L’Opéra: recensione della serie Sky

Dal 12 marzo arriva su Sky la nuova serie di produzione francese ambientata nel mondo della danza classica.

Una étoile sull’orlo del licenziamento, una giovane ballerina nera che lotta per entrare nel corpo di ballo, un nuovo direttore che scopre quanto può essere dolce il sapore del potere. Sono questi i tre personaggi principali della serie francese L’Opéra, trasmessa su Sky Serie a partire da sabato 12 marzo 2022.
Lo show, di genere drammatico, è composto da 8 episodi ed è andato in onda in Francia nell’ottobre del 2021. La creatrice della serie, Cécile Ducrocq, pur non essendo un’esperta dell’ambizioso mondo del balletto, si è rivelata abile nella messa in scena dei rapporti di potere che si creano all’interno di questo ambiente.
L’interprete principale della serie è Ariane Labed, attrice e regista francese, moglie del regista greco Yorgos Lanthimos.

L’Opéra: la trama della serie TV in onda su Sky

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La serie è ambientata nel famoso Palazzo Garnier di Parigi – teatro che ospita la compagnia di balletto dell’Opéra national de Paris – e ruota attorno alle vite di tre personaggi che lottano per il successo in un mondo emotivamente e fisicamente esigente.
Zoé (Ariane Labed) è l’ex stella della compagnia. Un grave incidente sul palco ha messo fine alla sua brillante carriera, spingendola in un tunnel di alcol e droghe. La donna ha per mesi trascurato le prove, accontentandosi di ruoli marginali, e il suo corpo – ovvero il suo strumento di lavoro – ha perso la potenza e la precisione di un tempo. Pertanto Zoé, compiuti i 35 anni, viene messa alle strette e minacciata di essere licenziata, creando di fatto un precedente: da regolamento, l’istituzione permette alle étoile la permanenza all’interno della compagnia fino ai 42 anni. La protagonista dovrà darsi da fare per meritarsi una seconda occasione e sconfiggere i suoi demoni interiori.

A intraprendere azioni legali contro la protagonista, indirizzando L’Opéra verso una strada sempre più rigorosa e intransigente, è il nuovo direttore, l’ambizioso Sébastian (Raphaël Personnaz).
Tra coloro che coloro che invece aspirano ad ottenere il successo all’interno del corpo di ballo, c’è la diciannovenne Flora (Suzy Bemba), una giovane ballerina nera ammessa alla compagnia come soprannumeraria. La ragazza fin da subito dovrà scontrarsi con un mondo elitario e razzista, che cerca di soffocare il suo talento.

Questi tre personaggi guidano lo spettatore all’interno di Palazzo Garnier, conosciuto anche come L’Opéra. Un’istituzione simbolo di perfezione, nonché palestra dei migliori ballerini del mondo ma anche teatro di battaglie tra tradizione e modernità.

La danza come specchio della società

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Aldilà degli ingredienti narrativi, di cui parleremo nelle prossimi righe, l’aspetto più interessante della serie è senz’altro la magnificenza estetica. Lo show è stato realmente girato all’interno di Palazzo Garnier, pertanto l’impatto visivo è emozionante: il teatro immenso, il rumore dei passi sul palco, le coreografie, il sudore dei ballerini.
Oltre al lato estetico, è chiaro che la serie utilizza l’espediente della danza per raccontare ciò che accade all’interno di un ambiente chiuso ed esclusivo. Un ambiente che riflette ciò che accade a livello macro nella società: ci sono dei “pochi” che detengono il potere e che lo utilizzano per dettare regole rigide a cui bisogna sottostare se si vuole continuare a far parte di quel mondo.

L’Opéra sceglie di infrangere quell’immagine poco realistica che film e serie tv hanno contribuito a divulgare della danza, fatta unicamente di tutù e piroette.
Per la scelta dei temi trattati, lo show si avvicina molto al celebre horror psicologico di Darren Aronofsky Il cigno nero (2010). Oltretutto, Ariane Labed – l’interprete più convincente dello show – ricorda moltissimo il personaggio interpretato da Natalie Portman. Anche lei, come Nina, perde la presa sulla realtà e il suo sguardo allungato e penetrante è allo stesso tempo eloquente e ambiguo.
È stata coraggiosa la scelta della creatrice di non incentrare la serie su una giovane ragazza che insegue il suo sogno di diventare ballerina. Zoé era in cima e poi è caduta. Non è più giovanissima ed è piena di contraddizioni: per ogni decisione giusta che prende, ne sceglie altre dieci discutibili. Questo la rende incredibilmente umana e la sua storia può parlare a molti.

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La parte della giovane ballerina che insegue il suo sogno è invece affidata al personaggio di Flora. La giovane, prima di dedicarsi interamente alla danza classica, era una ginnasta. Pertanto è abituata al lavoro di squadra, a ricevere supporto. A l’Opéra dovrà scontrarsi immediatamente con un mondo che è l’esatto opposto di quello che conosce: un ambiente competitivo e razzista, che cerca di respingerla. Emblematica è la scena in cui la ragazza è sul punto di entrare in scena alla prima de Il lago dei Cigni ma avendo dei capelli “difficili da trattare”, come sottolinea la costumista, viene rapidamente sostituita da una collega bianca, con i capelli lisci. Una scena che in pochi secondi spiega come il razzismo sia radicato all’interno della società e si manifesti nella quotidianità.

L’Opéra: considerazioni finali

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Se da un lato è ammirevole che la serie abbia scelto di affrontare questioni molto attuali all’interno di un contesto originale, dall’altro non sembra andare a fondo a queste tematiche, finendo per accarezzarle con superficialità. Si parla di razzismo, di relazioni omosessuali, di sessismo, ma queste storie vengono sviluppate in maniera quasi stereotipata.
Degli 8 episodi che compongono la prima stagione, abbiamo visto solo i primi 4, quindi siamo ancora a metà di una storia che – nonostante non riesca a liberarsi di un’impronta in parte “telenovellistica” – ha indubbiamente il suo fascino. Intanto, sappiamo che lo show è stato ben accolto in patria e che la seconda stagione è già in produzione.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 4
Recitazione - 2.5
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.2

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