The Recruit: recensione della serie TV Netflix

Owen Hendricks è una giovane recluta della CIA ch si trova invischiato, suo malgrado, in un intrigo internazionale pericolosissimo...

The Recruit è una serie disponibile su Netflix dal 16 dicembre 2022 con i primi otto episodi della prima stagione. La serie ruota attorno a Owen Hendricks (Noah Centineo), un ragazzo che, nonostante abbia solo 24 anni, ha appena iniziato a lavorare nella divisione legale della CIA, un gruppo di avvocati che cerca di tenere a freno le iniziative degli agenti segreti provando a dare una copertura legale alle loro azioni.
Da buon novellino viene messo a scorrere le lettere di minacce ricevute dall’agenzia e si imbatte in una missiva di un’ex informatrice, Max Meladze che minaccia di rivelare alcuni importanti nomi di agenti della CIA. Qualcosa in quella lettera suscita la curiosità di Owen e decide di non bollarla come l’ennesima minaccia vana.

Per cercare di compiere il suo lavoro e difendere l’agenzia, si ritrova nella sua prima settimana da dipendente, sbattuto in giro per gli Stati Uniti e per il mondo per cercare di verificare la storia e di scagionare questa informatrice scontenta. Dovrà scontrarsi con i suoi colleghi, disposti a tutto per rallentarlo ed evitargli di mettersi in luce con il capo, ma soprattutto con un mondo di spie di cui non avrebbe dovuto far parte e in cui finisce in mezzo.

The Recruit: dall’autore di Castle arriva su Netflix una action comedy irresistibile e dalla trama ingarbugliata, ma non troppo!

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Come tradizione vuole, una spy-story non è tale se non è complicata: The Recruit non solo non fa eccezione, ma eleva all’ennesima potenza le contorsioni narrative del genere. Ma lo fa sempre mantenendo una leggerezza insolita, un sorriso a mezza bocca che scorre sotterraneo anche grazie alla bella presenza di Centineo nel ruolo centrale. Certo è che la scrittura di Alexi Hawley si fa sentire: l’autore di top series cult come The Rookie e Castle decide di premere l’acceleratore e imbastisce un vero e proprio labirinto.

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The Recruit inizia allora con il piede giusto: affida la regia delle prime due puntate a un tizio come Doug Liman (The Bourne Identity, Mr. & Mrs. Smith e Edge Of Tomorrow, giusto due cosine così nel curriculum) e lascia che l’azione corra, anarchica e sfrenata, infilando un colpo di scena dopo l’altro e strutturando l’architettura narrativa in maniera solida.

Tutto sembra girare per il verso giusto: Centineo ha il volto giusto e il giusto carisma in scena (non dimentichiamo che era una delle poche cose che funzionava in Black Adam), e modella alla perfezione il suo protagonista, un ventenne un po’ arrogante un po’ no ma con la giusta dose di caparbietà, che capisce sulla sua pelle come farsi strada nell’intricato mondo delle spie. In questo modo, The Recruit diventa un coming of age in salsa spionistica, che non lesina in nessun ingrediente classico e contemporaneamente sa come non strafare: romance, action, plot twist, tutto è incardinato come si deve anche grazie a una regia efficacissima e scafata e una scrittura e fotografia di gran classe.

E non tragga in inganno la sfacciata vena umoristica: perché sotto sotto The Recruit sa essere crudele e cattivo (“mi posso fidare di te?” “Quando i nostri interessi si allineano si, altrimenti no. Come d nessuno”), e perché nonostante la pressoché perenne presenza di Centineo in scena -che oltretutto vanta con l’altra protagonista, la Maxine Meladze di Laura Haddock un’alchimia incredibile- il tono è adulto e meno typecast. Probabilmente buona parte del merito ce l’ha certo Liman, che ha trovato nella scrittura di Hawley un assist favoloso: sia quel che sia, The Recruit è una delle novità più fresche di Netflix.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.5

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