Vikings – Stagione 5: recensione del pilot

La recensione di Vikings 5 - The Fisher King, il primo episodio della quinta stagione della serie TV con protagonista Jonathan Rhys Meyers

Vikings ha avuto la sfortuna di venire alla luce in un periodo in cui le serie tv hanno sfornato capolavori molto più reclamizzati come Il Trono di Spade, True Blood, The Walking Dead o House of Cards. Viceversa avrebbe potuto vedere riconosciuti i propri innegabili meriti in modo sicuramente più equanime e universale, dal momento che ben poche serie hanno saputo creare personaggi tanto affascinanti, profondi e in grado di cambiare in modo inaspettato e sconvolgente. Il tutto all’interno di un affresco storico di grande accuratezza e realismo, come testimoniato anche da questo The Fisher King, il primo episodio di una quinta stagione che si preannuncia a dir poco scoppiettante.

Vikings 5 – in The Fisher King, primo episodio della nuova stagione, si riprende quanto accaduto nella stagione 4

Fin da subito The Fisher King ci mostra ciò che è accaduto dopo lo scioccante finale della scorsa stagione, con l’uccisione di Sigurd per mano di un irato Ivar, che al funerale però mostra un sincero e struggente pentimento per quanto ha fatto. Tuttavia di fronte ai suoi fratelli non rinnega completamente il gesto, ricordando gli insulti e le provocazioni che Sigurd gli aveva indirizzato. Ad ogni modo l’astuto Ivar riesce a convincere Hvitserk e Ubbe a seguirlo in un’offensiva da scagliarsi contro la città fortificata di York, mentre invece Bjorn decide di intraprendere un viaggio verso le terre bagnate dal Mar Mediterraneo, accompagnato dal misterioso Halfdan. Floki invece pare intenzionato a lasciarsi alle spalle tutto e tutti, e a partire per mare affidandosi alla volontà degli Dei e del mare. A Kattegat intanto Harald, il fratello di Hafdan, appena giunto al cospetto di Lagertha viene da costei messo sotto i ferri, ma non tutto è ciò che sembra. Tra gli Angli emerge preponderante la figura del passionale e contraddittorio vescovo Heahmund, deciso a risollevare le sorti dei cristiani contro gli odiati pagani, mentre nelle paludi Re Aethelwulf e la sua famiglia pensano a come riprendersi la loro terra. Tra sogni, menzogne, tradimenti e confessioni, vecchi e nuovi personaggi entrano in questo mondo di battaglie, avventure e drammi.

Arrivano nuovi personaggi e nuove sfide in Vikings 5

Ovvio che in quanto episodio introduttivo, The Fisher King dovesse per forza avere delle caratteristiche particolari, con la necessità di ricollegarsi alla quarta stagione (con il suo finale rocambolesco e riuscitissimo) e assieme l’obbligo di introdurre non tanto nuovi personaggi, quanto le nuove dinamiche che faranno da cardine a questa quinta stagione. Su tutte ovviamente domina Ivar, con il suo carisma, la sua astuzia, il suo carattere a compensare un corpo che per quanto debole, fa da contenitore ad un’anima a dir poco stupefacente, mix riuscitissimo di debolezza e forza, ragione e sogni. La regia di David Wellington fa di questo episodio un’introduzione tutt’altro che monocorde o discontinua, anche grazie ad un Jonathan Rhys Meyers che siamo sicuri sarà la sorpresa di questa quinta stagione.

A bilanciare in modo perfetto le presenze maschili, ci pensa una Lagertha che si mostra ancora una volta la più imprevedibile e imperscrutabile tra tutte, capace di stupire lo spettatore con la stessa facilità con cui ne disattende attese troppo prevedibili e scontate per un personaggio così atipico. Il pubblico certo non ha avuto molti personaggi femminili così forti e viscerali a disposizione negli ultimi anni. Perfetto alter ego in questo si rivela l’oscuro ed imprevedibile Harald, ambizioso certo, ma temerario e imprevedibile tanto quanto la bionda guerriera che ad un tempo desidera e ad un tempo detesta, quasi quanto forse detesta ed ama sé stesso e le proprie ambizioni. A tanto ardore The Fisher King sapientemente contrappone un’apparente apatia e disperazione tra le file degli Angli, che magari non riusciranno a guadagnarsi le simpatie dello spettatore, ma di certo anche qui si mostrano molto più complessi, umani e imperfetti della controparte norrena. Forse per questo così efficaci ai fin dell’iter narrativo.

The Fisher King ha forse in Floki il personaggio dalle premesse più sconvolgenti, più slegate da tutto ciò che lo circonda.

Se e quanto il suo distaccarsi dagli eventi di questa stagione porterà a sviluppi narrativi di interesse è ancora da vedere, dal momento che non sempre Vikings mantiene le promesse, ma possiamo restare fiduciosi. Sopravvissuto a sé stesso, indifferente o quasi a ciò che lo circonda, privo di affetti, si muove come spinto da una volontà che non è la propria, alla ricerca di un qualcosa che forse nei prossimi episodi riusciremo ad identificare come maggior chiarezza. Certo ne ha passate il matto costruttore di navi…

Questo primo episodio, questa nuova stagione sono orfani per la prima volta di quel Ragnar che possiamo tranquillamente definire come uno dei personaggi più interessanti e complessi mai apparsi sul piccolo schermo negli ultimi anni. Resta da comprendere quanto più che se peserà la sua assenza, e se rivedremo ancora un Rollo che nelle ultime due stagioni si era guadagnato un posto di rilievo, lui apparentemente così lineare e semplice, resosi invece protagonista di un’evoluzione che non ha eguali forse in Vikings. Per ora accontentiamoci di questo capitolo introduttivo, in attesa di capire quanto e come cambierà una serie che, lo vogliamo ripetere, fino ad oggi è stata sovente sottovalutata dalla critica in modo alquanto criminale.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2