Lost Ollie: recensione della serie animata Netflix

Un mix di delicatezza, tenerezza, malinconia e struggimento.

Esce su Netflix il 24 agosto 2022 Lost Ollie, la miniserie animata basata sul romanzo Ollie e i giocattoli dimenticati di William Joyce su cui lavora Shannon Tindle per la sceneggiatura. Alla regia c’è il premio Oscar Peter Ramsey che ha collaborato con Joyce a Le 5 leggendeLost Ollie mette in scena con i suoi 4 episodi l’incubo di qualsiasi bambino: perdere il suo compagno di giochi, il suo pupazzo preferito; questa volta il gioco perso è Ollie (doppiato nella versione originale da Jonathan Groff), un meraviglioso coniglietto patchwork, ma il perdersi è l’incubo anche dell’amico di pezza che all’improvviso si ritrova all’interno di una scatola, in un negozio di antiquariato, con il cartellino del prezzo attaccato a un orecchio. Il panico, la paura e la disperazione. Come si fa senza Billy? Non si fa: Ollie deve tornare da Billy, il nome del suo proprietario, è troppo poco, del bambino con cui ha giocato, ancora non è la descrizione giusta, del suo migliore amico. Lost Ollie racconta il folle e disperato viaggio – in tecnica mista, realizzata con una mescolanza di ambientazioni e personaggi reali e altri invece creati in CGI – del coniglio per ritrovare il suo Billy, nonostante non abbia, almeno all’inizio, abbastanza memoria per ricordare ciò che è successo per portarlo via dal bambino, e per farlo dovrà ricostruire il suo castello della memoria pezzo per pezzo, grazie ad una mappa che lo condurrà attraverso un’avventura epica e piena di speranza.

Lost Ollie: una storia intrisa di calore, piena di lacrime e di amore

Lost Ollie narra una piccola e grande storia che dentro di sé ha molte sfumature, molte pieghe e piaghe: ha il dolore, l’amore, l’avventura, il bullismo, la malattia, la voglia e il dovere di crescere, la perdita e ogni sentimento, ogni momento, ogni spinta vivono in Billy (Kesler Talbot) e in Ollie. Attraverso una storia forse già vista – non è certamente la prima volta che si mostra il viaggio di un giocattolo per ritrovare la strada di casa – si arriva a toccare le più profonde corde dell’animo umano e questo perché si tratta anche del racconto di Billy, un bambino di 9 anni che perde il suo migliore amico proprio nel momento in cui la sua infanzia cambia rotta, quando eventi più grandi di lui gli cadono addosso.

Quando Ollie si sveglia e si ritrova in un luogo sconosciuto, decide di mettere da parte il timore e il terrore perché là fuori, da qualche parte c’è il suo Billy che ha bisogno di lui, disperatamente, la sua mamma sta male e, lo si comprende subito, qualcosa le è successo, e lui non può e non deve lasciarlo solo. Sia Ollie che Billy stanno combattendo all’unisono per ricongiungersi, entrambi piccoli in un mondo fin troppo grande si dibattono per ritrovare il rispettivo miglior amico. Il tenero Billy appende manifesti in cui ha ritratto il suo Ollie, il coniglio dal canto suo ha realizzato una cartina dove ha disegnato ogni posto importante per capire quanto è lontano da casa. Lost Ollie è una narrazione intrisa di calore ma è anche piena di lacrime, di paure, quelle di chi si sente perso, solo; si dialoga con la malinconia, la nostalgia e la speranza, quella che si riscopre grazie a Ollie e Billy che credono anche nei momenti più difficili che nulla sia perduto, anche quando tutto sembra perso loro sono uniti perché tanti piccoli fili li tengono legati.

Lost Ollie: una lirica e straziante serie che racconta il crescere

Lost Ollie recensione Cinematographe.it

Alla stregua di Toy Story, si osservano i giocattoli animarsi, parlare, ma come Sette minuti dopo la mezzanotte si assiste anche al dolore di un bambino la cui mamma sta soffrendo. Billy, un bambino di quarta elementare che ha perso molto più del suo giocattolo preferito, sta crescendo vivendo una sorta di viaggio di iniziazione: lo vediamo solo, Ollie è il suo porto sicuro quando le cose si complicano, e così solo deve affrontare i bulli, lo strazio, la mancanza. Mentre i due combattono, superando le stesse tappe, quasi nello stesso momento, condividono un tesoro, i ricordi felici della vita prima della loro separazione. Vestiti da pirati vivono avventure meravigliose, giocano insieme ai genitori, interpretati da Gina Rodriguez e Jake Johnson, condividono l’amore, i sorrisi, ma anche purtroppo le ferite, gli squarci – non tutti dialogano con il dolore nella stessa maniera, non sempre si è pronti, anche se si è adulti, a perdere e a soffrire. Il padre di Billy lo vorrebbe più maturo perché teme che gli avvenimenti che stanno capitando gli chiederanno di diventare grande presto, lo invita a lasciare a casa l’animale di peluche e questo colpisce chi guarda perché nella vita di ogni bambino è arrivato quel momento. Dall’altra parte della barricata, accanto al bimbo e a Ollie, c’è la mamma di Billy che abbraccia l’immaginazione infantile, la difende perché per lei è un dono prezioso. Lost Ollie è una lirica e a tratti straziante serie animata e umana in cui i sentimenti, i momenti, gli abbracci sono reali, vivi, memoria che scava nella memoria di chi guarda.

Ollie è simbolo di sicurezza e spensieratezza, tipiche di una certa infanzia, quando Billy lo perde è perché un po’ di quella sicurezza e di quella spensieratezza ormai non ci sono più, dunque quel viaggio estremo e bellissimo di uno all’altro è eroico e fanciullesco insieme. La vita ha chiesto al protagonista in carne e ossa di dimenticare giochi e divertimento ma lui – come anche il compagno di avventure – è troppo legato a quel fratello di pezza verso cui prova un amore inimmaginabile per non tentare.

I compagni d’avventura del tenero e coraggioso coniglietto

I quattro episodi colpiscono perché sia Ollie che Billy sono piccoli grandi eroi, determinati, pronti a combattere le loro battaglie, insieme anche se separati perché loro hanno lavorato a/per questo momento: la distanza non distrugge i rapporti se questi sono solidi. Ollie incontra degli altri personaggi che coinvolge nella sua ricerca: Zozo (Tim Blake Nelson), un saggio – o così sembra perché molti nascondono una parte oscura – pagliaccio e Rosy (Mary J Blige), una orsacchiotta coraggiosa che appare burbera e rigida ma non sempre le cose sono come appaiono. Nonostante le reticenze, anche per loro è necessario incrociare le strade con Ollie: sebbene non vivano lo stesso tipo di smarrimento che vive lui, anche loro stanno vagando. Si vive un’emozione molto forte perché lungo questo viaggio il fiato è sospeso, si partecipa all’Odissea di Ollie che è toccato dai ricordi belli o dolorosi che riaffiorano alla sua mente e lo spingono verso il suo amato Billy, e anche a quella dei suoi compagni che porteranno a galla altre storie altrettanto strazianti e struggenti.

Lost Ollie: un mix di delicatezza, tenerezza, malinconia e struggimento che tiene legati insieme un bambino e il suo coniglietto di pezza

Lost Ollie è una meraviglia per gli occhi, è la narrazione di due bambini perduti che compiono, nello stesso momento, un viaggio e alla sua conclusione probabilmente non saranno più gli stessi, saranno cresciuti, maturati. La serie, composta di quattro episodi, è dolce, magica e tenera, attinge a piene mani in un certo mondo, favolistico ma anche spaventoso come solo le storie dei più piccoli sanno essere, capaci di dialogare con le stanze più buie, si fa riferimento a Mark Twain, a il Mago di Oz – non a caso si parla di un altro viaggio e di un altro ritorno. La miniserie è toccante, delicata, commovente, fa tornare bambini, al tempo in cui ciascuno aveva il proprio coniglio di pezza, fa sorridere con le lacrime agi occhi e piangere per il dolore, si prova rabbia e ci si sente traditi perché la vita è ingiusta eppure alla fine i piccoli grandi eroi sono baciati dalla fortuna e da una buona stella.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.2

Tags: Netflix