Svegliati amore mio, recensione finale della fiction Mediaset con Sabrina Ferilli

La fiction Svegliati amore, miniserie televisiva diretta da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, andata in onda su Canale 5, porta alla luce tematiche ambientali, sociali e politiche ma le sfiora senza approfondirle.

Sabrina Ferilli – ormai volto femminile Mediaset dalle molteplici sfumature – è protagonista di Svegliati amore mio, fiction diretta da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, che sentivano con urgenza l’esigenza di portare alla luce un tema difficile come quello dei danni generati dall’inquinamento industriale sulla salute di chi vive in luoghi che ospitano nello stesso spazio stabilimenti e abitazioni.

A non convincere non è tanto la formula della miniserie, bastevole per spalmare i punti di una trama semplice ed essenziale, ma piuttosto come la tematica principale venga affrontata complessivamente, con dialoghi poco incisivi e l’ostentazione di alcuni momenti della vicenda raccontata che confondono sugli intenti primi della fiction.

Svegliati amore mio, la trama della miniserie con Sabrina Ferilli

La morte di Mimmo (Francesco Arca) scuote Nanà (Sabrina Ferilli) e Sergio (Ettore Bassi), che confessa alla polizia di aver avuto un diverbio con l’uomo e di averlo minacciato di morte, ma di non avere nulla a che fare con la sua morte, che sembrerebbe essere un suicidio. Nanà crede al marito ma il riavvicinamento tra i due incontra sempre più incomprensioni: ad unirli nuovamente è la fuga di Sara con Lorenzo dall’ospedale, che vengono subito ritrovati.

Nanà si convince sempre di più che dietro la malattia di sua figlia e di quella di altri bambini c’è l’ombra dell’acciaieria, con il suo fumo rosso che rende l’aria irrespirabile. Con l’aiuto di un giornalista, Stefano (Francesco Venditti), la donna decide di andare fino in fondo alla vicenda e di portarla all’attenzione dei giornali. Una decisione che porterà nuovamente ad uno scontro con Sergio, per cui l’acciaieria come per tanti abitanti del luogo, è il lavoro che gli permette di sopravvivere.

Sabrina Ferilli è la più vera, in una miniserie che manca d’incisività

Ci sono troppi punti interrogativi su Svegliati amore mio. Se nella prima puntata avevamo l’impressione che non si portasse abbastanza alla luce il tema ambientale, l’acciaieria e la sua pericolosità per chi ci vive intorno, considerato il filone principale stando anche alle dichiarazione dei due registi Simona Izzo, che ne ha curato anche la sceneggiatura, e Ricky Tognazzi, nella terza ed ultima puntata è come se ci si trovasse frettolosamente ad accelerare i tempi e i nodi della vicenda per scioglierla.

svegliati amore mio, cinematographe.it

Il messaggio/soluzione di Svegliati amore mio forse arriva timidamente – farsi sentire, dare voce al proprio disagio anche nel timore di sovvertire equilibri ed essere ignorati -, ma è come arriva che non convince pienamente. A cominciare dall’effetto cringe che suscitano le scene in cui le madri che diventano coraggio grazie a Nanà, si fanno immortalare sulla copertina di un giornale, con dialoghi che enfatizzano più il gossip di essere finite in prima pagina piuttosto che il motivo che le ha spinte ad essere lì.

La trama sembrerebbe dover essere chiara: una madre che in seguito alla malattia della figlia, riflettendo sulle morti e le malattie infantili che continuano ad alternarsi nella sua provincia, decide di affrontare la questione coinvolgendo anche altre madri e spingendole a lottare insieme per la salute dell’intero paesino. Eppure le sotto trame rischiano continuamente di distrarre da quella principale, che non viene in alcun modo valorizzata o enfatizzata dalle secondarie, spesso risolte in maniera sbrigativa. Caso emblematico è l’amore non corrisposto tra Nanà e Mimmo, la cui morte viene risolta senza alcun approfondimento del personaggio.

Nonostante la recitazione talvolta esasperata e spiccatamente romana, una scelta sulla quale si sarebbe potuto riflettere per dare alla fiction un aspetto meno ibrido – non si precisa infatti la località perché dovrebbe rappresentare il Sud Italia, ma sarebbe stato allora opportuno ragionare sul tipo di scelta linguistico dialettale da intraprendere per essere meno imprecisi -, il personaggio più vero e sincero che regge la storia è Sabrina Ferilli. L’unica che riesce a far arrivare almeno un po’ la condizione straziante di chi deve scegliere tra salute e lavoro: mettere in discussione una realtà che nuoce alla salute, ma che allo stesso tempo in molte province è l’unica speranza per sopravvivere e sfamarsi. Un soggetto che se scritto in maniera differente, seguendo una linea di intenti precisa e meno lasciata al caso, avrebbe potuto rivelarsi un’ottima occasione di riflessione più che d’intrattenimento.

La miniserie Svegliati amore mio è disponibile sulla piattaforma Mediaset Play, mentre lunedì 12 Aprile andrà in onda su Canale 5 alle 14.45 la replica dell’ultima puntata.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 1.5
Emozione - 2

1.9