Il Mistero dei Templari – La serie: recensione dei primi episodi, su Disney+

Il mistero dei Templari - La serie è uno spin-off senza appeal e che fa leva inutilmente sull'immaginario disneyano, disponibile su Disney+ dal 14 dicembre 2022.

Mistero, azione e dei giovani adulti alla ricerca di tesori nascosti. I figli de I Goonies, ci sentiamo di chiamare così i prodotti di tale genere. L’avventura come mezzo di crescita, l’amicizia quale forza catartica e un vecchio detentore di segreti. Tale è la struttura su cui si appoggia Il mistero dei Templari, la serie spin-off dell’omonimo film con Nicholas Cage. Sono passati quindici anni dal secondo capitolo del franchise, tempo in cui molto è cambiato a livello sociale quanto culturale. La serie cerca di stare al passo, ma scivola rovinosamente nel già visto e in alcuni casi nel troppo accentuato. Come una pallina da ping pong, il racconto salta da un lato all’altro, senza trovare mai il proprio posto e senso.

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Il mistero dei Templari è la serie delle coincidenze, dei personaggi capaci di affrontare l’impossibile senza alcun background che lo giustifichi. Non solo, la storia viene condita con riferimenti ad altre saghe della Disney, come se fosse un spot pubblicitario dello store. Molto non ci ha convinto del viaggio di questi personaggi, bidimensionali e stereotipati. A nulla vale l’intento di renderli moderni e attuali, tra content creator e fanatici delle sneakers. Tuttavia, il vero problema della serie è la sua mancanza di appeal, di quel qualcosa che ci tenga incollati quasi per magia.

Il mistero dei Templari - La serie: recensione ; Cinematographe.it

Insomma, la creatura dei coniugi Wibberley manca di sorprendere. Sulla piattaforma sono disponibili dal 14 dicembre i primi due episodi, ma ci si chiede quale sarà la spinta che ci farà andare oltre. Detto ciò, siamo difronte ad un cast multietnico e multirazziale, in cui ritornano alcune vecchie glorie dei primi film della saga, da Harvey Keitel a Justin Bartha. Ma entriamo nel particolare.

Il mistero dei Templari – La serie e la ricerca di un tesoro nascosto

Il mistero dei Templari - La serie: recensione; Cinematographe.it

Il mistero dei Templari – La serie vede protagonista la giovane Zendaya, no scusate Lisette Alexis nei panni di Jess Morales. La giovane, rimasta orfana di genitori, ha una forte passione per gli enigmi e la storia. Vive con i propri amici, un gruppo eterogeneo e unito, e lavora in un complesso di garage. Quando in uno di questi troverà vari oggetti di origine massonica, per lei si aprirà la strada dell’avventura. Il garage appartiene infatti all’ex agente Sadusky (Harvey Keitel) che la indirizzerà verso la ricerca di un tesoro collegata al padre. Ma non è la sola sulle tracce del bottino nascosto, infatti una trafficante d’antichità le metterà i bastoni tra le ruote. La Billie di Chaterine Zeta-Jones è un personaggio spietato, che non si farà scrupoli ad utilizzare qualsiasi mezzo pur di raggiungere il proprio scopo.

Un incipit abbastanza basilare, in cui abbiamo riscontrato non poche coincidenze. Jess, per esempio, è abile con gli enigmi e caso vuole che il padre fosse un cercatore di tesori. Non solo, la ragazza scopre il garage di Sadusky mentre è lavoro e l’uomo è legato a stretto filo con i genitori. Queste sono solo alcune delle convergenze che il tavolo di scrittura ha deciso di utilizzare, forse troppe. La narrazione de Il mistero dei Templari – La serie poggia su un fragile castello di carte. La sospensione d’incredulità stenta ad accendersi, e il tutto ci sembra fin troppo raffazzonato.

Come dicevamo, i protagonisti agiscono come se dalla ricerca del tesoro dipendesse la loro vita, e in un certo senso è vero. Billie è alle loro calcagna, ma solamente perché Jess si rifiuta di darle l’indizio richiesto. Il suo rifiuto, seguito dalla ricerca spasmodica della verità, non trova nessun appiglio con la realtà. Non vi è riluttanza alcuna nelle azioni del personaggio, che si muove avanti perché mosso dai fili della scrittura. I companion viaggiano sulla stessa strada, aiutandola invece di dissuaderla (a parte qualcuno), come se rapimenti e minacce fossero all’ordine del giorno; l’immedesimazione stenta ad arrivare.

Un grande spot per il catalogo di Disney+

Siamo difronte ad un prodotto per un determinato target, questo è vero. Tuttavia, altre serie di genere teen adult riescono comunque a donare una certa realtà alla personalità dei personaggi. Il mistero dei Templari – La serie manca il bersaglio, e porta in scena degli automi privi di libero arbitrio. Dobbiamo dirlo, Lisette Alexis è la perfetta sosia di Zendaya e la produzione non fa nulla per nasconderlo anzi, ci marcia sopra. L’attrice porta lo stesso taglio di capelli della star di Dune, nonché lo stesso outfit della M.J. della saga di Spider-Man. Non solo, sembra quasi che anche la recitazione tenti di copiare la personalità di Zendaya. La nostra è una supposizione, ma se prendiamo in considerazione il banner della serie, Lisette Alexis sembra proprio la sua doppelganger.

Inizialmente abbiamo parlato anche degli accenni alle altre saghe Disney. La serie ricopre il proprio set con pupazzi di Baby Yoda e Funko Pop di Thor, a ricordarci che questa è la casa di Topolino; come se ce ne fosse bisogno. Lo stesso espediente lo avevamo osservato in Eternals, quando Icaris si copriva il viso con un libro di Star Wars. Perché parliamo di questo e cosa c’entra con Il mistero dei Templari – La serie? Questi escamotage per vendere merchandising privano il racconto di una propria identità. Non sentiamo il bisogno di vedere di peluche starwarsiani o personaggi Marvel, la serie dovrebbe raccontare la propria storia, senza far leva per forza su fattori conosciuti.

Il mistero dei Templari - La serie: recensione; Cinematographe.it

Lo stesso principio si può applicare al personaggio di Jess che, nella sua somiglianza a Zendaya, crea un inevitabile collegamento all’Arrampicamuri. Se è uguale alla tanto amata star il pubblico non potrà che amarla. Il mistero dei Templari – La serie fa uso di un citazionismo subdolo ed extra narrativo, ma tolto quello nulla rimane. La storia percorre strade già battute, come se al tavolo di scrittura si fossero adagiati sugli allori, forti delle loro trappole.

Cosa ci vuole raccontare Il mistero dei Templari – La serie?

Tornando alla storia, le coincidenze la fanno da padrone quanto una certa irrealtà degli eventi. I personaggi riescono a seminare e fregare un’arguta cacciatrice di tesori che naviga nell’oro. Billie possiede tutta la tecnologia di questo mondo, agenti che lavorano per lei e un jet provato. Ma no, si fa fregare da un gruppo di giovani che fino al giorno prima giocava nelle escape room. Voi direte che questo succede in molti prodotti di genere, ma non è del tutto vero. Per quanto i protagonisti spicchino per acume o forza, sono sempre aiutati da un mentore o da una figura sovrumana. Ne Il mistero dei Templari – La serie non c’è niente di tutto ciò e non possiamo che storcere il naso.

Il villain di Chaterine Zeta-Jones racchiude a sé ogni di cliché, mancando di sorprenderci come nemesi di Jess. Siamo solo ai primi due episodi, e molto può ancora cambiare nel corso della stagione. Il mistero su Salazar e lo stesso capo di Billie sarà il fulcro della storia, il problema è che non ci sentiamo minimamente coinvolti nella ricerca del tesoro. Quest’ultimo sembra essere un enorme McGuffin e la storia un’altra, ma non sappiamo ancora quale. Cosa ci vuole raccontare Il mistero dei Templari? Il dubbio ci assale costantemente nel corso delle puntate, non in grado di darci una risposta. La serie sembra essere soltanto un prodotto di mercato, una delle tante derivazioni della grande macchina disneyana.

Il mistero dei Templari - La serie: recensione; Cinematographe.it

È un peccato, perché l’idea di partenza avrebbe potuto condurre a qualcosa di interessante e divertente. Se pensiamo al riuscitissimo Jungle Cruise, gli spunti c’erano tutti e un maggior investimento, soprattutto sulla CGI, avrebbe giovato non poco. Il mistero dei Templari – La serie fa il passo più lungo della gamba, mostra le proprie trappole con ingenuità pensando che non ce ne saremmo accorti; ci dispiace, ma le abbiamo viste.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 1

1.8