Sex Education – Stagione 3: recensione della serie Netflix

Nella storia di Otis e Maeve, sesso e animo umano sono due facce della stessa medaglia.

Eccoli di nuovo lì, bellissimi e complicati, i ragazzi di Sex Education, creata da Laurie Nunn, in arrivo il 17 settembre 2021, su Netflix con la terza stagione, con 8 episodi che affrontano ancora i confini del sesso e della sessualità. Sono pronti per scoprirsi e capire chi e cosa sono, pronti a litigare, lottare, scontrarsi con gli adulti e anche con la propria immagine/idea di sé stessi. Sex Education 3 non riprende le fila dal finale della seconda stagione: Otis (Asa Butterfield) aveva lasciato un messaggio in segreteria a Maeve (Emma Mackey) per dichiararsi finalmente e Isaac aveva sabotato questo gesto mosso dalla gelosia, non poteva perdere la sua ragazza. Sia Otis che Maeve sono andati avanti con le loro vite, hanno continuato il loro percorso dimenticandosi della clinica del sesso, della loro amicizia e di ciò che li legava.

Sex Education_Cinematographe.itSex Education 3 – Stagione 3: una comedy che sa indagare nel profondo i personaggi

Otis è cambiato, ha i baffi, fa sesso occasionale e, a causa del dolore per il mancato messaggio di Maeve in risposta alle sue parole, non vuole più relazioni stabili, fanno troppo male. Lei dal canto suo è, se possibile, ancora più sola di prima nel suo camper, senza la madre e la sorellina, ma ha accanto Isaac e l’amica di sempre Aimee che sembra aver gettato dietro le spalle le molestie subite e scopre di essere una femminista. La vera sorpresa è un’altra, è arrivata la nuova preside, Hope, interpretata da Jemima Kirke (Girls) che nonostante la sua giovane età ha idee davvero retrograde e ha un solo obiettivo ripristinare gli standard di eccellenza della Moordale. La nuova preside vuole riportare a scuola le divise, silenziare la varie inclinazioni, differenze dei ragazzi e delle ragazze, pur essendo molto vicina a loro per età non ha intenzione di relazionarsi a loro da pari. Primo passo? Distruggere l’edificio – chiara metafora di qualcosa che forse non tornerà più: la clinica del sesso, il rapporto tra i due protagonisti – in cui Otis e Maeve facevano i consulti per aiutare chi aveva problemi legati alla sfera sessuale.

Sex Education 3, comedy che sa indagare anche con intensità gli aspetti più intimi della vita, torna a parlare di questo gruppo di giovani, ciascuno immerso nei propri problemi, nella propria vita, esplora ancora le geografie del desiderio, gli spazi del sesso, indaga i corpi, le fasi, i pensieri degli adolescenti. Otis, Maeve e tutti gli altri sono maturati certo ma hanno ancora tanti luoghi di sé e degli altri da scandagliare. Si parla di bullismo e di violenza, di famiglia e di amicizia; il rapporto tra Otis e Maeve è centrale ma, proprio per il fatto che sono più lontani che nelle precedenti stagioni, danno modo di conoscerli in modo differente e di conoscere anche gli altri personaggi. Lui si è indurito, ha deciso di non spendersi più per gli altri, snaturandosi in qualche modo, lei decide di impegnarsi per realizzare i propri sogni.

Si approda nell’iperuranio dell’adolescenza, in quella terra selvaggia, aspra e forte in cui abitano tutti i più giovani, mondo inesplorato e inesplorabile dagli adulti che spesso non capiscono e non vogliono capire. Una terra di mezzo a metà tra l’Inghilterra, l’America, sogno di tutti, luogo di ispirazione e il resto del mondo (Eric, interpretato sempre da Ncuti Gatwa, torna nella sua terra d’origine per il matrimonio di un parente), terra che si apre di fronte ai nostri occhi con tutte le sue sfaccettature.

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Sex Education – Stagione 3: una serie che continua a raccontare sesso, identità e animo umano

Otis ha sempre al fianco il suo migliore amico Eric che, finalmente, sembra poter vivere liberamente la sua storia d’amore con Adam (Connor Swindells), i due però sono molto lontani, diversi e se il primo ha già compiuto un viaggio dentro di sé e ora è pronto a mostrarsi al mondo, il secondo è ancora nella fase d’esplorazione. Eric e Adam camminano sì mano nella mano ma con tempi diversi e per questo a tratti inciampano e lasciano la presa perché non è mai facile dividere la propria vita, i propri pensieri con un’altra persona anche se la si ama, anche se si vuole stare con lei/lui.

Jackson ha stretto amicizia con Cal (Dua Saleh), nuov* studente non binari*, che immerge il ragazzo in un mondo a lui sconosciuto. Sex Education 3 dopo aver parlato di piattole, aborto, identità sessuale e masturbazione, arriva ad analizzare un’altra isola, quella dei non binary, tema ancora poco raccontato che ha ancora delle zone d’ombra. Jackson è affascinato da Cal e lui la vede come una ragazza ma lei non accetta il proprio corpo in cui non si riconosce – o non completamente; è interessante come i due si annusano, guardano e conoscono, nascondendosi e scoprendosi a poco a poco. Laurie Nunn porta avanti la sua storia e dà a molti dei personaggi una luce diversa, mostrando nuovi lati del carattere; Sex Education 3 è come la vita, apre e chiude strade, mette di fronte nuovi problemi, facendo emergere chi si è, le proprie evoluzioni e scoperte. Si è un po’ degli esploratori mentre si guarda la serie ed è proprio questo il bello.

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Sex Education 3: gli adulti e i ragazzi, ancora, spesso lontanissimi

Un elemento che è ancora importante è lo scontro tra adulti e ragazzi: c’è una contrapposizione netta tra chi è rimasto fermo, immobile, ancorato a un’idea castrante e limitante del sesso, e chi, giovane, non conosce confini, ma ponti, che non vuole etichette ma solo la libertà di essere libero. Sex Education 3 è una serie coerente, con una linearità nella narrazione e nella sceneggiatura che poche altre possiedono: lo spettatore segue e parteggia per loro, assiste ai viaggi nei loro corpi, tra le loro identità. Per molti adulti il sesso e l’identità sono cose lontane, da tenere chiuse tra le pareti della camera da letto, invece questi ragazzi vogliono mostrarsi e mostrare chi sono, cosa sono diventati, cosa stanno diventando. Si parla di sesso – quasi ogni episodio inizia con scene di sesso, una sorta di prefazione di quell’educazione sessuale del titolo – ma anche d’amore che quindi si collega al concetto di identità: è una generazione fluida che parla, racconta, che vuole e pretende di poter scegliere, di poter cambiare.

Ad avere ancora una parte importante è Jean, la madre di Otis; qui la vediamo ancora più umana perché in un momento importante della sua vita – la seconda gravidanza, a 48 anni è inevitabilmente diversa rispetto alla prima; tema che con la solita potenza della serie verrà raccontato e analizzato -, è più fragile che nelle scorse stagioni e il rapporto con Otis è ancora più complicato.

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Sex Education – Stagione 3: una bella scoperta tra leggerezza e dramma

Questa terza stagione continua ad essere una bella scoperta, un bel prodotto per i più giovani e per chi ormai non lo è più. Gli episodi sono ben scritti e ben diretti, capaci sempre di insegnare qualcosa di noi e dei personaggi del piccolo schermo. Ci sono evidentemente momenti forse più deboli che servono però a tenere tutto insieme e a portarci nel mondo interiore di Moordale e dei personaggi; ed è questo uno dei punti forti della serie: saper cambiare tono e voce. Da una parte c’è la leggerezza, il comico che fa sorridere, dall’altra c’è il dramma perché non è sempre tutto facile quando si è giovani ed è proprio questo che dà forma e contenuto alla serie. Alcuni personaggi sono costretti a crescere, ad abbandonare una parte di sé per poter andare avanti.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.2

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