Sulla scena del delitto – Il caso del Cecil Hotel: recensione della serie TV
Una giovane donna scompare; l’hanno rapita? Se è morta dove è finito il corpo? Si è suicidata? Un hotel. Un’investigazione che punta a trovare il colpevole e a raccontare alcuni dei luoghi famosi del crimine contemporaneo. Queste sono le direttrici attorno a cui si costruisce Sulla scena del delitto – Il caso del Cecil Hotel, la prima stagione in 4 puntate della nuova antologica docu-serie di Netflix, diretta da Joe Berlinger – padre di Night Stalker: Caccia a un serial killer, reperibile anch’esso sulla piattaforma -, serie che arriva il 10 febbraio 2021.
Sulla scena del delitto – Il caso del Cecil Hotel: la sparizione di Elisa
Lo show parte dalla sparizione il 31 gennaio del 2013, della studentessa canadese Elisa Lam che ha trovato la morte proprio nell’hotel in cui aveva una camera. Questo caso ha sconvolto prima la comunità di Los Angeles, poi il mondo intero. Una giovane studentessa di origine cinese scompare nel nulla, come inghiottita dalle mura del Cecil Hotel in cui alloggia; come è possibile? Perché nessuno sa nulla? Iniziano le indagini e la serie racconta come all’epoca della sparizione la polizia, i media, la gente comune si siano spesi a trovare colpevoli, cause, studiando, analizzando, cercando quella che è diventata la figlia d’America.
Il viaggio di Elisa è diventato un incubo; è importante sottolineare che Il Cecil Hotel non ha una buona fama, tutti sanno cosa succede dentro e attorno quelle mura. L’hotel è un luogo talmente spaventoso – si trova in centro a Los Angeles e per quasi cent’anni è stato associato ad alcune delle attività illecite, morti premature, serial killer sono all’ordine del giorno – che ha ispirato l’Hotel Cortez della quinta stagione di American Horror Story.
Sulla scena del delitto – Il caso del Cecil Hotel si insinua nelle camere, entra nelle macchie che sporcano il pavimenti e i soffitti delle stanze, analizza le fondamenta di quell’edificio, costruito nel 1924, vanto della città, ma poi dimora di senzatetto, disperati, e a volte noti serial killer (per esempio Richard Ramirez, noto come The Night Stalker, ospite nell’estate del 1985). Guarda da vicino le mura portanti dell’edificio spiegando come ciò che accade dentro e fuori le mura è la base per spiegare i motivi per cui quell’hotel è tanto spavento; hanno tentato per farlo rinascere di chiamarlo Stay on Main ma senza troppa fortuna. Capire il territorio del Cecil Hotel, comprendere meglio la storia del distretto serve a fare da ambientazione al dramma di Elisa Lam.
Chi ha incontrato? Chi era Elisa quando è arrivata lì?
Lo spettatore sente le parole della direttrice dell’hotel, del personale di servizio, dei giornalisti, dei poliziotti per sentire le opinioni di chi quei giorni li ha vissuti ma l’elemento più importante sono i filmati delle telecamere di sicurezza utili a ricostruire gli ultimi movimenti della studentessa. Emerge dai video qualcosa di strano, forse anche inquietante.
Sulla scena del delitto – Il caso del Cecil Hotel: un video che sconvolge il mondo
Punto centrale della serie è dunque quel video che fa il giro del mondo in cui Elisa entra ed esce dall’ascensore, quasi a rallentatore, non è in sé, preme a caso i tasti; perché è in quello stato? C’è qualcuno che ha approfittato di quella ragazza che non ha più il controllo di sé? Sembra fuggire; chi la sta inseguendo? La polizia diffonde quelle immagini sperando che qualcuno si faccia vivo e dia qualche indizio per ritrovarla – poco dopo però viene ritrovato il corpo della giovane nella cisterna dell’acqua dell’Hotel; qualcuno l’ha gettata? Si è buttata lei stessa?. L’effetto del video è un altro: fa il giro dei social, scatena gli internauti e tutti credono di avere la soluzione del caso.
La gente inizia a fare indagini personali e per buona parte degli episodi si sentono opinioni sicuramente legittime di appassionati del crimine, youtuber, utenti di Reddit, ossessionati dal caso della Lam, che però non hanno alcuna validità scientifica ma servono solo a dare alla scomparsa un’aura di mistero. Proprio questo è il punto che appesantisce la serie che si perde nel rappresentare l’ossessione che questo caso scatena. Il voyeurismo noto anche nel nostro paese verso la cronaca nera emerge chiaramente e miete vittime: la famiglia di Elisa che vede morire ancora e ancora sua figlia, la verità che viene messa tra parentesi dai cospirazionisti, Pablo Vergara, nome d’arte Morbid, ex musicista metal intervistato nella serie, accusato di essere l’assassino della Lam. Vergara racconta la sua vita rovinata, la sua carriera distrutta, il dolore per tutti gli anni persi dopo la chiusura del caso; e la presenza dell’ex musicista – che ha una sola colpa quella di aver scritto di una donna morta nell’acqua come Elisa – che rompe il flusso a cui Berlinger ci ha abituato. Stupisce perché sembra essere al di sopra delle parti e non sembra condannare l’opinione di chi ha additato come assassino un uomo che aveva solo la colpa di essere un metallaro.
Certo, la verità sulla morte della ragazza viene a galla, certo i segugi del web dicono che forse hanno sbagliato ma non c’è una dura presa di posizione verso chi inventa, monta, analizza sommariamente un caso.
Sulla scena del delitto – Il caso del Cecil Hotel: un racconto che non coinvolge
Sulla scena del delitto – Il caso di Cecil Hotel non convince a pieno perdendosi in molte parole, troppe interviste, annacquando una storia drammatica e tragica che doveva diventare centro della narrazione.
Regia 2
Sceneggiatura2.5
Fotografia 3
Sonoro 2.5
Emozione 2