Quicksand: recensione della serie tv svedese Netflix

Debutta su Netflix la prima serie tv originale svedese tratta dal romanzo Sabbie mobili (Störst av allt) di Malin Persson Giolito.

Dalle pagine di un romanzo al piccolo schermo, Netflix porta sulla sua piattaforma streaming una miniserie in sei episodi tratta dal romanzo Sabbie mobili (Störst av allt) dell’autrice scandinava Malin Persson Giolito. Il romanzo, che poi ha dato vita alla serie tv Quicksand, è stato pubblicato nel 2016 ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il prestigioso Glasnyckeln nel 2017.

Quicksand: la quiete svedese è scombussolata da una terribile vicenda

La serie tv Netflix inizia con una scuola, una classe con ragazzi adagiati sul pavimento, esanime, colpiti a morte da una raffica di proiettili e una ragazza in ginocchio, con un fucile accanto a se e le mani insanguinate. Maria (Maja) Norberg è una ragazza appena diciottenne accusata di aver ucciso cinque suoi compagni di classe tra cui il suo fidanzato, Sebastian Fagerman. D’altra parte, all’apparenza, tutte gli indizi portano a lei, colta sul luogo della strage in stato confusionale. Portata in commissariato, la ragazza viene poi trasportata in carcere dove trascorrerà molto tempo. Quicksand, quindi, inizia il suo percorso narrativo facendo numerosi salti indietro, mostrando con flashback sempre costanti, il passato della ragazza e in particolar modo il suo incontro, le sue frequentazioni e la travagliata storia d’amore con il ragazzo perito sotto i colpi di proiettile.

quicksand cinematographe

Data la sua brevità, solamente sei episodi, Quicksand si presta ad una rapida visione nonostante alcuni momenti non sviluppati nella maniera più efficace. Il montaggio che si sposta da una parte all’altra della linea temporale della ragazza protagonista, aiuta lo spettatore a mantenere un buon livello di attenzione. Certamente affascinante è l’ambientazione, teatro degli eventi che sconvolgono la comunità. La Svezia, sempre considerata perfetta nella sua organizzazione, comincia pian piano a mostrare la polvere nascosta sotto il tappeto. In questo caso, Maria Norberg, è rappresentante di un microcosmo all’apparenza ineccepibile nella sua pacatezza, assordante quiete di un mondo quasi a se stante. Nel racconto del passato della ragazza, infatti, vediamo una vita fatta di vacanze costose in Francia, feste patinate tra ragazzi d’alta famiglia, case quasi poco vissute, perfettamente curate. Tutto ciò a descrivere una quasi totale alienazione della realtà che ci è solito percepire. Questi elementi vengono tradotti nell’utilizzo sapiente della macchina da presa – forse solo in alcuni momenti persa in ingenuità esageratamente televisive – e da una fotografia costruita su toni freddi, azzurri, quasi glaciali. Traspare in questo senso poco calore, in special modo nelle scene che ritraggono la prigionia della ragazza accusata.

L’ottima interpretazione dell’attrice protagonista convince

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La giovane Hanna Ardéhn, classe 1995, convince nel ruolo della ragazza travolta da una tempesta privata e pubblica. Eloquente è l’interpretazione sofferta, molto fisica, di una giovanissima alle prese con un evento troppo pesante da affrontare senza l’appoggio della sua famiglia. Interessante, in questo senso, è appunto l’evoluzione del personaggio con lo svolgersi della vicenda giudiziaria. La ragazza diventa sempre più un bersaglio mediatico ed in fretta ottiene una reputazione certamente non positiva agli occhi di chi segue l’intera storia. Lo spettatore riesce quasi a provare un senso di disprezzo, volendo esagerare, verso una protagonista forse troppo frivola. Saranno poi gli scheletri nell’armadio a mutare i giudizi iniziali. 

In definitiva Quicksand risulta godibile nella visione. Nulla di eccelso e al tempo stesso di buona fattura in quanto a reparti tecnici. Il fascino scandinavo, ancora una volta, fa la sua parte, e nonostante sia di un livello minore rispetto ad altri prodotti, anche cinematografici – ci viene in mente Millennium – Uomini che odiano le donne – questa serie tv non delude completamente le aspettative.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2

2.5

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