Unbreakable Kimmy Schmidt – Stagione 4: recensione della serie tv

Kimmy Schmidt è tornata, la prima metà della quarta e ultima stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt è sbarcata su Netflix.

In un mondo di serie comedy non sempre è facile distinguere buoni prodotti da cattivi prodotti. Il genere si presta molto ad essere subito in modo parzialmente passivo dagli spettatori in quanto spesso la struttura della serie Comedy la rende un prodotto fruibile senza molta attenzione, che spesso fa da sfondo ad altre attività quotidiane, in quanto la trama è spesso molto semplice da seguire, costituita prevalentemente da gag divertenti, la durata del singolo episodio è molto breve e, tolto qualche filone principale, ogni puntata è auto-conclusa. Tutte questa ragioni portano spesso lo spettatore ad approcciarsi alle Comedy senza molte pretese, facendosi piacere anche show non esattamente di qualità. Grazie a Netflix stiamo invertendo anche questa tendenza e Unbreakable Kimmy Schmidt è assolutamente un ottimo esempio di come dovrebbe essere una buona serie Comedy.

Unbreakable Kimmy Schmidt – Un prodotto unico

Unbreakable Kimmy Schmidt

Kimmy (Ellie Kemper) è una ragazza prossima ai 30, con i capelli rosso fuoco, che ha passato gli ultimi quindici anni della sua vita chiusa in un bunker sotterraneo, convinta che il mondo esterno non esistesse più, mentre in realtà era tenuta prigioniera da un reverendo pazzo (interpretato nientemeno che da Jon Hamm, che ovviamente tutti ricorderete come Don Draper in Mad Man).
Nel momento in cui Kimmy viene liberata dalla sua condizione di schiavitù realizza che non desidera affatto tornare alla sua vita precedente al bunker e sceglie di andare a New York per ricominciare da zero. Lì troverà nuovi amici, nonché fantastici personaggi secondari, fra i quali spicca indubbiamente il marvelous Titus Andromedon (Tituss Burgess), un omosessuale di colore con una voce splendida che cerca in tutti i modi di diventare un attore.
Unbreakable Kimmy Schmidt è una serie assolutamente politically incorrect, non adatta ai bambini, con un umorismo graffiante e una sceneggiatura dal ritmo serratissimo grazie alla quale appena si smette di ridere per una battuta si ricomincia subito per quella successiva.
L’idea di partenza è originale e un ottimo pretesto per innescare tutte le avventure che condurranno Kimmy, un’ingenua nata la cui condizioni ovviamente è accentuata dell’aver passato gran parte della sua esistenza chiusa in un bunker, a scoprire il mondo e le sue dinamiche. Metafora della crescita personale che ognuno di noi può aver attraversato, per esempio, durante il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, senza però cambiare i connotati intrinseci del personaggio: Kimmy crescerà ma manterrà sempre quelle che sono le sue caratteristiche principali, come l’essere profondamente altruista, solare fino alla nausea e patologicamente ottimista.
Valore aggiunto è sicuramente la meravigliosa Ellie Kemper, che con la sua espressività teatrale riesce a dare al personaggio di Kimmy quell’aspetto esilarante e adorabile che riesce a completare alla perfezione questa bizzarra ragazza. Al suo fianco oltre a Titus troviamo anche Jacqueline Voorhes, Interpretata da Jane Krakowski che forse alcuni di voi ricorderanno come Elaine, la segretaria ninfomane di Ally McBeal.

Unbreakable Kimmy Schmidt – L’inizio della fine

Unbreakable Kimmy Schmidt

Seguire il processo di crescita di Kimmy, e con lei di tutti gli assurdi personaggi che la circondano, ha intrattenuto alla perfezione per le prime due stagioni. Come sopra, l’umorismo graffiante che spesso si trasforma in satira estremamente intelligente della società americana e l’eccezionale interpretazione di tutti gli attori compensa il tema di fondo che rischia di diventare ripetitivo. Infatti già la terza stagione si segue con più svogliatezza e la prima metà della quarta rischia di annoiare. Per questo nonostante Kimmy potrà mancare in futuro, non ci sentiamo di condannare la produzione perché ha deciso di chiudere uno show che probabilmente è arrivato alla sua fisiologica conclusione.
Unbreakable Kimmy Schmidt rimarrà comunque una ventata di aria fresca nel panorama delle Comedy series e avrà sempre un posto speciale nei nostri cuori.

Regia - 2
Sceneggiatura - 5
Fotografia - 2
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2

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