Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: recensione della serie TV Disney+

Epiche scene d’azione, creature mitologiche, divertimento e tanta avventura. La serie Disney Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo omaggia la saga di Riordan, trovando il giusto equilibrio tra rispetto per l’opera originale e la necessità di affrontare nuovi temi.

Arrivano dal 20 dicembre 2023 su Disney+ i primi due episodi della serie fantasy Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, basata sull’omonima serie di romanzi dello scrittore statunitense Rick Riordan. Come molti di voi sapranno, i primi due libri della saga erano già stati adattati sullo schermo, rispettivamente, nel 2010 e nel 2013, con Logan Lerman nei panni del protagonista Percy. Le opere cinematografiche furono ampiamente criticate dai fan della saga, a causa delle eccessive libertà delle produzioni, come l’invecchiamento del protagonista da 12 a 16 anni. Lo stesso Riordan si disse indignato per lo stravolgimento delle sue opere.     
La serie in otto episodi Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, ideata da Jonathan E. Steinberg, riesce lì dove la controparte cinematografica aveva fallito. Un peso significato nella riuscita dell’opera lo ha avuto il grande coinvolgimento nella produzione proprio di Rick Riordan, che ha garantito fedeltà all’opera originale.

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: di cosa parla la nuova serie in onda su Disney+

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: recensione della serie Disney - Cinematographe.it

Nel primo episodio della serie, che riprende il titolo del primo capitolo del libro, “Disintegro accidentalmente la prof di matematica”, facciamo la conoscenza di Percy (Walker Scobell), dodicenne che vive a New York insieme alla madre Sally, e iscritto alla Yancy Academy, esclusiva scuola per ragazzi difficili. Il protagonista ha una diagnosi di dislessia e ADHD, è stato espulso da diversi istituti, ed è la preda preferita dai bulli. 
Le uniche persone su cui puoi contare sono il suo migliore amico Grover (Aryan Simhadri) e il suo insegnante di latino, Mr. Brunner. Durante una gita qualcosa di incredibile accade al protagonista: la sua professoressa di matematica si trasforma in una Furia e tenta di ucciderlo. Un episodio senza testimoni, che culmina con l’ennesima espulsione del ragazzo dalla scuola.

Tornato a casa, Percy ha un’interessante conversazione con sua madre: scopre così di essere un semidio, in quanto il padre, che credeva morto, è in realtà un dio greco. Ma non c’è tempo per ulteriori spiegazioni, dal momento che madre e figlio vengono attaccati da un minotauro. Durante il combattimento Sally ha la peggio, e svanisce nel nulla, mentre Percy viene portato al Campo Mezzosangue, luogo di addestramento per giovani semidei, dove ritrova anche Grover, che è in realtà un satiro incaricato di proteggerlo.          
Proprio mentre sta stringendo nuove amicizie, il protagonista è incaricato di partire per una missione, con lo scopo di scongiurare una guerra nell’Olimpo, riabilitare il nome di suo padre Poseidone, e recuperare sua madre dall’oltretomba. Ad accompagnare il protagonista in questa pericolosa avventura ci saranno Grover (Aryan Simhadri) e Annabeth (Leah Sava Jeffries), coraggiosa combattente, figlia di Atena.

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La rinascita del fantasy sul piccolo schermo

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Negli ultimi anni molti adattamenti, per così dire, sfortunati, stanno avendo una seconda occasione. Le piattaforme streaming hanno sempre più interesse nel riadattare saghe letterarie sottoforma di show televisivi. Basti pensare al recente His Dark Materials, o alle già annunciate Le cronache di Narnia (affidata a Greta Gerwig), Eragon, e, soprattutto, Harry Potter.  
Anche la serie Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo si inserisce in questo contesto, riuscendo a rimanere fedele all’opera originale ma introducendo nuovi accattivanti elementi. In particolare, risulta vincente l’idea di scegliere un cast di attori veramente giovani, in linea con l’età dei loro personaggi, al fine di avere una panoramica di lungo periodo, in cui il cast cresce insieme ai protagonisti.

Parlando proprio delle star di questa nuova serie, Walker Scobell porta benissimo sullo schermo il tagliente sarcasmo e cinismo di Percy. Leah Jefferies, dal canto suo, restituisce importanza e credibilità al personaggio di Annabeth – dopo la deludente interpretazione di Alexandra Daddario, a causa di una scrittura lontana dal romanzo -, eroina tosta e intelligente, più matura rispetto alla sua età. Completa il trio il Grover di Aryan Simhadri, molto a fuoco nel ruolo di mediatore tra Percy e Annabeth. Simhadri ha uno stile recitativo molto delicato, perfetto per un personaggio saggio ma, allo stesso tempo, insicuro circa le sue capacità, in quanto rimasto traumatizzato dal fallimento della sua missione precedente.         
Dal punto di vista tecnico, gli effetti speciali sono davvero incredibili, mai invadenti o eccessivi, in quanto l’azione non prende il sopravvento sui dialoghi e sull’elemento fantasy, ricco di creature magiche e profezie. C’è dunque un buon equilibrio tra generi. La colonna sonora è imponente, in linea con l’epicità dell’impresa, ma forse non così riconoscibile, almeno per il momento.

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Il riscatto di Medusa

Nel terzo episodio di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, verrà introdotto uno degli antagonisti dei libri, Medusa. Storicamente, in letteratura e nel cinema, questa creatura mitologica, con dei serpenti come capelli e il potere di pietrificare con lo sguardo, è sempre stata rappresentata in un’accezione negativa. Nella serie Disney questo personaggio avrà un’evoluzione importante rispetto ai libri, come ha dichiarato lo stesso Riordan in un’intervista per Entertainment Weekly: “Nel mio libro Medusa è praticamente una cattiva standard. Lei va e viene, e non si approfondisce molto. Quindi è stato davvero divertente lavorare all’episodio tre con Jessica Parker Kennedy. La sceneggiatura è molto più ricca, e penso che emergerà maggiormente il punto di vista di Medusa”.

Dare più sostanza a questo personaggio è un segno chiave del cambiamento e dell’innovazione che la serie vuole apportare. Quando pensiamo a Medusa, la maggior parte di noi avrà in mente il celebre scudo dipinto da Caravaggio che raffigura la testa mozzata della Gorgone, uccisa da Perseo stesso. Secondo il mito, Medusa un tempo era una sacerdotessa bellissima, che fu tramutata in mostro da Atena come punizione per aver attirato su di se le attenzioni del dio del mare, Poseidone, che la violentò in uno dei templi della dea della sapienza. In Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo questa potente creatura mitologica, questa donna affascinante, non è più una nemica priva di personalità, ma le viene data l’opportunità di diventare un personaggio interessante e convincente, aprendo la strada a nuovi spunti di riflessione.

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: valutazione e conclusione

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Con un cast azzeccato, una storia travolgente, e il rispetto per l’opera originale, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo sembra davvero essere sulla strada giusta per rendere felici i fan della saga, e non solo. Come scritto poc’anzi, c’è un equilibrio tra scene d’azione, elementi fantasy, e sequenze ambientate nel mondo moderno, che rendono la narrazione davvero attuale. 
È importante anche il tema della diversità, dell’inclusività e della sensibilizzazione nei confronti di alcuni temi. Nella serie, come nei libri, vengono mostrate con intelligenza storie e situazioni molto diverse tra loro, in cui i bambini e le bambine, ragazze e ragazzi, possono indentificarsi.

Un esempio è la dislessia di Percy, vista dalla società come un punto di debolezza, un problema di apprendimento, che ha portato il protagonista ad essere emarginato e ad emarginarsi lui stesso. Percy nel campo per semidei scopre che la sua dislessia non è un limite ma una peculiarità legata al suo essere semidio. Insomma, la serie raffigura un mondo davvero inclusivo, mostrando storie e personaggi che cattureranno tutti gli spettatori.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.5