Pistol: nuove aggiunte al cast e una prima immagine della miniserie
Talulah Riley e Thomas Brodie-Sangster si uniscono al cast della nuova serie FX Pistol sui Sex Pistols e diretta da Danny Boyle
Thomas Brodie-Sangster (La regina degli scacchi) e Talulah Riley (Westworld) si sono uniti al cast della serie FX di Danny Boyle Pistol. Le riprese della miniserie, composta da 6 episodi, sono da poco iniziate a Londra. Lo show si concentrerà sul chitarrista dei Sex Pistols Steve Jones, è infatti basato sul suo libro di memorie Lonely Boy: Tales from a Sex Pistol. Pistol sarà diretto e prodotto da Danny Boyle, mentre il creatore è Craig Pearce e la sceneggiatura è stata affidata allo stesso Pearce insieme a Frank Cottrell Boyce. La serie, che andrà in onda nel 2022 su FX e su Hulu, racconterà la storia dei Sex Pistols, iconico gruppo musicale britannico anti-convenzionale. Thomas Brodie-Sangster interpreterà l’impresario Malcolm McLaren, mentre Talulah Riley sarà il volto della stilista Vivienne Westwood. Anche Christian Lees e Iris Law si sono aggiunti al cast, ma non si sa ancora quali personaggi interpreteranno.
Tra gli altri componenti del cast erano già stati annunciati Toby Wallace (Babyteeth) nei panni di Steve Jones, Anson Boon (Blackbird) nel ruolo di John Lydon, Louis Partridge (Enola Homes) che interpreta Sid Vicious e Jacob Slater nei panni di Paul Cook, Maisie Williams (Game of Thrones) come icona punk Jordan, Dylan Llewellyn (Derry Girls) nei panni di Wally Nightingale, Sydney Chandler (Don’t Worry Darling) nel ruolo di Chrissie Hynde ed Emma Appleton (The Witcher) nei panni di Nancy Spungen. Pistol sarà ambientato principalmente nel quartiere di West London, spostandosi spesso al noto negozio di Kings Road di Vivienne Westwood e Malcolm McLaren chiamato SEX. Lo show affronterà le controversie internazionali che seguirono all’uscita dell’album Never Mind the Bollocks, uno dei più influenti di tutti i tempi. Il singolo God Save the Queen venne bandito dalla BBC e raggiunse il primo posto nella classifica della NME del Regno Unito, ma arrivò arrivato secondo nella classifica ufficiale della UK Singles, portando ad accuse nei confronti di un intenzionale slittamento al secondo posto per evitare offese alla monarchia.