Shining Girls: recensione della serie Apple TV+

Con Shining Girls Elisabeth Moss conferma il suo spiccato talento nel coniugare fine recitazione e moderne tematiche femminili, in un thriller drama tutto da scoprire (e capire) dal 29 Aprile su Apple TV+.

Con Shining Girls, serie disponibile dal 29 aprile 2022 su Apple Tv+ già con i primi tre episodi su otto, Elisabeth Moss continua a collezionare la sua lunga lista di eroine moderne del piccolo schermo. Se con Top of The Lake l’amica Jane Campion le aveva infatti affidato il ruolo da detective specializzata in crimini a sfondo sessuale e se con The Handmaid’s Tale ha turbato i nostri sogni nelle vesti di June, ancella schiava di un regime teocratico e patriarcale che vuole le donne corpi scelti per la riproduzione, nel suo ultimo lavoro tratto dal romanzo di Lauren Beukes l’attrice californiana si cala nei panni di in una giovane donna degli anni Novanta rimasta vittima (non martire) di un aggressore seriale, il quale ancora agisce indisturbato braccando e insinuandosi nelle vite di altre giovani “splendenti” ragazze.

Shining Girls: la realtà scomposta di Kirby e l’ombra agghiacciante dell’aggressore

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Kirby Mazachi, questo è il nome (scelto?) della protagonista, archivista di un quotidiano di Chicago dall’indole solitaria e introversa, al ritrovamento recente di un cadavere emerso dalle tubature della città, intuisce da alcuni segni sul corpo della vittima che quell’omicidio potrebbe essere collegato al brutale assalto che lei stessa ha subito anni prima. Quelle analogie, in particolare gli oggetti “brillanti” lasciati dal killer nel ventre delle vittime, la porterà a collaborare con il giornalista Dan Velasquez (Wagner Moura) e insieme, spolverando vecchi archivi di casi simili lasciati insoluti, si metteranno sulle tracce dell’uomo.

Eppure tutto non è poi così lineare come sembra, perché la realtà temporale di Kirby, e dunque della serie stessa, si trasforma in continuazione difronte ai suoi e ai nostri occhi. I ricordi e le (poche) certezze legate alla sua identità infatti tendono a sovrapporsi contraddicendosi in un perenne variazione; spazi e date si mescolano nella confusione di una mente ingarbugliata dal trauma e i legami familiari e domestici della protagonista non saranno altro che aspetti ingannevoli e sfuggenti che la costringono ogni volta ad appuntarsi nomi e dialoghi, a scrivere chi, in quel preciso istante, è e chi, potrebbe essere, un attimo dopo.

Confondere per poi sconvolgere. L’appeal onirico a lento rilascio della serie Apple Tv+

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È quest’inafferrabilità del concreto la prospettiva più intrigante di un thriller drama che, da una prima occhiata, si presenta alquanto ordinario nell’intelaiatura generale, ma che riesce a scomporsi e ricomporsi in un puzzle da risolvere proprio nel continuo frastornamento fra realtà e sogno, fra certezza e indeterminatezza. Nonostante infatti Shining Girls sembra proseguire un discorso femminista caro alla Moss, che qui oltre a recitare e dirigere un episodio produce anche assieme a Leonardo Di Caprio e alla sceneggiatrice Silka Luisa, per risolvere lo snodo principale, ovvero svelare il volto dell’aggressore e in particolare se sia proprio il Jamie Bell che vediamo perseguitare, la serie adotta una prospettiva ultra sfaccettata, non affidandosi a colpi di scena continui o montaggi dal ritmo serrato ma piuttosto da un lento rilascio sia in termini di suspense che di elementi ‘polizieschi’ acquisiti, e spaziare così nell’ambiguità mnemonica sempre appesa fra verità e onirismo sci-fi.

Un’evanescenza che stride volontariamente con la crudezza di alcune sequenze, in particolare fotografiche, in cui ci vengono mostrati volti e corpi femminili squartati riversi sui pavimenti ed emersi dai dossier, o quelle di altrettante future vittime catturate nel continuo giogo stalkeristico del misterioso giovane uomo. Controllata nell’insieme da una regia calibratissima ‒ forse a tratti estremamente compassata ‒, attenta a detrarre soundtrack e a misurare effetti visuali, la serie su Apple Tv+ spicca in gran parte per il suo impenetrabile approccio, necessario a indugiare nell’attesa dello svelamento della verità e a dilatare una narrazione che si dispiega nel dubbio piuttosto che nelle prove, e che promette di stupire e ripagare con uno sconvolgente plot twist che è proprio dietro l’angolo.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.4

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