Yellowstone: recensione del finale di stagione della serie TV

Yellowstone con Kevin Costner è una serie TV dalla grandi promesse e speranze, ma il ritmo altalenante non premia a pieno la pregiata materia narrativa.

Nei panni di produttore esecutivo e di cowboy protagonista, Kevin Costner è senz’altro uno degli biglietti da visita di Yellowstone, la serie tv firmata alla regia da Taylor Sheridan e che ha chiuso da poco la sua prima stagione su Sky Atlantic.

La serie western, che consta di due stagioni e ha avuto un grandissimo successo negli Stati Uniti rievoca la grandezza dei romanzi corali e delle saghe familiari grazie ad un forte appeal estetico e registico, ma fatica a far entrare pienamente lo spettatore nel suo universo narrativo.

C’era una volta la famiglia Dutton… La trama di Yellowstone

Yellowstone, Cinematographe.it

John Dutton (Kevin Costner) è uno dei pochi cowboy e proprietari rimasti di ranch del Montana. La sua grande fortuna si chiama Yellowstone, una grande e preziosa tenuta avvolta nel verde a cui è annessa anche una ricca riserva di bestiame: è così da sempre che John vive, tramandando il tesoro di famiglia che cerca di difendere con le unghie e con i denti da chiunque cerchi di toccare la sua terra.

Kevin Costner Yellowstone - Cinematographe.it

In questa estenuante lotta in difesa della famiglia, nei suoi possedimenti simbolici e materiali, John cerca di coinvolgere anche i suoi figli, pur sapendo che se da un giorno all’altro Yellowstone restasse nelle loro mani, difficilmente riuscirebbero a preservare la tenuta. Kasey (Luke Grimes), sposato con un indiana e con un figlio sulle spalle fa fatica a trovare un suo posto nel mondo, Jamie (Wes Bentley) sogna una grande carriera politica per la quale sfrutta i possedimenti del padre, e infine Beth (Kelly Reilly), donna passionale e arrivista cerca di sostenere il padre nei suoi sogni, pur se i suoi desideri la porterebbero altrove.

La modernità con le sue complicazioni ed opportunità si insidia ogni giorno nel tessuto emotivo fragile dei figli di Dutton, che cerca ad ogni modo di proteggere la terra e di provare a tenere un filo tra lui e i suoi figli.

Yellowstone, la serie Sky che rievoca le epopee familiari

Yellowstone Cinematographe.it

Le saghe familiari con le loro storie opportunamente intrecciate, i personaggi principali che si incontrano e scontrano con altri secondari che possono minacciare o migliorare una situazione di partenza, appassionano da sempre la letteratura e per lungo tempo sono riuscite a farlo al cinema ma soprattutto in televisione.

La tv infatti con la sua serialità è l’habitat più adatto al loro sviluppo, che permette allo spettatore di immergersi in un mondo altro, nel quale troverà inevitabilmente familiarità con il suo soprattutto per il background emotivo caratterizzante.

Yellowstone di Taylor Sheridan, che ne cura anche la sceneggiatura, riprende questo universo narrativo delle epopee familiari scegliendo un mondo che nell’entertainment ha sempre avuto un grande successo. Nasce così la storia di una saga familiare western, ambientata nelle splendide terre del Montana, a cui la regia offre la giusta attenzione e valore, anche per farci meglio comprendere il valore che ha il patrimonio del capofamiglia Dutton.

Una serie da vedere ma che non lascia il segno

All’interno di Yellowstone tutti i cowboy assoldati per lavorare nella riserva promettono fiducia al ranch accettando di farsi marchiare con una y sul corpo. L’enfasi e calore con cui è rilasciato quel marchio mancano allo spettatore alla fine della visione di questa prima stagione, che scorre in maniera troppo altalenante per impressionare e catturare del tutto lo spettatore nel mondo dei Dutton.

Parliamo di una serie di altissima qualità e che come notato da molti ricorda la seconda stagione di True Detective, che tanti ha diviso, per certe componenti tematiche e registiche, e che quindi merita di essere vista. La delusione però è spesso dietro l’angolo, alimentata soprattutto da una costante lentezza iniziale subodorata già nella visione del pilot.

Yellowstone Cinematographe.it

Il problema infatti non è tanto la scelta di scorrere lentamente, ma il fatto che in quel frangente di tempo non succedono eventi o rivelazioni rilevanti al punto da tenere sempre alta l’attenzione. Vediamo infatti un netto miglioramento dal terzo episodio in cui finalmente si accende il motore degli snodi narrativi che stuzzicano curiosità, sorretti da una recitazione sempre convincente, ma che si scontra con un ritmo pur sempre altalenante e una scrittura dei personaggi non equamente distribuita.

Si fatica ad ogni modo a lasciarsi catturare pienamente dal mondo di Yellowstone, che rispetto ad altre serie degli ultimi anni non riesce a partorire dei tratti distintivi sufficienti ad impressionare lo spettatore, fatta eccezione per un tema musicale epico accattivante. Il finale, naturalmente sospeso, lascia dei dubbi sufficienti a chiedersi cosa ne sarà dei Dutton e dare appuntamento ad una seconda stagione che si spera possa salvarne le sorti.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

3.1