Outer Banks – stagione 3: recensione dell’avventurosa serie Netflix

Tra triangoli amorosi, drammi familiari e naufragi, i Pogues tornano nelle Outer Banks in una nuova entusiasmante caccia al tesoro, che unisce teen-drama, divertimento e avventura, in un mix vincente. La nostra recensione di Outer Banks 3.

Dal 23 febbraio 2023 è disponibile su Netflix l’attesissima Outer Banks 3, la nuova stagione della serie televisiva che unisce temi classici dei teen-drama – in primis The O.C. e Gossip Girl – agli elementi avventurosi ereditati da opere come L’isola del tesoro e Indiana Jones.
Nei nuovi episodi, i Pogues si cimenteranno in una nuova grande avventura: la ricerca della città perduta di El Dorado. D’altra parte, un nuovo tesoro implica – ovviamente – un nuovo acerrimo nemico.         
Tra adrenaliniche caccie al tesoro, intrecci amorosi e drammi familiari, Outer Banks  riesce ancora una volta ad intrattenere e stupire il suo pubblico. Ecco la nostra recensione.

Outer Banks 3: trama della nuova stagione

Outer Banks 3 recensione - Cinematographe.it

Outer Banks 3 riprende circa un mese dopo gli eventi narrati alla fine della seconda stagione. I Pogues – John B. (Chase Stokes), Sarah (Madelyn Cline, apprezzata di recente in Glass Onion- Knives Out), Kiara (Madison Bailey), Pope (Jonathan Daviss), JJ (Rudy Pankow), e la nuova arrivata Cleo (Carlacia Grant) – sono bloccati su un’isola dei Caraibi, ribattezzata “Poguelandia”, dopo la loro ultima resa dei conti con l’acerrimo nemico – nonché padre di Sarah – Ward Cameron (Charles Esten).           
Resa dei conti da cui i Pogues sono usciti ancora una volta sconfitti: Rafe (Drew Starkey), il sempre più incontrollabile figlio di Ward, è riuscito ad impossessarsi della croce di Santo Domingo, una reliquia di inestimabile valore legata agli antenati di Pope.                      
Fortunatamente – o sfortunatamente – un misterioso salvatore giunge a Poguelandia per portare i giovani protagonisti via dall’isola. Il relax dura veramente un battito di ciglia: John B, Sarah, Kiara, Pope, JJ e Cleo si ritrovano nuovamente coinvolti in una adrenalinica caccia al tesoro, stavolta guidata da Big John, il finora presunto disperso padre di John B. L’uomo è vicinissimo a trovare il pezzo mancante per raggiungere la città perduta di El Dorado. Ovviamente, la nuova caccia al tesoro introduce anche un nuovo antagonista: Carlos Singh (Andy McQueen), una vecchia conoscenza di Big John, anch’egli ossessionato dal tesoro di El Dorado.

Tra rapporti padre-figlio e il fiorire di nuovi amori

Outer Banks 3 recensione - Cinematographe.it

Il più grande punto di forza di Outer Banks 3 l’esplorazione dell’intricato rapporto tra il protagonista e suo padre, Big John (Charles Halford). L’uomo, infatti, dato per morto sin dalla prima stagione, è ancora vivo, nascosto alle Barbados. La reunion tra John B. e il padre arriva piuttosto velocemente, pertanto i due hanno tutto il tempo di conoscersi nuovamente, dopo anni di separazione.   
Osserviamo un John B. più maturo, che non ha paura di mettere in discussione il comportamento del padre, lì dove necessario. Big John, infatti, non è esattamente un padre modello: dipinto – o meglio, ricordato – come un eroe dal figlio, in realtà l’uomo ha una personalità egocentrica ed egoista, che mal si coniuga con la responsabilità di avere una figlio adolescente.   
Big John tirerà fuori i lati peggiori del giovane protagonista, istigandolo a comportamenti violenti e vendicativi, che metteranno a repentaglio anche la relazione del giovane con Sarah. Questo ambiguo rapporto padre-figlio restituisce a John B. una certa dose di complessità, e lo fanno uscire dal pericolo di diventare il classico capogruppo retto e infallibile.  
D’altra parte, l’attenzione riservata alla riunione di famiglia toglie, inevitabilmente, spazio agli altri personaggi della serie.

Fortunatamente, in Outer Banks 3 Kiara e JJ riescono a ritagliarsi la loro dimensione, tuffandosi in una romantica – quanto complicata – storia d’amore alla Romeo e Giulietta, sul versante familiare, e alla Joey e Pacey su quello adolescenziale, visto  il risentimento di Pope-Dawson, ancora infatuato dell’amica. Sfortunatamente, è proprio il personaggio di Pope ad essere relegato in un ruolo marginale, insieme alla nuova entrata in squadra Cleo. La ragazza sembra avere la sola funzione di grillo parlante: colei che consiglia Pope in amore e lo aiuta a risanare i rapporti con la sua famiglia, dal momento che lui è troppo immaturo per agire di sua iniziativa. Di Cleo, un’eroina potenzialmente molto interessante, sappiamo davvero ben poco. Quali sono i suoi sogni, le sue aspirazioni, i suoi difetti? È un personaggio che va necessariamente approfondito.   
Un altro personaggio sfruttato troppo poco nei nuovi episodi è Rafe Cameron. Drew Starkey – forse il talento più brillante di Outer Banks – ha costruito un antagonista con i fiocchi; meno riflessivo e impulsivo di Ward, e per questo potenzialmente più crudele e imprevedibile. Peccato che nella terza stagione Rafe – da un certo momento in poi –  abbia un’importanza, tutto sommato, relativa.       
A conquistare margine di azione in questi nuovi episodi è invece il personaggio di Sarah. La giovane eroina non è più – per fortuna! – il trofeo sottratto da John B. al rivale in amore, Topper (Austin North) ma diviene, episodio dopo episodio, l’elemento più brillante e acuto di questa terza stagione. Senza di lei i Pogues sarebbero davvero spacciati!     

Outer Banks 3: meno social più avventura

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Outer Banks 3, attraverso una trama ricca e piena di azione – pur con qualche alto e basso – riesce ad evitare i punti morti: ogni episodio è più grande dell’altro, non solo qualitativamente ma anche quantitativamente. Pensante che l’episodio 10, che chiude la stagione, dura la bellezza di 80 meravigliosi minuti. Praticamente un film.    
Per concludere, OBX 3, pur non esente da alcuni difetti narrativi – scelte di sceneggiatura che strizzano esageratamente l’occhio alla soap opera, un nemico meno calzante del precedente, e una fastidiosa fotografia “giallognola” del Sud America – ha il coraggio di volare in controtendenza rispetto ai teen-drama contemporanei. Pur essendoci triangoli amorosi e rivalità tra bande, il tema portante della storia resta l’avventura, quella pura e genuina di chi non è più bambino ma non è ancora adulto: l’avventura de I Goonies, di Jumanji, di Hook – Capitan Uncino, di Stand by me
I Pogues, pur essendo figli di questa epoca, non sono interessati ai social, a internet, hanno a malapena qualche soldo in tasca. Questa è la più grande piccola rivoluzione di una serie che – nella sua imperfezione – riesce a far sognare grandi e piccoli con storie di antichi tesori perduti.        
Se al termine dei nuovi episodi sarete ancora ossessionati dai giovani protagonisti, non temete. Outer Banks è stata rinnovata ufficialmente per una quarta stagione, e noi non vediamo l’ora di vederla!

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.5

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