The Big Leap – Un’altra opportunità: recensione della serie su Disney+

The Big Leap - Un'altra opportunità è la nuova, speranzosa serie in streaming su Disney+ che elogia la diversità come forma massima di incontro

The Big Leap – Un’altra opportunità è la nuova serie in streaming dall’1 dicembre 2021 su Disney+ ideata da Liz Heldens e co-prodotta da Fox Entertainment e 20th Television. Debutta dunque in piena atmosfera dicembrina e natalizia, quando iniziare con una seconda possibilità – la famosa “second chance” in cui l’America crede fermamente – sembra la scelta giusta. La serie è composta da 11 episodi, in uscita su Disney ogni mercoledì. La trama, incentrata appunto sull’idea della seconda occasione, sul seguire e vivere a pieno i propri sogni, funge da pretesto (ben riuscito) per assemblare un cast inclusivo, diverso e potente. Nick Blakckburn (Scott Foley) è un produttore televisivo con dei malcelati segreti che ha bisogno di un nuovo format, di un programma che buchi lo schermo e dia nuova vita alla sua carriera. Il format scelto è un reality, ma un reality molto particolare: The Big Leap, appunto, il salto nel vuoto di chi ha voglia di dare una svolta alla propria vita. Lo scopo del reality è creare una compagnia di danza, 20 ballerini non professionisti, di qualunque età, sesso, provenienza, taglia, nazionalità. Ed i protagonisti, sia del reality ideato da Blackburn che della serie, sono il cuore dell’opera tutta.

The Big Leap: un cast multiforme come la vita                    The Big Leap cast cinematographe.it

La diversità è il sapore della vita ed è ciò che sembrano intuire i creatori di The Big Leap, creando un cast in cui le differenze sono la ricchezza della serie. Una diversità che non appare forzata, pilotata, ma una scelta naturale che rispecchia la società moderna. Una società che può, finalmente, vedersi rappresentata in tutte le sue sfumature di pelle, orientamento sessuale e taglie di vestiti. I protagonisti e aspiranti ballerini, infatti, respirano la stessa aria che respiriamo noi, non vengono dall’iperuranio degli ultracorpi delle dive hollywoodiane e delle influencers. L’umanità di Gabby (la fresca e nuova arrivata Simone Recasner) – ballerina bravissima, voluttuosa, curvy e anche madre single – arriva allo spettatore con empatia immediata. Così come anche il personaggio tridimensionale della influencer ultraquarantenne Julia Perkins (Teri Polo), in bilico tra la sua vita perfetta da social e il fallimento del suo matrimonio. L’imperfezione, la sensazione di smarrimento e di fallimento, è ciò che caratterizza tutti i personaggi di The Big Leap. È il criterio con il quale il produttore Nick Blackburn sceglie i partecipanti del suo reality, scavando tra le fragilità e i sogni più umani. Ma quali sono questi sogni? Amore, realizzazione, la possibilità di una vita diversa. Gli esseri umani, in questo, si somigliano tutti tremendamente, più di quanto possano mai omologarsi esteticamente.

The Big Leap mostra luci ed ombre dei media                    The Big Leap media cinematographe.it

Un altro tema toccato – ma purtroppo approfondito in modo poco uniforme nei primi episodi della serie – è l’ambiguità dei media. Il reality The Big Leap nasce, apparentemente, per dare una nuova speranza a chi aveva rinunciato al proprio sogno di ballare. Lo scopo di Nick Blackburn e della severa insegnante di danza Monica Sullivan (Mallory Jansen)  è apparentemente puro, positivo, un concept che comunica al pubblico il mantra “non è mai troppo tardi”. Un mantra che, per quanto possa risultare trito, rinvigorisce anche gli spiriti più sconfitti. E sembra, fino ad un certo punto, prevalere su qualsiasi altra cosa. Finché la serie non ci pone la domanda più bruciante, quella che spinge alla riflessione sulla natura dei media: dove finisce la spontaneità, la vita vera, e dove inizia la finzione, la narrazione, lo show? In un mondo che espone le parti più deboli e fallibili dell’essere umano per catturare l’attenzione dell’audience, che spazio c’è per la privacy, per la riflessione, per essere pienamente se stessi senza farsi inghiottire dal sistema? La risposta è solo nell’evolversi della serie, che parte da ottime premesse per diventare poliedrica ed interessante.
L’unico neo: un grande assortimento di personaggi che risultano, per questioni di narrazione e tempo, secondari. Mentre molti personaggi hanno la possibilità di manifestarsi ed espandersi, altri risultano abbozzati o addirittura macchiettistici, ledendo in parte la credibilità della storia. Il cast di The Big Leap è composto anche da Ser’Darius Blain(Reggie Sadle), Jon Rudnitsky (Mike Devries), Raymond Cham Jr (Justin Reyes), Kevin Daniels (Wayne Sleep) e Anne Grace Burlow (Brittney Lovewell).

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.4