The Program: rompere il silenzio – recensione della terrificante docu-serie Netflix

Un incubo profondo e lucido che offrirà una finestra inquietante sull'educazione "all'americana".

The Program: Rompere il Silenzio è la docu-serie Netflix disponibile in streaming a partire dal 5 marzo 2024. Nei suoi tre episodi ricchi di informazioni e rivelazioni scandalose, la serie si configura come un documento cinematografico che, sotto la regia di Katherine Kubler, apre una finestra su una storia sconvolgente sviluppatasi all’interno di Ivy Ridge, un’istituzione privata per giovani problematici sita a Ogdensburg, New York. La serie, attraverso una combinazione di filmati d’archivio e testimonianze toccanti degli ex studenti, getta uno sguardo penetrante e crudo sugli abusi e i maltrattamenti perpetrati all’interno di questa accademia, originariamente concepita come un luogo di correzione del comportamento.

Il sottobosco celato e oscuro della deriva culturale e educativa della complessa, folta, incomprensibile società americana viene fuori in tutta la sua terrificante crudeltà in un prodotto che denuncia e allerta al contempo. The Program intrattiene, ma non bisogna sbagliare nel giudicarlo un prodotto di puro intrattenimento: è un documento audiovisivo di denuncia assimilabile a un true crime, una inchiesta che scopre il dente avvelenato di una società postmoderna e reazionaria, indecisa e violenta, arcaica e troppo avanzata.

The Program, una denuncia raccapricciante con il volto dei suoi giovanissimi protagonisti

Il tessuto narrativo del documentario segue un ritmo incalzante, presentando inizialmente Ivy Ridge come una promessa di miglioramento per adolescenti in difficoltà, per poi rivelare il suo declino in una prigione di terrore e controllo mentale. Genitori bene intenzionati, desiderosi di indirizzare i propri figli sulla retta via, inviavano gli adolescenti a Ivy Ridge, situata in isolamento dalla civiltà e a un viaggio di almeno dieci ore dalle grandi città. La promessa di insegnare integrità, onore e disciplina si tramua in un incubo caratterizzato da metodi severi e da un sistema di controllo mentale, che include umiliazioni fisiche e mentali.

La struttura narrativa del documentario si basa principalmente su filmati catturati da videocamere domestiche, documenti unici nella loro importanza, testimonianze visibili e incontrovertibili di una realtà creduta impossibile. Questo approccio registra con cruda realtà la vita degli studenti di Ivy Ridge, evidenziando la sofferenza e il trauma vissuti. L’uso sapiente di immagini d’archivio e interviste crea un racconto potente che dipinge un quadro dettagliato della lenta disintegrazione dell’istituzione in un incubo di oppressione.

La colonna sonora inquietante e le inquadrature suggestive contribuiscono a creare un’atmosfera cupa, paragonabile a un film dell’orrore, che enfatizza la gravità degli abusi subiti dagli studenti. Ciò che rende il documentario ancora più raccapricciante è la scelta narrativa – ma anche ideologica – di mantenere uno sguardo unilaterale, concentrandosi esclusivamente sul punto di vista degli studenti. La vittima è al centro, al lato, sotto e sopra, è il focus unico e solo di questa vicenda terrificante. Questo approccio contribuisce a una narrazione libera da giustificazioni o difese da parte dell’accademia, offrendo allo spettatore un’esperienza avvincente e emotivamente impattante.

Il documentario, attraverso un ritmo incalzante, presenta dettagli scioccanti sugli eventi che hanno portato alle rivolte degli studenti nel 2005. Non si tratta solo di un racconto tragico, ma di un potente strumento di denuncia. La sua capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore e di sollevare questioni cruciali sulla responsabilità e sull’etica nell’educazione lo rende un’opera imperdibile per chi desidera approfondire la comprensione delle sfide oscure che possono emergere nell’ambito educativo. Un viaggio immersivo senza pietà per lo spettatore, che si trova a fronteggiare un incubo oscuro, un pozzo senza fondo veicolato da immagini e scelte stilistiche ben precise, architettate e disseminte con intelligenza e abilità registica.

The Program: valutazione e conclusione

The Program: Rompere il Silenzio è un prezioso documento visivo, monito urgente, un invito a riflettere sulle gravi conseguenze delle istituzioni che tradiscono la fiducia dei genitori e minano il benessere degli studenti. Questo documentario rappresenta una chiamata all’azione contro le ingiustizie perpetrate nel nome dell’educazione, spingendo gli spettatori a interrogarsi sui cambiamenti necessari all’interno di tali istituzioni e a essere vigili contro gli abusi che potrebbero celarsi dietro la facciata di istituti educativi.
Un vero incubo che non lascia scampo e spinge con forza il pubblico in un abisso profondissimo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.1

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