Me, Myself and I – Stagione 1: recensione dei primi episodi della serie tv

La nostra recensione di Me, Myself and I. la serie tv composta da 13 episodi, che si rivela godibile e capace di far sorridere, commuovere e divertire.

Al centro di Me, Myself and I, serie tv statunitense targata CBS, ideata da Dan Kopelman, c’è la vita di Alex Riley. Lo show si concentra su tre periodi dell’esistenza di Riley, l’adolescenza, l’età adulta e la maturità; il protagonista viene interpretato da tre attori diversi che danno corpo al quattordicenne, Jack Dylan Grazer, al quarantenne, Bobby Moynihan, e al sessantacinquenne, John Larroquette. La serie, dopo essere stata trasmessa in due parti negli Stati Uniti – i primi sei episodi sono stati trasmessi dal 25 settembre 2017, poi la rete ha annunciato il ritiro a causa dei bassi ascolti e  i rimanenti 7 episodi sono stati trasmessi dal 7 al 21 luglio 2018, dopo averne annunciato la chiusura -, andrà in onda su Joi dall’11 gennaio 2019.

Me, Myself and I: il racconto dell’adolescenza

Me, Myself and I Cinematographe.it

Me, Myself and I è una comedy che, con i suoi 13 episodi, racconta alcuni momenti fondamentali delle tre età del protagonista, intrecciando personaggi di ieri, di oggi e di domani (i genitori, gli amici, gli amori di Alex), mescolando i pensieri, gli slanci e i sentimenti del quattordicenne, le crisi e i moti dell’animo del quarantenne, la voglia di riparare agli “errori” compiuti e le saggezze irruenti del sessantacinquenne. Si ride con Alex che da ragazzino è un nerd/inventore che, ritrovatosi, a causa o grazie al nuovo matrimonio della madre con un pilota di aerei, con un padre e con un fratello, deve cominciare da capo a Los Angeles (partendo da Chicago).

Questa serie pur essendo piuttosto classica nella scrittura e nell’uso dell’umorismo spezza in qualche modo dei cliché tipici proprio del genere. Il ragazzino infatti non odia il patrigno, Ron, e neppure il fratello, Justin, come si potrebbe pensare; fin da subito è chiaro che con loro tutto sarà facile – Alex è cresciuto senza padre, fuggito dalle sue responsabilità prima che lui compisse un anno, e senza fratelli -: Ron è una figura maschile buona, sempre presente, una persona con cui finalmente costruisce un rapporto, e Justin è completamente diverso da Alex ma lo ama come se fosse sangue del suo sangue. A creare problemi all’adolescente ci sono la scuola – classica divisione tra popolari e sfigati -, tra prese in giro e nomignoli, e l’amore per Nori, una bella ragazzina bionda, dagli occhi azzurri, che lo turba nel profondo – la vede camminare al rallentatore e con un sottofondo musicale. Non è mai tempo per loro, lui è troppo timido, impacciato e sbaglia tutto con lei.

Me, Myself and I: la narrazione dell’età adulta

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La serie gioca con i piani partendo dal piccolo Alex, dai suoi giorni migliori come da quelli peggiori, tiene legato, attraverso macro temi – come la famiglia, l’amicizia, l’amore – quel bambino all’uomo adulto, cresciuto e diventato padre, agganciandosi poi alle ore mature di un uomo che ancora ambisce a stringersi al grande amore della sua vita, Nori. Alex, diventato padre, non è poi tanto diverso da quel ragazzino che si rinchiudeva con Justin nell’armadio per mangiare i dolciumi, continua a inventare cose ma senza successo (le bacchette da sushi con la forchetta integrata), gioca con la sua bambina come se lui stesso fosse ancora un bambino (ogni anno per il compleanno di Alex hanno un rito, vanno a giocare a basket con le tute dei Chicago Bulls).

Me, Myself and I dà spazio al fallimento, fin dal pilot, insegna allo spettatore che il “buio” è contemplato: come l’adolescente Alex non riesce a chiedere mai alla ragazzina di cui è innamorato di uscire, così l’adulto Alex crolla miseramente dopo aver scoperto il tradimento della moglie e deve ricostruire, a poco a poco, e con non poca difficoltà, la sua vita. Anche se padre di una piccola scheggia sempre sorridente, divertente e buffa, si dimostra per quello che è, una persona che non riesce a trovare la propria strada – vive a casa, o meglio nel garage, del migliore amico di una vita Darryl (Jaleel White, noto al pubblico per lo Steve Urkel di Otto sotto un tetto). Alex però non perde occasione per tentare di fare il colpo della vita, continua, insiste assieme a Darryl, suo amico, confidente e collega, di realizzare l’invenzione del secolo. La serie oltre ad essere il racconto di una crescita, di una vita, di un grande amore che non passa mai, è anche la storia di un meraviglioso rapporto tra un padre amorevole e una figlia innamorata del papà.

Me, Myself and I: la storia di un amore che non finisce mai

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Nel primo episodio è chiaro però che Alex non è abbonato alle “cadute”, infatti lo spettatore sa che il protagonista nel futuro sarà un sessantacinquenne di successo, capo di un’azienda ben avviata e quotata in borsa. Dopo un attacco cardiaco che lo mette in allarme, l’uomo decide di andare in pensione e godersi l’esistenza per non avere rimpianti. Cosa può accadere nella vita di Alex quindi? Rincontra Nori, bella come da ragazzina, dolce come da ragazzina; Alex prende coraggio la bacia come avrebbe dovuto fare durante quel ballo del 1991 invece di strozzarsi con una mentina. Però, c’è un però, Nori è fidanzata, ha un compagno che le chiede addirittura di sposarlo e di trasferirsi. Per la prima volta Alex non demorde, tenta di uscire con altre donne ma il suo pensiero è sempre per Nori, continua a vederla, a frequentarla; arriverà il loro momento e lui vuole essere pronto per accoglierlo.

Me, Myself and I è uno show godibile, che si fa guardare proprio per quello che è, una semplice comedy, capace di far sorridere, commuovere e divertire.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.7