The Wilds: la recensione della serie TV Amazon

Un po' Lost, un po' The Truman Show, queste le ispirazioni della prima serie young adult di Amazon Prime video.

The Wilds, creata da Sarah Streicher, è la prima serie TV young adult di Amazon Prime Video e sarà disponibile sulla piattaforma streaming a partire dall’11 dicembre 2020.

Un gruppo di ragazze adolescenti di varia estrazione sociale. Un aereo che precipita in un’isola deserta. La lotta per la sopravvivenza. Questi gli elementi che The Wilds porta in primo piano nel suo ambizioso progetto a metà tra survival e teen drama. Un viaggio verso l’empowerment femminile, organizzato dall’associazione di Gretchen Klein (Rachel Griffiths) si trasforma in incubo per le 9 ragazze coinvolte, che si troveranno a dover resistere diverse settimane senza cibo né acqua nell’isola dove sono precipitate.

The Wilds Amazon Prime

Il poster ufficiale di The Wilds. Credits: Amazon Prime Video

The Wilds: quando la cooperazione forzata diventa una profonda conoscenza e accettazione di sé, degli altri, della propria forza e soprattutto dei propri limiti

Costrette ad abbandonare i singoli egoismi e a mettere in secondo piano i propri drammi personali, Janette, Leah, Rachel, Shelby, Nora, Fatin, Toni, Dot e Martha, nel corso dei 10 episodi che compongono la serie, stringeranno un rapporto sempre più forte tra di loro. Ognuna ha alle spalle una particolare situazione personale e tutte affrontano a loro modo le difficoltà dell’età adolescenziale, cercando di trovare una strada non troppo dolorosa verso la maturità.

E se fosse proprio questo lo scopo del progetto di empowerment messo in piedi da Gretchen?

The Wilds Amazon Prime

Jenna Clause in una scena di The Wilds

C’è molto, moltissimo, di Lost in The Wilds. E, altrettanto presente, se non fulcro fondamentale della narrazione, è “l’elemento Truman Show

Un occhio onnipresente sulle naufraghe, che le controlla, analizza, scruta. Tutto è organizzato. L’Ed Harris di The Truman Show, con il suo programma televisivo, è sostituito qui dall’esperimento gestito da Gretchen Klein, il quale si erige a manifesto femminista cercando di mostrare come la donna sia in grado di sovvertire il patriarcato con il suo potere. Un potere che non è mai violenza, ma sempre collaborazione. La sua organizzatrice è orgogliosa delle sue “creature” che, giorno dopo giorno, senza aiuti esterni, attraversano un processo di purificazione interiore e accettazione di sé che le porta a venire a patti con la vita prima dell’incidente.

Poco importano i costi, in termini di traumi interiori, che questo processo comporta.

The Wilds porta sullo schermo quello che a tutti gli effetti si può considerare un complesso esperimento di psicologia sociale, moralmente discutibile, volto a far comprendere quanto l’autocoscienza giochi un ruolo fondamentale nelle dinamiche di potere. Questo è evidente non tanto o non solo nelle vicende vissute sull’isola, quanto dalle decisioni prese dal team di Gretchen Klein. È lei ad essere disposta a tutto per dimostrare di aver ragione, rendendo il confine tra bene e male, giusto e sbagliato, sempre più labile fino quasi a scomparire. Questo ci pone un quesito etico non da poco: quanto in là ci si può spingere nel gioco di potere?

Il suo è sicuramente uno dei personaggi più intriganti, che rende manifesta le tante sfaccettature che un essere umano ha al suo interno. È convinta di non agire per il male, la sua ricerca bypassa la moralità per rivolgersi esclusivamente a un approccio scientifico-psicologico in cui contano i risultati. Così un naufragio non è una tragedia con conseguenze devastanti, ma un’occasione per mostrare la vera forza delle donne.

Forte di una narrazione non lineare ma che, al contrario, viene ricostruita pezzo per pezzo con flashback che dal presente trasportano lo spettatore ai momenti vissuti sull’isola, la storia acquista sempre più potenza. Per nove episodi entriamo a contatto con le nove ragazze protagoniste, che si svelano e raccontano attraverso il loro punto di vista quanto accaduto dopo il naufragio, facendo altresì conoscere retroscena inquietanti e non scontati. Filo conduttore sembra essere Leah (Sara Pidgeon), la cui paranoia è sottolineata da inquadrature ad hoc e una fotografia che ne evidenzia il malessere interiore.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

3.1