Marco Bocci su Fino all’ultimo battito: la fiction Rai “insinuerà continui dubbi”

Fino all'ultimo battito è un medical drama, un crime, un melò, tante le sfumature di genere per raccontare la drammatica storia di un cardiologo che si ritroverà a prendere una decisione difficile per il bene di suo figlio.

Fino all’ultimo battito arriverà sugli schermi di Rai Uno dal 23 Settembre ogni giovedì: una coproduzione Rai Fiction e Eliseo Multimedia, prodotta da Luca Barbareschi, e con protagonisti Marco Bocci, Violante Placido, Bianca Guaccero, Fortunato Cerlino e Loretta Goggi, per la regia di Cinzia Th Torrini.

La fiction composta da sei puntate, di cui la prima sarà disponibile in anteprima su Rai Play già da oggi, ed è la prima serie Rai che l’intero cast, la produzione e la Direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati hanno definito in conferenza stampa come una serie eroica: la fiction infatti è stata girata lo scorso anno proprio durante il periodo del lockdown, richiedendo un lavoro di produzione che si è dovuto adattare ad una situazione anomala e mai vissuta prima. Un momento che seppur difficile e che ha messo a dura prova attori e troupe ha unito come non mai, ha affermato Violante Placido, tra i protagonisti della serie.

C’è quindi un tratto eroico nella sua lavorazione che è un aggettivo che si potrebbe in senso lato affiancare alla storia della fiction, dove non si parla di eroi ma piuttosto di umani fallibili che credendosi eroi finiscono per percorrere la strada degli antieroi incrociando le strade della malavita, convinti per amore di sapere quale sia la reale strada del bene. Ma i forse sono in realtà la chiave di lettura principale che la regista Cinzia Th Torrini ha voluto dare a questa produzione: Cinzia Th Torrini ha dato un nuovo sguardo, per lo più indagatore, ad un intreccio classico. Ci sono grandi primi piani attraverso i quali si entra nei vari personaggi profondamente. Cinzia si è chiesta come faccio a rintracciare quel dubbio, a renderlo visibile drammaturgicamente, perché questi personaggi sono pieni di dubbi – ha spiegato la Direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati.

Fino all’ultimo battito, con Marco Bocci: una scrittura che mi ha immediatamente conquistato

La sceneggiatura scritta minuziosamente da Andrea Valagussa insieme a Fabrizia Midulla, Maura Nuccetelli, Elisa Zagaria e Nicola Salerno, giovane autore emergente che ne ha curato il soggetto, è il punto forte di questa fiction e che ha convinto Marco Bocci, nei panni del protagonista cardiologo Diego Mancini, a tornare dopo tanto tempo a mettersi in gioco in una serie.

Marco Bocci - Cinematographe.it

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“E’ stato naturale entrare in questo personaggio, perché la scrittura mi ha immediatamente preso. Per scelta non ho fatto serie per diverso tempo, ma in questo caso la storia di Diego Mancini mi ha conquistato: è un personaggio che ha un percorso, ben scritto, articolato, e questo senz’alto facilita il lavoro dell’attore. Cinzia (Th Torrini, ndr) mi ha aiutato molto: io tendo ad avere sempre una visione drammatica dei miei personaggi, cavalco il dramma fino al midollo, mentre lei mi ha mostrato come uscire da questo dolore, guardando a chiavi di interpretazione alternative”, ha raccontato l’attore.

Una prova d’attore quindi nuova per Marco Bocci, così come per Violante Placido, che si è misurata con un personaggio che ha richiesto un evidente lavoro emotivo: Senza dubbio questo è il personaggio che emotivamente mi ha impegnato di più: è una donna che si confronta con tutte le sfaccettature della vita famigliare, che sono molteplici. Una donna fragile che sogna un’armonia famigliare messa a dura prova dalla vita, e che invece si troverà lei a proteggere gli altri.

La regista Cinzia Th Torrini: una storia ricca di sfide ambientata in Puglia

La vicenda raccontata è ambientata in Puglia, elemento dal quale la regista Cinzia Th Torrini ha voluto trarre tutte le possibilità che la location potesse offrire, richiedendo agli attori in primis di studiare il dialetto, la parlata, le usanze e i costumi – Fortunato Cerlino, che rappresenta l’anima nera della fiction ha condotto infatti un attento studio sui malavitosi vissuti in ambienti rurali -, e realizzando una regia dove la regione fosse protagonista con le sue peculiarità, senza fermarsi all’effetto cartolina.

Fortunato Cerlino - Cinematographe.it

“Mi chiamano la regista del cineturismo – scherzando – ma la verità è che faccio sempre molta attenzione ai luoghi dove giro. In questo caso mi ha aiutata aver girato in Puglia: ho voluto dare il sapore di dove fossimo perché cerco di raccontare sempre i costumi, le usanze, la storia, le tradizioni, vado fino in fondo e non voglio limitarmi alla cartolina”, – ha spiegato la regista.

Sulla storia, il lavoro è stato quello di cercare quanto più possibile con i primi piani di insinuarsi nei dubbi dei personaggi, nelle loro indecisioni, per rendere la storia quanto più coinvolgente e umana: “La storia che raccontiamo è sfidanteil protagonista da eroe cade in un vortice infernale dopo aver fatto un errore etico nel suo lavoro, che non avrebbe dovuto fare. Il mio compito è stato entrargli dentro e non giustificarlo, fare entrare così lo spettatore nel personaggio, e fargli comprendere le conseguenze delle sue azioni ponendosi  continuamente la domanda del cosa avrei fatto al suo posto”.