Il respiro della foresta: recensione del documentario di Jin Huaqing

Una visione documentaristica che irrompe nella quotidianità di migliaia di monache tibetane tra devozione e purezza. Al cinema, distribuito da Wanted cinema, dal 22 al 24 maggio 2023.

Ne Il respiro della foresta, il regista Jin Huaqing, osserva con occhio documentaristico la vita delle monache tibetane Yarchen Garm, stabilite nella contea di Baiyu, area autonoma di Garzc, nella provincia cinese dello Sichuan e costruisce un racconto intimistico che svela le ragioni di una scelta di vita coraggiosa.

Un racconto intimistico di una femminilità diversa e pura, conservatrice di un percorso difficile verso la salvezza divina

Il respiro della foresta;
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La centralità del racconto è la forza delle relazioni all’interno del contesto monacale; tanti volti diversi uniti da un’unica speranza in una quotidianità che con rigore e impegno concettuale volge alla conquista di una dimensione di salvezza divina. La vita di queste donne – emerge dal docufilm – è una vita che, nonostante la rinuncia alla mondanità, esprime con grande rispetto la complessità di un percorso per il raggiungimento di uno stato divino.

In un’atmosfera quasi surreale che, attraverso la forza fisica, l’obbligo delle regole, la sofferenza e la sopportazione, vede queste donne aspirare ad un ordine ultraterreno, alla ricerca della propria fonte di purificazione.

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Il respiro della foresta è un documentario che racconta di una femminilità estranea al prototipo moderno di donna; una femminilità che si concentra su una intima lotta tra corpo e anima e che propone un modello la cui forza risiede in una coscienza solitaria ed estranea a formule di una convivenza afflitta da regole sociali.

Una storia atipica di un mistero mistico e culturale sopravvissuto al progresso e all’evoluzione relazionale

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Jin Huajing, premiato per il Miglior Documentario al Golden Horse Film Festival e ricevuto il Premio Speciale della Giuria al Seattle International Film Festival (2022), verifica con spiccata curiosità e acuta osservazione, il distacco di queste donne rispetto ad ogni espressione sociale, ad ogni realtà urbana, ad un contesto mondiale che, nel tempo muta e progredisce.

Interessante è l’analisi che il regista sembra sottoporre, sulla sacralità di un contesto solo apparentemente astratto che sopravvive e vive in un mondo ormai globalizzato e iperconnesso dove l’individualità altro non è che un cimelio del passato.

Un tempio inalterato e intoccabile, che contiene un aldilà terreno edificato su culture millenarie stratificate in quei luoghi apparentemente immobili. Un sentiero che porta verso il divino che racchiude chiunque lo percorre; un luogo silenzioso ed operoso che si contrappone, paradossalmente, alla “civilizzazione” religiosa che appartiene alla visione del mondo occidentale.

Il respiro della foresta: conclusione e valutazione

Jin Huaqing non pone giudizi né antepone riflessioni che potrebbero violare una realtà che racchiude la storia intima di una scelta le cui radici sono nel profondo dell’animo umano.

Una storia che sopravvive nella promessa di assoluta beatitudine; una promessa che coinvolge migliaia di donne che, probabilmente spinte da ragioni strettamente personali, si rifugiano in una “astrazione mistica” che oltre ad essere suggestiva per l’anima si colloca all’interno di un paesaggio di straordinaria bellezza e purezza: un paesaggio che sembra essere la metafora della serenità interiore tanto sperata, tanto cercata e vagheggiata.

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Il respiro della foresta è, cambiando prospettiva, una fiaba cruda dalle estetiche rossastre e aspre, dove ciò che è immateriale si materializza in una scelta che fondamentalmente sembra rappresentare una bendatura, una protezione rispetto alla responsabilità che “vivere” la vita comporta; una sorta di “compressione” di una parte vitale che potrebbe non assicurare la santità per il futuro ma, indubbiamente, permetterebbe di vivere il presente. 

Il film è al cinema dal 22 al 24 Maggio 2023  con Wanted Cinema.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.7