Marry My Husband: Vuoi sposare mio marito? – recensione dello show Prime Video

Un revenge drama dal retrogusto profondamente coreano che non delude i fan del genere: la serie di Prime Video è un guilty pleasure perfetto.

Marry My Husband : Vuoi sposare mio marito? è una serie originale Prime Video disponibile in streaming a partire dal 1° gennaio 2024. Un titolo proveniente dal Sud della Corea che irretisce lo spettatore a partire dalle prime scene, da subito esplicative del dramma che si andrà a svelare – come un incidente inevitabile al quale lo spettatore assiste da fuori – nello scorrere delle puntate. Parlare di revenge drama sarebbe troppo semplice per definire Marry My Husband, che prende ispirazione da una popolare web novel costituita da 16 episodi. Un insieme di felici trovate stilistiche ed artistiche graziano di valore autoriale, ma anche di tanto sano divertimento, la trasposizione per lo schermo.

Commedia e giallo soprannaturale, con un tocco di satira pungente e un intreccio intelligente, Marry My Husband non è ascrivibile alla categoria dei capolavori assoluti, ma regge abilmente sulle sue spalle un discreto peso emotivo.

Marry My Husband: Vuoi sposare mio marito? – un revenge show dal tocco soprannaturale che emoziona senza esclusione di colpi

Marry My Husband recensione - cinematographe.it

Marry My Husband Vuoi sposare mio marito? è una serie TV scritta da Shin Yoo-dam e diretto da Park Won-guk. La combo funziona in un sodalizio forte, accordato alla perfezione: la trama, i dialoghi e i silenzi sono scritti per la resa cinematografica, affilati e scolpiti al dettaglio per potersi adattare alla visione minimal dagli abbaglianti bianchi e neri di Won-guk. La visione registica è precisa, così come la sensazione tattile che i personaggi inquadrati trasmettono all’occhio dello spettatore: i protagonisti sono così perfetti, levigati, senza pori, da sembrare quasi bambole.

I colori utilizzati dalla palette di Won-guk giocano su tonalità fredde, monocromatismi che bloccano la visione in una realtà che vuole ricordare l’estetica della web novel. Una trovata stilistica che gioca con l’attenzione del pubblico, con le sue aspettative riguardo l’opera: per un immaginario così patinato, di plastica, il contenuto degli episodi è puro dramma, puro fuoco. Senza esclusione di colpi, sferrando un pugno metaforico in pieno volto, i primi episodi della serie vedono i fatti esplodere direttamente sotto gli occhi dell’audience. Non c’è suspence, c’è un tragico susseguirsi di incidenti che travolgono la vita della trentasettenne Kang Ji-won, interpretata da Park Min-young. Una donna dal carattere subito definito, accudente ma assertivo, la protagonista passa la sua vita a lavorare alacremente per la sua compagnia, ma anche a prendersi cura del suo volubile e abusante marito Park Min-hwan, interpretato con irritante abilità da Lee Yi-kyung.

La vita matrimoniale di Ji-won e Min-hwan è un vero inferno, minacciata dalla costante vessazione dei genitori di lui. Lo stress porta lentamente la giovane donna ad ammalarsi di cancro: la sua vita, tra lavoro, abusi e ingiustizie, prende la piega peggiore. Ma, un po’ come pellicole ormai diventate classici del cinema contemporaneo come Sliding Doors – al quale la serie sembra rifarsi molto – il destino non ha pietà e mette ulteriormente il suo cinico zampino nell’esistenza sfortunata di Ji-won. Ricreando una delle sequenze più diffuse nelle commedie romantiche “all’americana”, la scena del primo episodio apre da subito la narrazione: dopo aver ricevuto la pessima notizia riguardo la sua salute, Ji-won torna a casa dal marito e lo trova a letto con la sua migliore amica, la ambiziosa e invidiosa Jung Su-min, interpretata da Song Ha-yoon.

Tradita, malata e frustrata, Ji-won perde la testa in una sequenza brutale, dalla potente emotività che contrasta con l’estetica patinata. Una colluttazione porta alla morte improvvisa, insensata e violenta della protagonista. Non è solo Il Trono di Spade ad uccidere i suoi protagonisti nella prima puntata della serie TV! Il twist, tuttavia, è solo l’incipit delle sorprendenti puntate successive: in una simbolica ricerca di seconde possibilità, Ji-won torna in vita e indietro nel tempo con le memorie del suo vissuto, riuscendo così a ordire una tremenda vendetta contro i due traditori. Il revenge plot di Marry My Husband è uno stratagemma, un device che serve a offrire una polisemia simbolica alla storia di Ji-won: la possibilità di ricominciare non si limita alla ricerca di vendetta, a cercare il dolore altrui, ma è una vera e propria seconda occasione alla vita. Un’esistenza spesa a badare al prossimo, senza spazi per sé, rapporti reali d’amore e amicizia, è davvero degna di essere vissuta? La riflessione sembra accompagnare – parallelamente alla trama intricatissima del revenge plot – la nuova vita di Ji-won con forza simbolica impressionante.

Marry My Husband, valutazione e conclusione

Marry My Husband – Vuoi sposare mio marito? è una serie TV accattivante, ben interpretata, con un ottimo ritmo e una variazione di tono costante ma equilibrata. Si spinge verso la commedia, ma ha anche elementi del drama, della black comedy e del revenge movie più archetipico. La natura sfaccettata dello show lo rende avvincente, cattivo ma anche profondo, stilisticamente elegante e narrativamente efficace. Una bella serie coreana da gustare tutta d’un fiato!

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3