Notte Stellata: recensione della Serie Prime Video con J.K Simmons

Con un titolo così vago da sembrare un documentario Discovery, Notte Stellata – in originale Night Sky – è invece un tentativo di sci-fi adulta tra i più interessanti degli ultimi anni. La Serie TV prodotta da Legendary Television e Amazon Studios, disponibile su Prime Video dal 20 maggio 2022, ha per protagonisti i premi Oscar J.K. Simmons e Sissy Spacek in un’avventura che guarda allo spazio ma riflette su cose ben più vicine, come il cedimento del senso di meraviglia quando gli anni avanzano, le ferite si aggravano e nulla emoziona più come prima.

Notte Stellata Cinematographe.it

In un panorama fantascientifico abitato da adolescenti in pieno coming-of-age, lo show creato da Holden Miller e Daniel C. Connolly indaga il mondo inespresso della terza età. Il genere sci-fi si allontana dalla più comune metafora del passaggio alla vita adulta per raccontare una coppia di anziani che, segnati dalla perdita del figlio, osservano da una misteriosa finestra sull’universo la volta celeste inarcarsi su un pianeta deserto. Ma mentre spalanchiamo la bocca immaginandoci accanto a loro, assorti nell’estesi, gli occhi della coppia si incrociano e nasce una domanda: “non sei un po’ stanca di tutto questo?”.

All’inaspettato quesito pensa l’universo, che dopo anni di silenzio rompe gli indugi della loro placida e ricorrente contemplazione con l’apparizione di un giovane sconosciuto giunto da chissà dove. Ha inizio così un’avventura che, purtroppo, finisce per assomigliare a tante altre. Un thriller fantascientifico che quando osserva da vicino i suoi protagonisti sa essere splendido e originale, mentre nell’intrecciarsi a enigmi antichi e storie parallele si conforma alla norma.

Un panorama mai visto: benvenuti nella finestra sullo spazio

Escono di notte, per non essere visti. Attraversato il bosco, qualche metro oltre casa, si rivelano ai raggi della luna prima di scomparire nel capanno degli attrezzi. Lì, nascosta nell’accumulo di oggetti anonimi e prevedibili, si spalanca la bocca di un mistero senza spiegazione: un passaggio segreto per un mondo altro, che valicato rivela il più incredibile dei panorami. Irene e Franklin York, rimasti soli dopo la prematura morte del figlio e ora latitanti tra noia e depressione, osservano lo spettacolo, guardando dritto negli occhi l’abisso stellare. Si ripromettono amore, ma il dolore che grava sulle loro spalle si inarca come le rughe del volto.

La comparsa di Jude (Chai Hansen), il misterioso ragazzo rinvenuto senza sensi nella stanza delle meraviglie, apre questa magia a intrecci più vasti di quella che avremmo potuto credere un’allucinazione senile. Il pianeta deserto è invece realtà, anzi: un piccolo pezzo di un puzzle cosmico, che Notte Stellata inizia a dipingere alternando le vicende dei due protagonisti alla coppia di madre e figlia che dal’Argentina attraversano un’altrettanto misteriosa botola per ritrovarsi – come d’incanto – nel cuore di New York.

C’è qualcosa, in questi vent’anni che Irene e Franklin hanno dedicato al solo guardare e attendere, che mai avrebbero potuto immaginare. Ovvero che da lì a poco l’universo, che appariva così statico, come a osservare il più incredibile dei dipinti, era invece in un movimento febbrile che ora li riguarda e li riporta alla vita vissuta (e non solo osservata).

Interpretazioni toccanti, ma la sceneggiatura non aiuta

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Irene e Franklin sono dolci. Si prendono cura l’uno dell’altro. Ma la loro vita, fino a qui, non è mai stata così assurda. Irene risponde allo stravagante cambiamento come a un’iniezione di adrenalina. Abbandona la sedia a rotelle su cui appassiva le giornate e si alza per aiutare il giovane sconosciuto. Jude, che non manca di segreti, è giunto da chissà dove in cerca del padre scomparso. Irene vuole aiutarlo, Franklin è più restio.

J.K Simmons e Sissy Spacek sono affettuosi e intriganti. Simmons non si allontana dai lidi conosciuti negli ultimi anni di carriera; è ancora l’anziano ruvido e un po’ caustico che gongola con il capo mentre accenna un sorrisetto vittorioso, ma veste bene il ruolo e la sfumatura romantica è centrata.

I movimenti rallentati a cui l’età obbliga i due impone una regia indolente, a volte un po’ anonima. Più incisiva, in alcuni passaggi, è la colonna sonora: un tappeto di note che cerca il crescendo e l’impatto cinematografico. Ma se Notte Stellata si rivela subito allo spettatore, mostrando l’incredibile finestra sullo spazio già nei primi minuti, decide poi di chiudere le porte al mistero e fermarsi intorpidita su vicende più vicine. Anche questo rende lo show di Amazon un esperimento curioso, ma mentre apprezziamo i tentativi di riflettere grazie al genere sci-fi sulla depressione in tarda età o sull’effetto del tempo sui traumi della vita, molte interazioni sembrano servire solo a portare ogni episodio fino alla soglia dell’ora.

Domande che potrebbero essere fatte per dipanare il complicato mistero vengono rimandate una scena dopo l’altra, sospendendo tutto in silenzi e discorsi fuorvianti. Una dinamica che è ormai imperativa nel piccolo schermo ma che in questo caso inficia anche sul risultato. Apprezziamo che Notte Stellata non abbia fretta, ma spesso si ha la sensazione che gli otto episodi che compongono la prima stagione siano un puro artificio di cui la storia non necessitava.

Da quale porta magica è passata Notte Stellata

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Prima di gettarci in un giudizio esaustivo di Notte Stellata (avviso: non sarà una stroncatura ma nemmeno una proclamazione) vale la pena raccontare la sua origine. Perché non è proprio quello che ti aspetti, un po’ come la serie stessa.

Tutto ebbe inizio da un videoclip. Non un film, non un franchise: un video musicale. Anomalo, ma coerente con l’intento Prime Video di portare sulla piattaforma uno sci-fi capace di distinguersi. Correva l’anno 2018 e Oh Baby degli LCD Soundystem arrivava su YouTube con l’apporto di un cortometraggio di appena sei minuti diretto da Rian Johnson (quello dello Star Wars più odiato di recente: episodio 8).

Oh baby
You’re having a bad dream
Here in my arms

Oh Baby, LCD Sounsystem

Nonostante il minutaggio, con una magia di montaggio e un’idea di ellissi efficace il regista raccontava la dolce storia di una coppia di anziani intenti nella costruzione di un marchingegno capace di teletrasportarli tra due punti. Lui era David Strathairn, mentre lei era proprio Sissy Spacek, che Notte Stellata, dopo aver rimesso mano al soggetto del videoclip per ampliarne la gittata e le implicazioni, richiama a rivestire più o meno lo stesso ruolo. Per quanto già nonna, Irene è un personaggio che non ha abbandonato lo slancio materno che ne offusca spesso le valutazioni rispetto al più esitante marito.

Come Irene e Franklin, restiamo a guardare

Quando ricorda il lavoro di Rian Johnson con Oh Baby, che è poi anche un omaggio in chiave sci-fi della splendida sequenza flashback di Up, Notte Stellata è davvero una riflessione dolceamara sul tempo, la memoria e, soprattutto, sul senso di meraviglia (che si legge anche amore) di cui si può ancora essere capaci nonostante gli anni abbiamo privato di mistero persino una finestra sullo spazio. Non è un caso che nel soggiorno degli York appaia in bella vista un Turner (con tanto di nome del pittore scritto gigante sul poster, a forzarci lo sguardo), l’artista emblema della vita contemplata nella sua espressione più feroce e sublime.

Notte Stellata perde di umanità e diventa un giocattolo quando abbandona la sua unicità inseguendo personaggi il cui mistero non è pari a quello personale vissuto da Irene e Franklin. Jude, ad esempio, è sì l’elemento che smuove la loro vita, ma la incaglia in questioni e non-detti il cui scioglimento è il semplice riproporsi di una dinamica comune delle serie tv: false piste, induzioni di colpa, accuse, perdoni e twist già annunciati. Tutto ciò non condivide l’intensità dei seducenti primi minuti che ci avevano posto accanto agli York in quella stanza di mistero e, nonostante l’ambientazione aliena, umanità.

Uguale critica muoviamo alle vicende parallele che dall’Argentina si spostano negli USA seguendo Toni (Rocìo Hernàndez) e sua madre Stella (Julieta Zylbergerg) in un percorso di avventure paranormali e segreti. Inoltre, il disvelamento che chiude i primi otto episodi è ancora troppo vago per essere teaser di un puzzle degno di passione. In questo senso assomiglia a quel titolo così approssimativo. La seconda stagione diventa quasi d’obbligo per dare senso alle vicende, e magari tornare sui propri passi che così bene ci avevano catturato all’inizio di questa storia. Notte Stellata rimane una promessa, ma può essere ancora qualcosa di più.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8