Physical – stagione 3: recensione della serie Apple TV+

La recensione dei primi episodi della terza stagione di Physical, una favola nera spietatissima, un dramma tutto lacrime e risa, tutto rabbia e emancipazione.

Physical è una storia di corpo e di fame – di diventare, di essere, di cibo ingurgitato per non pensare al dolore -, di aerobica e successo, di traumi passati che si fanno presenti, di strazio e rinascita. Physical è un canto dirompente e grottesco di esercizio fisico e di salute mentale, di voci interiori e disagi esteriori, mal celati. Physical è un disegno sulla società, sull’essere donna, sui rapporti tra generi, ed è soprattutto il percorso di trasformazione e di emancipazione personale di Sheila Rubin anche grazie alla coraggiosa, commovente e spesso molto divertente interpretazione di Rose Byrne. Tutto questo ha narrato Physical, la serie creata da Annie Weisman, che torna con la sua terza e ultima stagione su Apple TV+, con i primi due episodi, il 2 agosto 2023. Lo show ha da sempre portato sul piccolo schermo la narrazione di una donna complessa, con disturbi alimentari causati da un disagio profondo, radicato in lei fin dalla fanciullezza, una figura mostrata attraverso i suoi più animaleschi e oscuri pensieri, autodistruttivi e lividi nei confronti di sé e del mondo. Avevamo lasciato Sheila, diventata guru del fitness, in un momento importantissimo del suo percorso di maturazione, aveva lasciato il marito, deciso di lavorare sul suo disagio, scelto l’emancipazione attraverso la realizzazione del suo sogno. Sheila è stata all’inferno ed è tornata un po’ più forte di prima. Ora in questa terza stagione la troviamo in qualche modo diversa, emancipata, ma cosa ci si deve aspettare da questi nuovi ultimi 10 episodi?

Physical: una dark comedy che analizza nel profondo una donna in crisi ma capace di rialzarsi e di raggiungere ciò che desidera

Sheila: “Io sono Sheila D. Rubin, il più recente membro della squadra del The Wake Up San Diego. Vi porterò un nuovo segmento una volta alla settimana chiamato… scusate, mi dispiace… Ti dispiace se ci riprovo?”

Sheila è una donna che ha un forte impatto sul pubblico, la sua storia tocca chi guarda, la sua cattiveria che pungola l’altro è solo nella sua testa perché fuori, prima di cambiare, era la tipica mogliettina americana, fisico perfetto ma non solo anche gentile e amorevole. Alla fine della sua seconda stagione, Physical ha visto Sheila scendere a patti con quella bambina sofferente che ha tenuto in silenzio, nascosta dentro di sé, con i suoi schemi alimentari disordinati che la facevano essere asciuttissima, magrissima ma che la facevano mangiare e ingurgitare panini su panini – è più facile sentirsi piena di cibo se non hai nient’altro che ti faccia sentire così. La combinazione di abbuffate, purghe e comportamento ossessivo-compulsivo ha rovinato il suo matrimonio, l’ha resa una paria per tutti tranne che per la sua migliore amica e socia in affari Greta (Dierdre Friel). Sentirsi sola, isolata ha fatto sì che fosse viva in lei la voglia di annientamento, di controllo – sul suo corpo con il cibo perché per tutto il resto è molto più difficile. Alla fine però Sheila arriva dove vuole, a sé stessa, a diventare la signora dell’aerobica.

Con quest’ultima stagione, la saga in tre atti, fatti di ribellione, di ricerca di un certo recupero per poi finire per redimersi, giunge alla parola fine ma non senza inciampi, non senza sudore, fatica e sangue.

La terza stagione inizia sottolineando che non c’è alcun ritorno da parte della protagonista sulle scelte precedenti ma questo non vuol dire che non ci saranno momenti complessi, ritorni ai traumi passati. Il matrimonio di Sheila con Danny (Rory Scovel) è decisamente finito e la sua collaborazione in affari con la migliore amica Greta sta andando forte. L’attività di fitness della protagonista cresce anche perché non è più imbrigliata da quei legacci che la costringevano ad essere la Sheila di sempre, rinchiusa in un ruolo (la perfetta moglie e madre americana), in casa. Ormai libera dal marito, Danny che può chiamare ex, senza l’amante che le ha insegnata a desiderare – e ad essere desiderata – ancora, da quella voce che le parlava nella testa e la faceva sentire in difetto, può finalmente concentrarsi sul suo progetto, sull’inspirare e sull’espirare, sul contare, sull’inventare esercizi di aerobica, sulla propria emancipazione e sul miglioramento di sé stessa – anche attraverso il gruppo di supporto è riuscita a silenziare quel monologo interiore autodistruttivo che l’ha resa una mina vagante.

Sheila e Kelly, la sua nemesi

Il silenzio dentro e fuori le permette di essere una madre e un’imprenditrice migliore, in grado di lavorare sulla costruzione del suo impero invece che sul proprio corpo. La voce interiore era un marchio di fabbrica delle prime due stagioni, quei soliloqui che picchiavano forte, la realtà in cui Sheila vive, chi le sta intorno erano il senso della narrazione, generatori di dramma e grottesca ironia: mentre di fronte al mondo lei è perfetta, la sua mente è cattiva, sempre di più, anche se dimostra di essere perfetta, nel corpo – atletica, capelli voluminosi, sempre giusta per ogni occasione -, nel volto, nei sorrisi che spreca, dentro è arrabbiata, delusa e nemica di sé stessa. In questi primi episodi non si sente la mancanza dei dialoghi con sé stessa perché la serie ci porta una novità, una variazione sul tema, utile a capire meglio la vera Sheila.

Greta: “Lei è la più frizzante, la più bionda e senza alcun dubbio la più famosa grazie al suo ruolo da protagonista nel film Trish Out of Water. Lei è abbastanza sexy per gli uomini ma comunque abbastanza dolce per fare appello alle donne” 

Non è mai facile per la donna e così per lei i mostri sono lì, pronti a ritornare sotto altre forme: ad un certo punto per prepararsi meglio alle lezioni in televisione, Sheila dovrà seguire lezioni di danza e sarà per lei molto difficile perché vorrà dire tornare al passato, dove tutto è iniziato.

Ha ancora quel disperato bisogno di controllo, di un avversario psicologico, di qualcuno che la critichi. L’avversario è la vivace star della sitcom Kelly Kilmartin (Zooey Deschanel) che ha dato inizio ad una rapida scalata nel settore del fitness e cha l’ha battuta sul tempo riguardo agli step. Vede Kelly un giorno, in tv, mentre fa aerobica, quella è la sua nemica, la sua nemesi. Sheila rende Kelly la voce che le riecheggia nella testa, portavoce di un pensiero disordinato che si trasforma presto in allucinazioni in piena regola. È una versione di tutte quelle diatribe che lei ha avuto con sé stessa, ma assumono una nuova prospettiva dalla bocca di Kelly.

Kelly: “Ora, aspetta che vedano quanto fottutamente pazza sei davvero”

Kelly è deliziosamente subdola (“pensavo fosse la D di divorzio”, dice quando analizza parola per parola, lettera per lettera il nome e il cognome di Sheila; “solo le brutte persone pagano per andare in televisione. Le belle persone hanno altri mezzi”), degna avversaria per Sheila e così, invece di rimanere solo un’eco nella testa di Sheila si manifesta nei momenti di ansia.

La rivale si mostra durante le riunioni di affari, nei bagni, si presenta in formissima, ostentando il suo fisico perfetto, la sua sicurezza, la mancanza paralizzante di odio per sé stessa e lo getta in faccia a Sheila.

Kelly: “Io sono meglio della realtà. Io sono in televisione “

Lei è biondissima, perfetta nel suo look (“Non è un outfit, è un costume”), deve essere dolce e giovane, punge, attacca la protagonista nelle sue più piccole e nascoste fragilità, la sminuisce. Proprio quando Sheila ha successo, quella strana e grottesca strega madrina compare, è una campanellino che l’autosabota.

Mentre Sheila cerca il look perfetto, di fronte allo specchio, arriva Kelly che le smonta quasi tutti gli abbinamenti – non è per te, sembri She devil ma vecchia -, la deride sul set dello shooting tanto da portarla a chiedere un attimo di pausa, tanto da sentirsi nei panni sbagliati (“Questo intero oufit, questo look, non è per me. Io non sono dark”).

In sala, alla sbarra, Sheila si ritrova immersa tra i fantasmi e i mostri del passato, gli sguardi maschili su di lei, la paura ritorna e la sua nemesi non può che farle compagnia spaventosa e mefistofelica, vuole colpirla, farla crollare proprio come era solita fare quella fastidiosa voce che ricordava a Sheila quanto fosse sbagliata. La donna però inizia a parlare – con il gruppo di sostegno delle molestie che ha subito da ragazza da un amico di suo padre e con Greta della voce che sentiva nella testa -, a raccontare cosa l’ha abitata, il male che aveva dentro e che l’ha messa in difficoltà.

Physical: l’emancipazione di una donna e il racconto di un periodo

Sheila deve essere tutto ciò che ci si aspetta che una donna nel 1983 fosse: materna, ma autosufficiente, motivata, ma mai a spese degli uomini. Byrne esprime con tutta sé stessa, con volto e corpo, la crescita di Sheila nel modo in cui affronta questioni difficili, ferite ancora purulente, mostri che ancora vivono nella sua mente. Physical è uno show onesto, a tratti fin troppo che dilania e fa sorridere, che tormenta e fa riflettere, narra la realtà, spietata del recupero della salute mentale, mostra la natura insidiosa della propensione all’autodistruzione. Vedere Sheila che cerca forza nel gruppo di donne con cui si incontra, mentre cerca di trovare il proprio centro e il proprio posto nel mondo, è intenso e violento addirittura, vedere che ha fatto un percorso – nonostante il suo viaggio dell’eroina sia ancora lungo – è toccante e intenso.

Sheila: “Tu stai bene. Tu sei grata. Tu hai tutto ciò di cui hai bisogno. Vai là fuori e sii onesta. Sii te stessa”

Weisman consegna la fotografia ironica e crudele di un mondo cinico e avido, di una società che punta tutto sull’aspetto – lo sguardo malefico dell’insegnate di danza di fronte a Greta -, che mira ad essere apprezzata e non ad essere sé stessa. Al centro ci sono gli anni ’80 che si interessano del corpo, sottilissimo, atleticissimo, perfetto all’esterno – ma che forse poi all’interno nasconde mostri inquietanti. L’aerobica, le diete, le pillole e qualunque altro elemento che controlla le trasformazioni del corpo, sono ingredienti che possono essere negativi se mal usati e se non sostenuti da una mente e uno spirito equilibrati.

Fondamentale nel viaggio di Sheila dentro di sé e nella propria mente, è Greta, amica e socia in affari. Sono lontani i giorni in cui Greta faticava a far sentire la propria voce, in cui era vittima del suo ruolo, del suo corpo, ora è determinante per il successo di Sheila. La protagonista apre le porte a poche persone, per non dire a nessuna, ma c’è spazio sempre per Greta. Entrambe le donne sono ambiziose e questa spinta è una forza unificante; è vero però che le azioni di Sheila sono spesso impulsive, non tengono conto di chi le sta intorno e potrebbe comportarsi male anche con lei, di nuovo, come ha già fatto in passato. Greta non è semplicemente ridotta all’archetipo di sodale, e questa stagione la lascia uscire anche dall’ombra del marito, aiuta – per capire il nemico, divide il mondo dell’aerobica televisiva in bionde frizzanti, sirene calde, “maschiette” con capelli corti e tutte fasci muscolari – Sheila, la appoggia e sostiene.

Physical: conclusioni e valutazioni

Physical Nei primi due episodi la serie riesce a portare ancora qualcosa di nuovo, mostra quanto sia ancora lungo il viaggio dell’eroina di Sheila ma non per questo meno interessante del passato. La serie riesce a esplorare gli esseri umani in maniera profondissima e spaventosa, a spingersi oltre analizzando i lati più oscuri, gli abissi della disperazione a cui pensieri, ferite, passato possono condurci. Sheila fatica a bilanciare i passaggi della sua guarigione con la tentazione della ricaduta, e osservarla soppesare ogni evento, ogni situazione perché il fallimento è dietro l’angolo è difficile ma è catartico. Physical è uno show duro, riconoscibile perché ha una propria voce, una propria scrittura e vuole portare lo spettatore alla fine di questo iter consapevole di aver partecipato a qualcosa di importante.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.9

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