Squid Game 3, creatore rivela: “Ho cambiato radicalmente il finale. Ora è quello giusto”
Il creatore di Squid Game spiega perché ha cambiato "drasticamente" il finale originale della serie Netflix.
Dopo l’uscita della terza e ultima stagione di Squid Game, la serie dei record di Netflix che ha tenuto il mondo incollato allo schermo, i fan si dividono sul destino del protagonista Gi-hun. Ma una cosa è certa: per Hwang Dong-hyuk, ideatore e regista della serie, il finale andato in onda è quello più adatto. Anche se – a sorpresa – non era quello che aveva in mente all’inizio.
Un finale riscritto in corsa

In un’intervista concessa a Variety, Dong-hyuk ha raccontato che il finale originario era ben diverso. Quando iniziò a immaginare le stagioni successive dopo il boom della prima, il destino di Gi-hun avrebbe dovuto prendere tutt’altra direzione.
“Avevo una vaga idea di dove volevo arrivare. Ma mentre scrivevo, costruendo i personaggi, la struttura e soprattutto l’arco di Gi-hun, mi sono reso conto che la storia non poteva finire come pensavo. Questo finale è semplicemente… migliore. È quello giusto”, ha spiegato.
Attenzione: seguono piccoli spoiler
Senza entrare troppo nei dettagli, il regista ha svelato che Gi-hun, interpretato da Lee Jung-jae, inizialmente avrebbe dovuto fare l’opposto di ciò che poi accade nella serie: avrebbe dovuto accettare il ruolo del Leader, incarnando così l’altra faccia del sistema. Invece, ha scelto la via più difficile.
“Il confronto tra Gi-hun e il Leader è al centro della stagione 2, ed è un vero duello di ideali. Chi ha ragione? Chi sbaglia? La stagione 3 porta questa sfida alle estreme conseguenze, e mostra come i due personaggi si siano mutualmente influenzati nel tempo.”
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Quel momento nella prima stagione che cambia tutto
Dong-hyuk ha poi svelato che una scena della prima stagione è stata cruciale per scrivere il finale. Parliamo del momento in cui Sae-byeok, rivolgendosi a Gi-hun, gli dice: “Non sei quel tipo di persona”, mentre lui è sul punto di pugnalare Sang-woo nel sonno.
“Quella frase lo risveglia, lo riporta alla sua coscienza e alla sua umanità. È una battuta semplice, ma è anche la più precisa. Ed è proprio grazie a quelle parole che Gi-hun riesce, alla fine, a scegliere chi vuole davvero essere. Sono loro, quelle parole, a fermare il coltello, non la logica.”
Il successo di Squid Game non sta solo nell’azione brutale o nei giochi letali, ma nella profonda riflessione sull’animo umano e sul sistema che ci plasma. E se il finale è cambiato strada facendo, forse è perché – come Gi-hun – anche la storia ha deciso di non diventare “quel tipo di persona”.
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