You – Stagione 4: recensione della Prima Parte della serie TV Netflix

La quarta stagione di You si apre con cinque episodi in cui il protagonista Joe si improvvisa detective e ci regala una prospettiva di critica sociale e un risvolto alla Agatha Christie piacevole, ma con i suoi alti e bassi. Convincente o deludente?

Dove ci eravamo lasciati, con il nostro bello e dannato Joe Goldberg? Qualcuno ricorderà un incendio, un forno e l’addio alla mogliettina Love (Victoria Pedretti). Le ultime immagini di Joe che ci balenano alla mente, prima della visione di questa quarta stagione (che debutta il 9 febbraio sulla piattaforma digitale di streaming Netflix con i primi cinque episodi) sono quelle del protagonista in viaggio a Parigi, una sorta di fuga bohémien in cerca della sua amata Marianne (Tati Gabrielle).

L’episodio pilota della quarta stagione, invece, ci regala un biglietto di sola andata per un’altra capitale europea, la bella e caotica Londra. Ritroviamo il nostro protagonista nei panni di un professore universitario: la sua identità è sotto mentite spoglie, nessuno lo conosce come Joe Goldberg, ma come il prof. Jonathan Moore.
Perché? Cosa sta accadendo a Joe e come è finito in un ambiente così elitario, accerchiato da personaggi dell’alta società londinese e invischiato in situazioni nuovamente illecite, quelle stesse che tanto avrebbe voluto finalmente lasciarsi alle spalle?

La trama, in breve, dei primi cinque episodi: di cosa parla You – stagione 4?

you stagione 4 - cinematographe.it

Il primo episodio della quarta stagione della serie tv You su Netflix ci mostra che Joe ha assunto l’identità di un professore americano che insegna in una facoltà londinese e che ha già fatto un paio di incontri che si riveleranno centrali per lo sviluppo del plot di questa season.
Infatti, Joe – alias Jonathan – ci presenta fin da subito una figura chiave (la peculiarità di You con la narrazione soggettiva in prima persona non viene trascurata né abbandonata), il suo collega Malcom: questi, introdurrà Joe a un gruppo di ricche e facoltose personalità londinesi, opportunità che si rivelerà più letale, che piacevole.
Il perno centrale della narrazione è infatti il legame di Joe con questo ventaglio di nuovi personaggi: ciascuno di loro può essere definito come l’incarnazione di uno dei peggiori vizi della società odierna, tutti ad eccezione della nuova “femme fatale” di cui il nostro Joe si invaghisce.
Lo sviluppo? Un giallo degno di Agatha Christie.

Penn Badgley regge la scena, ma You 4 convince sempre meno

you 4 stagione recensione cinematographe.it

A guardare questa prima parte della nuova e quarta stagione di You, la serie tv sembra – per l’ennesima volta – interamente trainata dal suo protagonista, l’attore Penn Badgley. Lui è sempre affascinante nel suo male, carismatico e magnetico, ma – colpo di scena – meno “psycho” del solito.

Mentre il personaggio di Joe è in cerca di una totale redenzione dai suoi errori del passato, la vita sembra ricordargli quanto sia brava a mettergli i bastoni tra le ruote: vuoi redimerti? Non te la farò passare liscia.
Ancora una volta, dunque, o forse più che mai rispetto alle altre stagioni precedenti, Joe si ritrova a combattere in un faccia a faccia con le circostanze, o con il destino (dipende da che punto di vista la si voglia analizzare), che lo mettono a dura prova e che lo trascinano sempre a fondo di quel tunnel da cui a fatica, con le unghie, cerca di risalire e di venire fuori.

Improvvisamente, però, mentre Joe si trova a dover coprire a tutti i costi le tracce del suo passato – in nome di una ritrovata nuova pace interiore e di una vita del tutto rinnovata – deve fare i conti con una serie di personaggi, gli ambigui mondani di Londra, che cercano di far cadere la sua maschera, incastrandolo e portandolo su nuove scene del crimine.
Joe diventa un detective: proprio come in un romanzo giallo – il genere che più disprezza – il nostro protagonista quasi passa dalla parte dei buoni, diventa quasi una sorta di pseudo-giustiziere della notte, che mira a svelare il reale villain e a salvaguardare se stesso da una ennesima rovinosa catastrofe.

Ma gli antagonisti con cui Joe deve avere a che fare non sono solo persone in carne ed ossa: sono anche, invece, gli spettri del suo passato, i fantasmi che albergano nella sua mente che, troppo spesso ancora, si rivela più fragile di ciò che lui stesse crede.
Non è mai tutto bianco o tutto nero con un personaggio come Joe Goldberg: il suo essere borderline ci offre un personaggio diviso a metà tra l’empatia e tra la psicopatia sociale, un personaggio le cui sfumature sono sempre ben messe in mostra dal suo flusso di coscienza di joyciana memoria.

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Tuttavia, i pregi di Joe e la recitazione di Penn Bagdley non sono sufficienti a rendere la quarta stagione di You all’altezza delle altre, almeno per quanto riguarda questi primi cinque episodi: non convince il tessuto narrativo, non convince l’esasperare una storia che probabilmente era già perfetta e aveva già chiuso un cerchio un paio di stagioni fa.

You oggi appare a tratti snaturata, svilita, alcuni di questi cinque episodi fanno davvero fatica a essere guardati dall’inizio alla fine con un livello di interesse e concentrazione costanti: è un po’ ciò che accade a tante produzioni, non solo nel mondo delle serie tv (pensiamo anche a un prodotto come Saw, l’enigmista andato avanti per sequel e sequel fino a non riconoscersi più in se stesso).

Certo, i produttori hanno ancora un’altra possibilità di redenzione, nei prossimi cinque episodi che con la seconda parte (in uscita il mese prossimo su Netflix) chiuderanno la quarta stagione di You: e chi siamo noi per negargli questa possibilità se viene concessa persino a Joe? Attendiamo con la giusta suspense, per restare in tema.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.8

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