Supersex, Alessandro Borghi: “Per interpretare Rocco Siffredi ho girato 50 scene di sesso!”

"Racconteremo una storia che è un romanzo di formazione di un uomo che è a suo modo sintesi del contemporaneo", ha dichiarato il regista Matteo Rovere su Supersex.

Una data d’uscita ufficiale non è stata ancora annunciata, ma Supersex – la nuova serie italiana targata Netflix – sta già facendo discutere. Liberamente tratta dalla biografia del re del porno Rocco Siffredi, Supersex – composta da sette episodi – regalerà agli spettatori un profondo ritratto della vita e della carriera del pornodivo, anche con scene di sesso piuttosto esplicite, ispirate ai suoi film hard. Intervistato sul set parigino della serie, il protagonista Alessandro Borghi ha avuto modo di parlare di questa sua nuova esperienza lavorativa, svelando alcuni dettagli molto “piccanti”…

Alessandro Borghi e le “intense” riprese di Supersex

Supersex; cinematographe.it

Su 95 giorni di lavoro sul set, almeno 50 erano scene di sesso“, ha dichiarato Alessandro Borghi sul set parigino di Supersex. “Perché ho accettato? Perché odio il bigottismo del nostro paese e interpretare Rocco mi pareva una grande idea per litigare con tutti. C’è gente che appena sapeva che la serie era su Rocco ci negava il permesso di girare nelle loro case. Ma quando ho fatto Suburra, nessuno mi ha mai chiesto perché avessi accettato di girare un personaggio così controverso“.

Nella serie ci sono sequenze forti, diciamo più plastiche, che fanno la differenza: la rappresentazione della sessualità è quasi scomparsa da cinema e tv in Italia. Ma non è solo quello. Il sesso viene messo in scena, ma anche problematizzato. Racconteremo una storia che è un romanzo di formazione di un uomo che è a suo modo sintesi del contemporaneo“, ha dichiarato il regista Matteo Rovere, cercando di smorzare le parole di Borghi. Parole condivise anche dalla sceneggiatrice di Supersex Francesca Manieri: “Di Rocco, anche quando fa il porno, ci interessa quello che gli succede dentro: per lui il sesso è una via di liberazione dal dolore. Ho giocato con i riferimenti a un altro Rocco (Rocco e i suoi fratelli, film di Luchino Visconti,) partendo dalle sue origini, dalla morte del fratellino, da ciò che lui stesso ha raccontato. Il porno leva il sentimento, noi ce lo mettiamo“.

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