Love Me: recensione della serie TV

Love Me è il racconto dell'amore in ogni sua fase.

Consideriamo il cuore e la sua complessità. Prendiamo l’amore e persone di varie età, adulti in balia dell’enigma più difficile da comprendere: l’amore. Racconta questo Love Me, la miniserie (sei episodi), di Emma Freeman, entrata del catalogo Paramount+ dal 14 febbraio 2023, che esplora lotte e ironie del romanticismo moderno attraverso il viaggio di tre individui della stessa famiglia, ognuno dei quali persegue un piccolo sentimento chiamato amore. Love me mette al centro una famiglia, composta da padre, madre e due figli: ci sono Glen Mathieson (Hugo Weaving), un uomo di 64 anni, e sua moglie Christine Marie che dopo un incidente d’auto ha perso una gamba e, da allora, è costretta a letto, e poi ci sono Clara (Bojana Novakovic) e Aaron (William Lodder), la prima un’anestesista alla ricerca d’amore e il secondo uno studente che adora la sua ragazza. Dopo la morte di Christine il mondo crolla addosso a ciascuno di loro e saranno costretti a guardarsi in faccia, comprendersi e capire anche cosa desiderano.

Love Me: il racconto dell’impegnativa ricerca dell’amore

Love me, adattata dalla serie svedese Älska mig, è un dramma romantico con un tocco familiare che non scende a patti con nulla: a volte l’amore fa male, a volte si è estremamente sfortunati, si dà tanto a chi non merita, si incontrano poi persone meravigliose che possono cambiare tutto e si scoprono coloro che erano sempre lì e di cui non ci si era mai accorti. Clara, Adam e Glen si ritrovano sopraffatti dal dolore per la morte di Christine; la vita della donna era molto difficile, aveva poca voglia di vivere ormai, eppure Glen aveva cercato di mantenerla viva prendendosene cura. L’uomo ha lottato per renderla felice anche se da anni era bloccata a letto, mentre si occupa delle faccende domestiche nel miglior modo possibile pensa a organizzare un bel viaggio per il loro anniversario ma non sa che Christine non potrà mai partecipare a quel viaggio. Christine muore il giorno prima della data in cui sarebbero dovuti partire e nonostante le ritrosie, la tristezza e il dolore, spinto da Clara, decide di partire perché ha bisogno di un po’ di amore e un po’ di luce. La luce la troverà proprio grazie a quel viaggio per due che farà da solo, lì incontrerà Anita, una donna che lo farà sorridere di nuovo.

Clara lavora come anestesista e ha dedicato tutta la sua vita a diventare una professionista, senza mai osare spostare la sua attenzione su qualcosa di futile come l’amore. Ora ha 38 anni e passare la vita da sola la spaventa, prova a conoscere qualcuno grazie a qualche app di incontri ma affronta solo disastri. L’incontro che cambia le cose è quello con Peter K, suo vicino di casa, il bell’uomo riesce a scalfire la corazza che la donna si è costruita e inizieranno a frequentarsi ma non senza difficoltà. Poi c’è Aaron che è innamorato della sua ragazza Ella, parla di lei, vorrebbe stare sempre con lei ma quest’ultima sembra preferire il divertimento a lui. I due non sono un match perfetto, se lui vuole averla sempre con sé, lei è divertente, estroversa, ambiziosa e vuole un’identità separata tutta sua. Quando la madre muore è a pezzi, subisce più degli altri il dolore e lo dimostra senza paura; è geloso della madre, del suo ricordo e delle sue cose.

Emerge chiaramente che, indipendentemente dalla generazione a cui si appartiene, l’amore è sempre una ricerca impegnativa, eppure è uno dei sentimenti più belli del mondo. La domanda qui è, i tre personaggi sono disposti a correre il rischio di innamorarsi di qualcuno?

Love Me: una storia sul ritrovare sé stessi e sull’innamorarsi

Love Me, sembra banale dirlo ma è davvero così, è un racconto sul ritrovare se stessi e sull’imparare ad amare di nuovo, ciascun personaggio deve fare ciò per poter compiere il suo percorso lungo la storia. Clara, Glen e Aaron portano le loro fragilità, le loro paure senza stratagemmi o schermi, sono a tratti insopportabili, immaturi, egoisti, per niente coraggiosi, e riescono a colpire lo spettatore anche grazie alla scrittura, i personaggi sono vividamente dettagliati e ben recitati. Ci si sente vicino a loro, a Clara che è alla ricerca di qualcuno di decente e quindi tifiamo per lei quando trova qualcuno che ha tutte le caratteristiche giuste. Si prova tenerezza per Glen che all’inizio è distrutto e spento per ciò che la sorte ha voluto per lui ma poi lo vediamo rinascere a poco a poco perché “proprio come chiunque altro” vuole essere felice e se lo merita. Aaron è forse il più insopportabile, manca di maturità ed esperienza di vita eppure si mette in gioco e gradualmente si ritrova e impara molte cose di sé stesso e del mondo.

La serie è costellata da piccoli momenti che danno corpo alla vicenda e danno spessore e verità ai tre personaggi, ci mostra le nuove scintille di cui sono ricchi i primi amori, quei primi, emozionanti momenti in cui la persona di fronte a noi è un universo di possibilità, con tutti i rischi, le incertezze e l’euforia che derivano dal conoscere qualcuno. La gioia, le minuzie e il dolore delle relazioni intime e delle amicizie vengono messe a nudo e parlano della bellezza del rischio e della scelta di investire interamente su qualcun altro. Si è pronti anche a riconoscere che a volte la vita ti fa degli scherzi che sparigliano le carte e che le scelte degli altri ci influenzano.

Love Me è il racconto dell’amore in ogni sua fase, non è un caso infatti che i tre protagonisti stiano vivendo diversi momenti. Si riflette su questo: c’è Aaron che abita ed è abitato da una passione divorante, c’è Clara che più matura è almeno sulla carta pragmatica, cauta ma, per non soffrire, evita la felicità, infine c’è Glen che non pensa di meritarsi un’altra possibilità dopo la morte della moglie. Equilibrato tra evasione e realismo, questo show sfida le convinzioni e dimostra che ogni cosa è possibile.

Una serie che arriva diritta al punto

Love Me non è certo una novità, ci sono dei cliché tipici del genere romantico ma riesce a far sorridere, ad accarezzare e a commuovere. Riesce a sondare i personaggi in modo delicato e tenero, a farci innamorare di questi esseri umani spezzati, mancanti e sbagliati, così simili a noi, riuscendo a rendere interessanti cose, situazioni banali, comuni. Nonostante l’estetica raffinata, gli episodi arrivano diretti al punto: l’amore ci spinge a essere migliori, a fare meglio e ad accettare che, indipendentemente da come ci sentiamo, a volte non funziona.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8