The Third Day: recensione della miniserie HBO con protagonista Jude Law

La miniserie in sei puntate creata da Dennis Kelly e Felix Barrett con Jude Law è un viaggio inquietante e criptico nel dolore.

Una miniserie HBO – Sky Atlantic non facilmente definibile quella che vede protagonista Jude Law, in onda su Sky e in streaming su Now Tv dal 19 ottobre: The Third Day, creata da Dennis Kelly (Utopia) e Felix Barrett e prodotta, tra le altre, dalla Plan B Entertainment di Brad Pitt, è infatti un affascinante e misterioso racconto in tre parti dirette da Philippa Lowthorpe (The Crown) e Marc Munden (Utopia): Estate, Autunno e Inverno. Autunno non è visibile perché è stato narrato con un evento dal vivo a Londra dopo la messa in onda del primo atto, Estate, descritto come “un grande evento teatrale” di 12 ore trasmesso in diretta streaming su Facebook e su Sky Arte. Già questo fa capire la complessità di questo prodotto.

The Third Day – La trama

Sam, un uomo visibilmente angosciato che parla al telefono di una cospicua somma di denaro e di un progetto che deve far approvare, si incammina verso un luogo paradisiaco, completamente immerso nella natura, qui incontra e salva una ragazzina da un gesto inconsulto e si propone di accompagnarla a casa. La ragazzina abita nella famosa isola di Osea collegata alla terraferma da un passaggio che, a causa delle maree, si può attraversare solo due volte al giorno in orari precisi. Sam appena arriva sull’isola capisce che gli abitanti sono dei personaggi quantomeno strani, molto attaccati alle loro tradizioni e diffidenti verso gli estranei. L’uomo tenta più volte di tornare sulla terraferma prima che si alzi la marea ma puntualmente qualcosa lo blocca e forse inconsciamente è lui stesso a non voler andare via. Si scopre presto che Sam soffre ancora per la perdita di suo figlio, rapito e poi ucciso qualche anno prima, e l’isola, misteriosa e poco accogliente, sembra riportare ancora di più alla luce le sue angosce. Tra strane visioni, episodi inquietanti e incubi ad occhi aperti Sam scoprirà delle cose inaspettate su sé stesso e sull’isola.

The Third Day, cinematographe.it

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The Third Day – L’isola magnetica e inquietante

I primi tre episodi (Venerdì –Il padre, Sabato – Il Figlio e Domenica – Il Fantasma) vedono protagonista assoluto Jude Law alle prese con un’isola che sembra volergli comunicare qualcosa e che si rivela un personaggio vero e proprio della serie. Un’isola che è bene sapere esiste davvero: Osea Island, infatti, si trova si trova nell’estuario del fiume Blackwater in Essex in Inghilterra, ed è estesa 1,5 km, è collegata alla terraferma da una strada rialzata che ogni giorno viene sommersa dalle maree come accade nella miniserie e parte di quello che viene raccontato nella finzione corrisponde alla realtà. L’ereditiere Frederick Nicholas Charrington, infatti, nel 1903 la acquistò e fondò un centro di recupero per alcolizzati e drogati. Recentemente è stato un centro di riabilitazione specializzato nel trattamento di problemi di dipendenza e salute mentale chiamato Causeway Retreat che ha ospitato nel 2008 anche la compianta cantante Amy Winehouse.

Sam tenta invano di abbandonare l’isola e di tornare dalla sua famiglia ma le psicosi episodiche che lo tormentano dalla morte del figlio e il dolore fisico che prova per questo lo gettano in uno stato di semi incoscienza che gli impedisce di agire razionalmente. In più gli abitanti sembrano tirarlo costantemente a sé ma il motivo rimane a lungo oscuro.

The Third Day, cinematographe.it

Nella seconda parte, Inverno, (Lunedì – Madre, Martedì – La Figlia e Ultimo giorno – Oscurità) il racconto verte, invece, al femminile con protagonista Helen (Naomie Harris, Moonlight) e le sue due figlie che arrivano sull’isola per festeggiare il compleanno della più grande. Anche Helen come Sam, nonostante la diffidenza e la maleducazione degli abitanti e l’inquietante atmosfera, è intenzionata a trascorrere a tutti i costi dei giorni di relax insieme alle sue bambine. Ma presto se ne pentirà.

The Third Day – Tra simbolismo cristiano e rituali arcaici

Quello che inizialmente sembra essere un paradiso terrestre dove trovare pace e serenità si tramuta in un “girone dantesco” che ricorda nelle atmosfere e negli abitanti quell’horror geniale e disturbante ambientato sotto la luce del sole che è Midsommar – Il villaggio dei dannati di Ari Aster: anche qui, infatti, Sam e poi Helen si trovano alle prese con credenze arcaiche, rituali antichi e crudeli e la cieca fede degli isolani alla loro religione nel quadro affascinante di un’isola. Un incubo che apparentemente sembra non riguardare i due protagonisti salvo poi rivelarsi tutto il contrario: entrambi hanno un legame misterioso con l’isola.

The Third Day, cinematographe.it

Una società impregnata dal simbolismo cristiano sul quale già il titolo della miniserie ci fa riflettere: il terzo giorno, infatti, Dio creò la terra e il mare che nel corso delle puntate diventano una costante. La terraferma, infatti, è quella agognata che i protagonisti non riescono a raggiungere bloccati dalle maree che “aprono e chiudono” ciclicamente il passaggio verso la libertà. Un po’ come fece Mosè che separò le acque del mar Rosso per salvare gli Israeliti inseguiti dagli Egiziani: la ricerca di una guida per l’isola e per il mondo si rivela presto l’obiettivo principale degli isolani perché: “Osea è l’anima del mondo, se è malata tutto il mondo lo è”. E poi simboli come il pesce, l’agnello, i grilli, che nel cristianesimo indicano rispettivamente Gesù Cristo, il sacrificio di Cristo per salvare l’umanità, pioggia, alluvioni (tra le piaghe mandate da Dio nell’Antico Testamento) e anche la morte. Elementi che rimandano costantemente al timore di Dio, all’avvento di un Messia, di un Padre redentore. Tutto questo non viene esplicitato anche se il ruolo che prima avrà il personaggio di Jude Law e poi quello di un altrettanto misteriosa donna Jesse (Katherine Waterston, Animali Fantastici) sembrano avere a che fare con il cristologico.

The Third Day, cinematographe.it

The Third Day – Un ambiguo e affascinante thriller psicologico

Ma niente è dato per scontato in The Third Day che si rivela puntata dopo puntata un viaggio criptico nel dolore di un uomo tormento dalla colpa, un “trip” lungo sei puntate rompicapo alla fine delle quali si rimane nel dubbio se quello al quale si è assistito sia stata solo la manifestazione delirante della sofferenza genitoriale, le psicosi episodiche delle quali Sam soffre da quando è morto suo figlio, o una nuova parabola biblica contenente, tra i tanti simboli, anche elementi blasfemi: un Cristo impiccato e una Madonna incinta in croce, per esempio. Un clima che ricorda oltre al già citato Midsommar anche il cinema di Lars Von Trier con i tempi dilatati che aumentano la tensione e il mistero e i personaggi minacciosi e oscuri.

The Third Day, cinematographe.it

Un thriller psicologico, estenuante e destabilizzante, che stimola continuamente lo spettatore a cercare una soluzione e soprattutto un senso a questo incubo ad occhi aperti nel quale i protagonisti rimangono intrappolati come nel peggiore dei sogni, non riuscendo quasi a muoversi. Un’opera ambiziosa come poche nel panorama sconfinato della serialità esaltata dalle interpretazioni intense di Jude Law, Katherine Waterston e Naomie Harris e dall’elegante e straziante colonna sonora di Dickon Hinchliffe e Cristobal Tapia de Veer.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.8