The Crown – Stagione 6: recensione della serie TV Netflix

The Crown arriva su Netflix con i primi 4 episodi della sua folgorante stagione 6.

Finire in bellezza era quello che l’ultima stagione di The Crown – stagione 6, disponibile in streaming su Netflix a partire dal 16 novembre 2023 con i suoi primi quattro episodi, era intenzionata a fare più di ogni altra cosa. Finire in bellezza, ma non solo: raccontare con delicatezza ed umanità, senza sfida o critica sociale, senza mai mancare di rispetto alla memoria di chi non è più in vita, uno dei decenni più rilevanti della storia contemporanea. L’impegno che ha infuso questa serie nella propria qualità resta uno dei più esemplari messi a disposizione dallo spettacolo attuale, un impegno solitario e profuso che la rende degna del simbolo che vuole raccontare tramite la sua messa in scena: The Crown è senza dubbio meritevole della corona di regina delle serie TV.

Un gioiello della corona di Netflix che continua a brillare nonostante il passaggio del tempo, il cambio degli attori, la vastissima materia che va a mettere sullo schermo in tutte le sue sfaccettature – anche impercettibili – dell’umana mente ed emozione. Non era facile creare il climax, per poi andarne a scandagliare le delicate e moltplici conseguenze, che culmina con l’incidente terribile del 31 agosto 1997. Un giorno impresso nella mente di tutti coloro che allora erano giovani, bambini o adulti: l’incidente che uccise Lady Diana e sancì un momentaneo ma decisivo declino nella reputazione della Famiglia Reale.

Peter Morgan dà il suo meglio in questa calibrata e sensibile stagione finale che riesce, anche più della quarta e della quinta, a raccontare tutti i punti di vista coinvolti nel dramma dando loro spessore e profondità.

L’abile ed equilibrato racconto di un’era che finisce, un’altra che inizia e il preludio alla storia contemporanea

The Crown; cinematographe.it

The Crown, checché ne dica la Royal Family, è una rappresentazione romantica e delicata della monarchia inglese, un racconto a ritmo lento ma crescente che analizza tutte le possibilità e offre un occhio a ciascun punto di vista senza prendere posizioni. Nessun personaggio buono, nessuna ragione, nessun montaggio creato ad arte per veicolare gli spettatori a propendere verso le posizioni della Regina Elisabetta I (Imelda Stauton), né verso quelle di Filippo (Jonathan Pierce) o di Carlo (Dominic West) e Camilla (Olivia Williams). Non prendiamo, nonostante ci sembri impossibile vista la storia recente seppur passata, neanche le parti di Diana (Elizabeth Debicki). Morgan ha così cura della materia da lui trattata, così tanta dedizione per la sua arte e le possibilità che essa offre di creare sullo schermo, da voler concentrare tutto sulla narrazione. Il suo intento, come uno script intelligente e educato vuole confermare, è raccontare, emozionare, veicolare con successo le storie di tutti, creando un piccolo angolo di trama per ogni personaggio della famiglia reale.

Il pericolo di polemica è definitivamente scampato con la felice scelta di dedicare un intero episodio – il quarto, intitolato appunto Le conseguenze – ai momenti immediatamente successivi alla morte di Diana. In questi quaranta minuti, The Crown offre il meglio della sua regia e sceneggiatura, architettando un montaggio alternato che racconta senza posizionarsi una sequenza di reazioni umane, prospettive diverse sullo stesso dolore, ognuna con la sua sensazione personalissima. Se dovessimo decidere come mostrare un lutto in TV, con tutto l’imprevedibile e caotico marasma emozionale – ed in questo caso meditico – dovremmo seguire il modello proposto da Morgan. Misura, equilibrio, ma anche sentimento e commozione, vengono naturali a questo artista saggio e creativo.

Un tema trattato magistralmente, insieme al lutto, è la dicotomia privato/pubblico, che viene indagata con il contegno della famiglia reale e la spontanea esuberanza di Lady D, vittima del suo carisma e della sua umanità manifesta, tangibile.

The Crown 6 è una stagione divisa a metà, la seconda parte si apre al futuro degli eredi reali

In una manovra che The Crown spesso attua nella sua narrazione episodica, la prima parte della stagione 6 creava i presupposti per gli eventi scatenanti precedenti alla tragedia. Se quattro episodi sono tutto un lento affondare nelle emozioni della splendida Lady Diana, innamorata del dramma ma pronta a risalire dal fondo per l’amore verso i suoi figli, e della sua ambigua storia con il magnate Dodi Al Yayed, il focus si sposta lentamente sulla relazione tra Dodi e il suo tirannico padre. I due personaggi si spiegano nelle loro sfumature e declinazioni raccontandoci quella che non sappiamo se definire una storia d’amore o solo una storia.

Con la fine improvvisa di questi due protagonisti carismatici e affascinanti, Morgan ritorna sulla famiglia reale con un movimento di macchina sotteso e al contempo intenso, mostrandoci tutta la sua abilità di narratore. Ora, lo scettro del potere, del gossip e delle storie d’amore – un testimone figurato – passa ai giovan principi William e Henry, protagonisti delle prossime puntate. Il tempo passa, nella serie come nella realtà, e così la storia da raccontare: the show must go on.

The Crown – Stagione 6: valutazione e conclusione

The Crown - Cinematographe

The Crown segue uno degli eventi più significativi della storia contemporanea: l’incidente stradale che ha posto fine alla vita di Diana Spencer e Dodi Al Fayed, all’epoca suo presunto compagno. Le conseguenze di questo tragico evento vengono introdotte da una lunga prefazione che si focalizza sulle ultime settimane di vita della ragazza, quella ragazza che Lilibet avrebbe voluto “solo vedere in pace“. Una profezia dai toni inquietanti che sarebbe, di lì a poco, diventata realtà in un modo inimmaginabile, terribile.

Sorprendenti le interpretazioni di tutto il cast, dalle giovanissime new entry che vestono i panni dei principini William (Rufus Kampa) e Henry (Fflyn Edwards), ma anche un Dominic West improvvisamente molto intenso ed credibile nel ruolo di un addolorato Principe Carlo. Peter Morgan mette insieme nuovamente un ensemble magistrale che dona l’ennesimo prodotto eccellente, la vera perla nera della sua brillante carriera.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

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