Rick e Morty – Stagione 7: recensione della serie animata Netflix

Arrivano gli episodi della stagione 7 di Rick e Morty su Netflix, ma la serie animata sembra aver perso il suo polso e anche il punto della sua narrazione.

La stagione 7 di Rick e Morty fa finalmente il suo ingresso su Netflix, disponibile in streaming sulla piattaforma a partire dall’8 febbraio 2024. I fan della serie animata troveranno una discreta quantità di novità, non sempre positive, nei nuovi episodi dello show cult, uno dei preferiti del grande pubblico di tutte le età.

Una assenza palpabile getta ombra sui nuovi episodi, una parabola discendente per quella che è stata, in otto anni consecutivi, una garanzia di eccellenza narrativa, guizzo artistico e capacità di creare coesione brillante tra follia e filo logico dell’intreccio. La creatività non manca, ma la lontananza dalla brillante freschezza delle prime tre stagioni è segno di un prodotto che ha ormai perso il suo smalto.

La palpabile mancanza di Justin Roiland e un prodotto che ha perso la sua genialità creativa

Rick and Morty stagione 7 recensione - cinematographe.it

Rick e Morty ritorna sullo schermo dei fan, finalmente dando accesso alla sua intera stagione 7, uscita negli USA a dicembre 2023. I nuovi episodi portano con sé una notevole trasformazione: l’assenza di Justin Roiland, co-creatore e voce originale dei protagonisti. Questa assenza, sebbene affrontata con sostituti di talento come Ian Cardoni ed Harry Belden, solleva diverse domande riguardo al peso della mancanza di Roiland e alle conseguenze sullo stile della serie. In italiano, la serie è doppiata dai talentuosi Christian Iansante e David Chevalier, portando una responsabilità relativa sulle spalle degli spettatori del Bel Paese. Tuttavia, per coloro che hanno apprezzato le sue performance vocali e il suo contributo alla scrittura, l’ assenza potrebbe avere conseguenze emotive significative. Oltre a essere uno sceneggiatore e produttore, Roiland prestava la sua voce a numerosi personaggi, dando un tocco unico alla serie. La transizione verso nuovi doppiatori solleva il dilemma delle differenze stilistiche tra passato e presente.

Non è una tragedia: la serie è più “sedata” rispetto alla mancanza totale di freni portata da Roiland con la sua personalità viziosa, ricca di eccessi e personalissima. Lentamente, Rick e Morty procede a rivelare se stessa e rispondere ai dubbi amletici dei fan storici dello show: le avventure della coppia insostituibile, nonché sistematicamente emblematica di una tossicità irresistibile, formata da nonno e nipote, sono come sempre divertenti e irriverenti. L’approccio alla settima stagione richiede una certa cautela, specialmente per chi ha sempre apprezzato la versione originale. Ian Cardoni ed Harry Belden, sostituti di Roiland, imitano Roiland ma non sono lui. La copia non è l’originale, nonostante la bravura innegabile di un team di talenti e professionisti degni del loro ruolo. Il timbro di Cardoni è quasi identico a quello di Roiland, ma il guizzo manca e si sente.

Non dobbiamo aspettarci un replay del primo show, ma neanche la qualità creativa di una stagione 5, ricca di citazioni e sperimenti derivativi della cultura di massa, ma anche per questo divertenti e fruibili. Sembra quasi che l’attenzione posta sulla drammaturgia della stagione 7 volesse offrire una originalità pura della sceneggiatura, creando svincoli di trama inaspettati e completamente nuovi nello schema stabilito, collaudato, della serie TV. Tuttavia, lo stratagemma non è del tutto riuscito: l’attenzione posta sullo script riesce a irretire, intrattiene, ma non è così forte da riempire i vuoti lasciati dalla genialità di Roiland. Tra i nuovi sceneggiatori, spicca senza dubbio la talentuosa penna di Heather Anne Campbell: emerge con la sua brillante puntata, That’s Amorte.

La sensazione che si percepisce è quella di un’opera dal ritmo incostante e altalenante, tra momenti brillanti e episodi che sembrano non finire più. Precisamente in questa lunghezza percepita, nel procedere frammentario e costellato di bassi, si percepisce la lieve stanchezza insita e implicita comunicata da questa nuova stagione.

La capacità dello show di bastare a se stesso non è sintomo di eccellenza in grado di riproporsi allo stesso livello dell’origine: il pubblico guarderà, riderà e si meraviglierà, ma non riuscirà a non pensare al passato con un occhio di nostalgia.

Il taglio è netto, ma non implacabile: riusciamo a vedere altre stagioni in arrivo per lo show cult, con episodi visivamente perfetti, animazioni eccitanti e lavoro impeccabile da parte dei tecnici. La mancanza di Roiland non deve essere compensata da un plagio o una copia-carbone del suo geniale coacervo di vizi e creatività, ma deve essere una spinta verso la novità, l’inventiva e uno stile inusitato. Solo un tentativo di ri-creazione può garantire il futuro di Rick e Morty come must e caposaldo dell’animazione per il piccolo schermo.

Rick e Morty: valutazione e conclusione

La stagione 7 di Rick e Morty gode di momenti alti, come la brillante sceneggiatura di Heather Anne Campbell e altri episodi divertenti, intelligenti e avvincenti, ma la serie mostra una generale mancanza di inventiva rispetto alle precedenti stagioni. Il cambiamento nella struttura e il tentativo di concentrarsi sulla qualità narrativa potrebbero rendere la serie più stabile, ma allo stesso tempo, impediscono la capacità di confermare la qualità che ha reso il prodotto un fenomeno televisivo.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.1

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