The Walking Dead, Norman Reedus svela il momento più emozionante della serie: “Ho pianto come un bambino”

Per Reedus, è una delle sequenze più intense e personali di tutta la sua esperienza in The Walking Dead.

Dal debutto nel 2010, The Walking Dead ha compiuto un’impresa allora impensabile: trasformare una storia di zombie in un fenomeno mondiale. Undici stagioni, uno stuolo di spin-off e un universo narrativo ancora vivo oggi. Tra i volti che più hanno beneficiato di questo successo, c’è senza dubbio Norman Reedus. Il suo Daryl Dixon — personaggio assente nel fumetto originale — è diventato uno dei preferiti dai fan e ha persino guadagnato una serie tutta sua.

The Walking Dead, Norman Reedus cinematographe.it

In un’intervista del 2022 a Entertainment Weekly, Reedus ha rivelato quale fosse il momento più toccante per lui in tutta la serie: il quinto episodio della nona stagione, What Comes Next. Una scelta sorprendente, visto che l’episodio ruota quasi interamente attorno a Rick Grimes (Andrew Lincoln) ed è noto come la sua ultima apparizione nello show principale. Il momento in questione, racconta Reedus, nacque da un’idea condivisa con il regista Greg Nicotero.

“In origine, il mio personaggio avrebbe dovuto correre sul ponte gridando ‘No!’ insieme agli altri. Ma abbiamo pensato a qualcosa di più intimo: Rick disteso in un letto d’ospedale, io che gli tengo la mano, lo guardo negli occhi mentre sparo agli zombie che ci assediano. Un gesto silenzioso, per dirgli ‘Io sono qui. Voglio che tu sia l’ultimo volto che vedo prima che finisca’. È stato un momento potentissimo. Ho pianto come un bambino: un po’ per i personaggi, un po’ perché amo Andy, un po’ perché sono un tenerone.”

Col senno di poi, la scena ha perso parte del suo impatto quando si è scoperto che Rick non era morto. All’epoca, però, il destino del personaggio sembrava segnato. La trilogia di film annunciata in seguito non si è mai concretizzata, ma le sue vicende sono state riprese nella nuova serie incentrata su Rick e Michonne. Per Reedus, resta comunque una delle sequenze più intense e personali di tutta la sua esperienza in The Walking Dead.

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