And Just Like That, l’accusa di una star: “Stanno eliminando gli elementi woke”
Un attore di And Just Like That afferma che il motivo del suo abbandono è puramente politico.
Con la terza stagione di And Just Like That… in corso su Sky e NOW fino al 14 agosto, molti spettatori si stanno chiedendo che fine abbiano fatto alcuni dei volti introdotti nelle stagioni precedenti. A rispondere con franchezza è uno degli attori scomparsi dalla serie: Bobby Lee, comico e podcaster, che ha interpretato Jackie Nee, collega di Carrie Bradshaw nel mondo del podcasting.

Lee ha rivelato a Entertainment Weekly che la sua esclusione — così come quella di altri personaggi — non è solo narrativa, ma anche politica: “Hanno eliminato alcuni elementi woke dello show, e credo di aver contribuito anch’io. Non credo che Sara Ramírez sia tornata, e così anche molti altri”.
Lee si riferisce al fatto che diversi personaggi introdotti nelle prime due stagioni come segno di un’apertura a una maggiore rappresentazione — da Che Diaz (Ramírez), personaggio non binario, a Nya Wallace (Karen Pittman), professoressa afroamericana — non torneranno. Una scelta che, secondo lui, segnerebbe una sorta di “retromarcia” rispetto all’iniziale spinta inclusiva della serie.
“Non so perché mi abbiano chiamato in primo luogo. Ed ero davvero spaventato di farlo, perché non è quello che faccio di solito”, ha ammesso Lee, dichiarando però di non nutrire rancore: “Sarah Jessica Parker è la persona più gentile che abbia mai incontrato. Mi piacciono tutti, è stato divertente. Non ho mai avuto risentimento verso nessuno. Sono gentile, sono puntuale”.

Le sue parole sembrano riflettere un clima più ampio a Hollywood, dove la rappresentazione e la diversità sono tornate sotto la lente, talvolta incontrando resistenze o correzioni di rotta. La presunta scelta della produzione di And Just Like That di ridurre il numero di personaggi considerati parte del filone “woke” potrebbe rispecchiare una nuova sensibilità editoriale, meno incline a esporsi su certi fronti dopo le critiche miste ricevute dalle prime stagioni.
Se la mossa sia strategica o solo narrativa lo dirà il tempo — ma per ora, come fa notare lo stesso Lee con ironia amara, “la televisione americana ha fatto una svolta di 180 gradi proprio sotto i nostri occhi”.