Rise: recensione del pilot della serie tv

Rise, diretta da Jason Katims e trasmessa sulla NBC per una sola stagione, è un racconto sui drammi dell'adolescenza attraverso le prove per uno spettacolo teatrale.

Rise è una serie tv diretta da Jason Katims, trasmessa sulla NBC dal 13 marzo al 15 maggio 2018 e basata su Drama High, romanzo di Michael Sokolove.
La serie, allo stesso modo del romanzo di partenza, segue le vicende del protagonista Lou Mazzucchelli (Lou Volpe, nel libro), insegnante di lingua e letteratura inglese alle prese con la realizzazione di un progetto teatrale presso la Harry S Truman High School, in Pennsylvania. La presa del comando del dipartimento di teatro, finora affidato alla collega Tracey Wolfe, risulta un’impresa da nulla. Quella che era intesa come richiesta formale diventa immediatamente realizzazione concreta dei sogni di Lou, che con una sola parola si fa realtà : il preside, infatti, ha poco a simpatia dell’ insegnante Wolfe, e può garantire la continuità  dello stesso progetto dimezzando lo stipendio del nuovo regista.

Rise: il pilot apre tante possibilità per il futuro della serie tv

Rise Cinematographe.it

Rise – Pilot della serie tv NBC

Il preside, tuttavia, non è a conoscenza della natura dello spettacolo teatrale che Lou ha intenzione di portare in scena. Il musical presentato ai ragazzi dell’istituto, infatti, è Spring Awakening, tratto da una controversa (e reale) pièce scritta nel 1891 da Frank Wedekind. Spring Awakening si spalanca sulla Berlino del diciannovesimo secolo, più precisamente su quella degli adolescenti alle prese con la propria sessualità e le relative scoperte. Lou prosegue l’attività di docente d’inglese parallelamente a quella di regista teatrale, con l’apporto di Tracey come assistente, e ha finalmente l’opportunità di concretizzare il sogno di una vita: dare ai ragazzi qualcosa per cui vivere.

Il pilot di Rise apre tante, forse infinite, possibilità per il futuro della serie, che negli Stati Uniti è stata cancellata dopo una sola stagione. Ci sono tutti i punti fermi del cinema e della serialità a tema “collegiale”, con le rivalità fra piccole donne che subiscono sulla pelle le sofferenze e i complessi dei propri genitori e pagano le conseguenze dei loro errori, con giovani uomini alla scoperta della propria identità sessuale (o alle prese con il suo cambiamento, chissà), con le mille tensioni attorno a gruppi che potrebbero diventare comitive, o in una comitiva che potrebbe sbriciolarsi in gruppi minori.

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Non mancano i conflitti tra i docenti, di cui ognuno spinto a fare il proprio interesse a discapito dell’altro, e tutti animati dallo stesso tipo di fervore, pronti a combattere per contendersi quello o quell’altro studente. La scuola diventa campo di battaglia. Robbie, quarterback della squadra di football dell’istituto, viene sedotto dalla proposta di Lou e diventa Melchior, protagonista principale della pièce. Accanto a lui c’è Lilette, che incarna perfettamente la protagonista femminile dalla voce d’angelo. Anche Lilette, che a casa deve vedersela con le disattenzioni di una madre ancora ferma agli anni della sua giovinezza, non sembra poi così distante dal suo alter ego di Spring Awakening. Come forse ogni altra opera incentrata sui tumulti e sulle radicali svolte che giungono assieme all’adolescenza, Rise racconta il dramma interiore e il percorso intimo di ogni suo personaggio, persino quando secondario (c’è una ragazza che preferisce essere chiamata “Michael”, sebbene la si veda di sfuggita), quasi come se poi nessuno potesse essere davvero lasciato indietro.

Eppure, si ha l’impressione che la delineazione delle problematiche personali di ciascuno sia piuttosto frettolosa, automatica, come se si desiderasse conferire maggior visibilità alla preparazione dello spettacolo, che assumerebbe la propria importanza solo nel caso in cui si comprendano appieno i dissidi sentimentali e psichici nascosti in ogni personaggio. Li si descrive, effettivamente: tuttavia, si ha come l’impressione che si vogliano velocizzare i tempi necessari a rappresentare alcuni passaggi fondamentali, passaggi che richiederebbero una maturazione più lunga, più completa. Il fatto che poi Rise sia un prodotto per la tv giustificherebbe tale estensione della narrazione, che qui purtroppo si esaurisce entro breve tempo (e senza nemmeno brillare per originalità delle storie, a un passo dal cliché). Certo, a fine episodio si ha un briciolo di quella curiosità di chi vorrebbe dare un’occhiata al secondo, ma è pur sempre una curiosità temporanea.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.8