematographe.it

In definitiva, Il codice dei campioni punta a cavalcare l’ondata di entusiasmo che ha seguito il rilascio di The Last Dance su Netflix ma, pur potendo contare su ben sette atleti, non riesce ad emozionare tanto quanto fatto da Michael Jordan e compagni nel documentario della concorrenza. Ciò che spiazza è soprattutto la brevità degli episodi (6 o 7 minuti ciascuno) che risultano troppo pochi per dei racconti che non riescono ad essere sufficientemente esaustivi e che non fanno altro che solleticare la curiosità di chi guarda, che dovrà così cercare altrove le risposte che cerca, risultato probabilmente frutto di una produzione un po’ troppo frettolosa. Rimane comunque, senza dubbio, il piacere di vedere alternarsi, seppur in maniera fugace, sette leggende dello sport internazionale, le cui imprese sportive non possono che rappresentare, per gli spettatori, una massiccia dose di adrenalina da mandare giù tutta d’un fiato come fosse un energy drink, un’ispirazione di cui far tesoro poiché si può essere campioni in ogni ambito della vita ed il codice che viene raccontato nella docuserie può essere nascosto in ciascuno e non è mai troppo tardi per riuscire a tirarlo fuori.

Regia - 4
Fotografia - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.4

Tags: Apple TV+