The Sandman 2: recensione della stagione finale su Netflix
Si conclude The Sandman con la seconda parte della stagione 2 che mette la parola fine alle vicende surreali di Sogno.
Il tempo scorre per Sogno in questa seconda parte di The Sandman 2: il suo destino è ormai inevitabile. L’ultima tranche di episodi, che conclude anche la serie Netflix basata sull’omonimo fumetto di Neil Gaiman, vede il Re dei Sogni, Morfeo (Tom Sturridge) prepararsi a quella che sarà la sua morte. Sapendo che il momento si avvicina, l’etereo protagonista decide di confrontarsi e far pace con i suoi parenti più distanti come Tempo e Notte. Poi, conferisce le chiavi del suo regno in colui che sarà il suo erede, Daniel Hall, un neonato di otto mesi concepito in sogno. Quando il bambino viene rapito dal dio dell’inganno, Loki (Freddie Fox) e Puck (Jack Gleeson), la madre di Daniel, Lyta (Razane Jammal), accusa Sogno di esserne lui il responsabile. La realtà, però, è ben altra e porterà a una serie di alleanze, intrighi e complicazioni ancora più grandi, fino a spingere il protagonista a fare i conti con se stesso e il suo destino, dal quale non può più sfuggire.
The Sandman 2: una conclusione soddisfacente per una stagione con i suoi pregi e difetti

The Sandman chiude la stagione 2 e conclude anche la serie tv con un canto del cigno non perfetto, ma sicuramente da ricordare. Il primo capitolo, pubblicato su Netflix nel 2022, ci aveva folgorato: le sue atmosfere cupe, tra il fiabesco e l’onirico, ricalcavano a pieno lo stile fumettistico di Gaiman. Con questa seconda e ultima stagione, la piattaforma di streaming si è distaccata dal suo creatore, complice lo scandalo sessuale che l’ha coinvolto. La drastica – ma dovuta – decisione non sembra aver influito sul prodotto che comunque, tra pregi e difetti, ha saputo chiudere in bellezza una serie tra le migliori mai realizzate negli ultimi anni. Il mondo in cui vive Morfeo è pieno di dèi e personaggi fantasiosi, le cui storie si intrecciano in una ragnatela dettata dal destino e dalle sue Furie. Anche Sogno (Tom Sturridge continua ad essere il perno della serie, dove tutto ruota intorno a lui) ne è coinvolto: dalla morte – non Morte, la sorella del protagonista – non si può sfuggire. Questa seconda parte di seconda è più articolata e i personaggi sono meglio sviluppati.
Tra i pregi annoveriamo Jenna Coleman che gioca un ruolo più importante. Johanna Constantine viene infatti arruolata da Sogno per una missione top secret, insieme a un rinato Corinzio (Boyd Holbrook ). La storia diventa anche più personale: Sogno non osserva solo gli esseri umani dall’esterno, ma stavolta prova sulla sua pelle cosa vuol dire sperimentare certe cose. Il tema ricorrente di The Sandman 2 è legato alla famiglia: Sogno cerca di ristabilire un rapporto con i suoi fratelli, poi arriva a compiere scelte drastiche (come quella di sacrificare suo figlio per un dovere più alto). L’intera stagione è un processo di guarigione dal quale non sembra del tutto uscirne vittorioso.
Parlando dei suoi difetti, in una serie in cui pullula di personaggi, si fa fatica a trovare un confine preciso tra Bene e Male, buoni e cattivi. Ogni individuo nell’universo di The Sandman è pieno di sfumature, e talvolta anche il protagonista stesso si rende insofferente di fronte a determinate situazioni. Se da un lato rappresenta una forza, dall’altra ne è una debolezza. Rispetto alla prima stagione, inoltre, la seconda parte pecca nella sua introduzione, troppo lenta e verbosa, prima di arrivare al fulcro della storia.
The Sandman 2: valutazione e conclusione

The Sandman ci saluta con i suoi pregi e difetti. Sebbene a volte la storia risulti confusionaria a causa dei troppi elementi in gioco, la serie Netflix resta una delle meglio realizzate degli ultimi anni: merito delle sue atmosfere oniriche, tra sogno e incubo, che ci catapulta in un mondo fantastico e surreale. I personaggi principali sono i suoi punti di forza, dove spicca Tom Sturridge, ferreo nel ruolo del Re dei Sogni. Glaciale ma anche sentimentale quando la storia lo richiede. The Sandman, forse, aveva ancora altro da raccontare, ma è giusto lasciare che Morfeo riposi, dopo il duro lavoro svolto in scena.