Narcos: Messico – stagione 3: recensione della serie Netflix

Narcos: Messico è una serie molto complessa. Vive di ombre, di fantasmi, di morti e di corruzione. Con l’uscita di scena di Felix Gallardo, interpretato da Diego Luna, le cose devono in qualche modo cambiare, per quanto riguarda gli equilibri, le dinamiche, la corsa per la supremazia. In questa terza e ultima stagione, arrivata su Netflix il 5 novembre 2021, Carlos Bernard racconta ancora una volta una realtà complessa, il narcotraffico messicano negli anni Novanta, e narra anche la corruzione e il tentativo della DEA di fermare tutto.

Narcos: Messico 3 – il racconto del narcotraffico e della corruzione

Narcos Messico 3_Cinematographe.it

Narcos: Messico 3 racconta gli anni Novanta, anni in cui molti dei più famosi capi dei cartelli della droga finiscono per cadere: Escobar è morto, Felix è in prigione, alcuni pensano alla pensione. Nella terza stagione Amado Carrillo Fuentes e il colombiano Pacho Herrera provano a sparire nel nulla. Lo spettatore si ritrova di nuovo lì, tra i cartelli, lì dove violenza e corruzione esistono. La serie continua a narrare l’evoluzione del narcotraffico messicano attraverso gli eventi accaduti all’inizio degli anni Novanta, e lo fa con una nuova voce narrante, che non è più quella di Scott McNairy, l’agente della DEA Walt Breslin, voice over del prequel, ora sequel, tanto da mostrare l’arresto di Pablo Escobar e l’ascesa del cartello di Cali che erano al centro della serie originale. Per l’ultima stagione c’è stato un cambio di rotta. La narratrice è Andrea Nuñez (Luisa Rubino), la giovane giornalista del quotidiano La Voz che vuole portare a galla le ferite più profonde del Messico, il traffico di droga e la corruzione che spesso macchia il potere politico ed economico a Tijuana. La giornalista cerca di trovare indizi sui rapporti tra il cartello di Arellano Felix e alcuni esponenti del governo, dell’industria e della magistratura.

Narcos: Messico 3 – il panorama della nuova stagione

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La seconda stagione si è conclusa con la fine dell’impero di Gallardo e questa stagione deve pensare quindi con un necessario cambio dei giocatori. I capi delle varie fazioni sono diversi e gli uni sono avversari degli altri: la famiglia Arellano ha ancora il controllo di Tijuana – la serie si apre con il matrimonio di Enedina (Mayra Hermosillo) -, dall’altra parte della barricata c’è Amado Carrillo Fuentes (Jose Maria Yazpik) che si trova presto a capo del cartello di Juarez e cerca di espandere i propri affari, e poi ci sono “El Chapo” Guzman (Alejandro Edda) ed i suoi che vogliono trovare il proprio posto nel commercio di cocaina. A cercare di ostacolare queste “manovre” è ancora l’agente della DEA Walt Breslin (Scott McNairy) e come si è già detto La Voz che vuole smascherare i traffici loschi. Si inserisce nella storia anche quella di un poliziotto di Juarez, Victor Tapia (Luis Gerardo Mendez) che si trova ad indagare su alcune donne scomparse, mettendo in luce una delle piaghe che colpiscono soprattutto il confine messicano: i femminicidi. Il poliziotto ha molti problemi, alcuni simili a quelli della giornalista, altri propri, deve infatti provvedere a mantenere la sua compagna e questo inevitabilmente lo porta a fare degli scelte difficili. La sua vita cambia quando viene incaricato da una madre disperata di trovare la figlia scomparsa.

Narcos: Messico 3 – l’intreccio delle varie storie non convince totalmente

Narcos: Mexico 3 intreccia le quattro storyline, vuole, e in parte riesce, a tenere alta la tensione, il ritmo, ma non sempre c’è un legame tra spettatore e personaggi. Sono proprio i personaggi a non convincere pienamente. La serie è scritta e realizzata bene eppure non c’è l’empatia nei confronti di nessuno. Si sta in bilico in quella terra così calda e sanguinaria/sanguinolenta, si assiste alla corruzione e alla violenza, ai matrimonio utili a creare ulteriori rapporti, si guarda la deriva umana e disumana; la serie mostra il fascino perverso di un mondo che è bloccato in un loop infinito in cui la guerra non è mai finita anzi, le varie fazioni sono sempre più crudeli. Qualcosa però non torna, sarà che i primi episodi procedono troppo lentamente, sarà che ci sono troppe storie e lo spettatore può perdersi in esse. 

Una stagione che non soddisfa pienamente

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Narcos: Messico 3 è un prodotto complesso perché ha molti elementi positivi ma ha anche una grande falla che fa sì che lo spettatore resti un passo indietro.  Questa terza stagione è buona eppure non scuote chi guarda come in passato.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

3

Tags: Netflix