Long Story Short: la recensione della serie animata di Netflix

Dal creatore di BoJack Horseman, Long Story Short è un'irriverente serie animata su una moderna famiglia ebrea.

L’ideatore di BoJack Horseman, Raphael Bob-Waksberg, firma Long Story Short, una nuova comedy di Netflix animata in cui racconta la storia di una famiglia ebrea. Ogni episodio si concentra su un periodo specifico della vita di tre fratelli, Shiva, Avi e Yoshi, che rievocano momenti dalla loro infanzia fino all’età adulta. La narrazione non è in ordine cronologico, ma segue diversi momenti specifici della vita dei tre protagonisti attraverso tre decenni: dagli inizi degli anni Novanta, la narrazione spazia attraverso gli anni Duemila, arrivando fino al dopo Covid-19. In dieci episodi, Long Story Short è un ritratto emotivo, divertente ma allo stesso tempo malinconico di una famiglia moderna che ogni giorno affronta diverse problematiche: le relazioni sentimentali, i legami, il lavoro, gli stereotipi, in una società in continua evoluzione.

Long Story Short: una serie dotata di un umorismo particolare non adatto a tutti

Tutto inizia in un momento del 2004 in cui Avi presenta la sua fidanzata Jen alla famiglia. La ragazza – e direttamente anche lo spettatore – conosce per la prima volta l’eccentricità degli Schwooper: rumorosi, particolari, ciascuno con mille difetti. Nonostante l’impatto, Jen accetta di far parte di questa esuberante famiglia: e da là partirà la storia. Nei suoi dieci episodi, quasi autoconclusivi, Long Story Short offre uno spaccato di vita dei suoi protagonisti, raccontandoli con un mix di assurdità, grottesco e drammaticità, concludendosi con una sorta di nostalgia. Tre generazioni a confronto tra genitori, figli e nipoti. La serie animata è dotata di una scrittura intelligente, a volte sofisticata, in cui si evince la voglia di sdrammatizzare i momenti più tragici (come i lutti in famiglia) con una sottile ironia, senza però mancare di lasciare un senso di moralità. Long Story Short ha un umorismo particolare, e certamente la sua visione non è adatta a un pubblico giovane, mentre gli adulti riusciranno a coglierne tutte le sue sfumature. Si parla di svariati argomenti, dalla vita all’amore e dalla morte al dolore.

La costruzione degli episodi non è fatta in ordine cronologico, e può capitare di trovarsi nel 1998 e poi nel 2021, tornando infine a ritroso nei primi anni Duemila. Questo “giocare” con i meccanismi temporali non tocca la narrazione, e arrivando all’ultimo episodio il pubblico può davvero sentirsi parte di questa famiglia poiché è riuscito ad assaporare ogni momento dei suoi protagonisti. Shiva è una giovane lesbica indipendente che fin da subito mostra il suo carattere; Avi, il fratello maggiore, è insicuro e spesso non offre quelle perle di saggezza che ci si potrebbe aspettare; Yoshi, invece, è il più piccolo di casa, e ha un carattere fuori dal normale, tant’è che spesso finisce nei guai. I genitori, Naomi ed Elliot, sono molto protettivi, tranne la matriarca, la quale appare come un personaggio spesso “soffocante” a cui sembra non importare granché dei suoi figli. Al di là del suo atteggiamento austero si nasconde una donna dotata di gran cuore.

Long Story Short: valutazione e conclusione

Long Short Story possiede una scrittura intelligente che porta lo spettatore a incuriosirsi per scoprire cosa accadrà dopo. Ogni episodio sembra autoconclusivo poiché si riferisce a un determinato periodo nella vita degli Schwooper, ma in realtà sono tutti passelli di un puzzle che trovano una loro completezza solo nel finale di stagione. Un nuovo lutto in famiglia fa in modo che tutti i suoi componenti si riuniscano per celebrare la vita e la morte dei loro cari, dando un senso di chiusura ma anche tanta malinconia per quei periodi spensierati della loro infanzia e adolescenza che non torneranno più. Proprio come in BoJack Horseman, l’ideatore Raphael Bob-Waksberg obbliga lo spettatore a riflettere sul senso della vita e sull’importanza di costruire legami duraturi.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.7

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