I cavalieri di Castelcorvo: recensione finale della serie Disney+

Degli spunti narrativi accattivanti guidano un cast di giovanissimi attori affiatati. I cavalieri di Castelcorvo, nonostante un budget contenuto, ha del potenziale sfruttato dignitosamente.

Dal 6 novembre, la piattaforma Disney+ ha deciso di proporre una serie tutta italiana che si affaccia al mondo fantasy: I Cavalieri di Castelcorvo. La storia, creata da Simona Ercolani e Angelo Patore, è incentrata su un gruppo di quattro ragazzi – Giulia (Lucrezia Santi) , Riccardo (Fabio Bizzarro), Betta (Margherita Rebeggiani) e Matteo (Mario Luciani) – che affrontano le insidie e i pericoli del paese di Castelcorvo, popolato da presenze oscure e una strega malefica, la Stria (Angela Tuccia). Nel tentativo di contrastare una forza misteriosa, devono far affidamento al loro coraggio e allo spirito di squadra per prendere parte all’ordine dei Cavalieri, diventando i nuovi guardiani di Castelcorvo. I ragazzi scopriranno anche un luogo inesplorato, l’Altrove: un punto di non ritorno per giovani vittime della Stria, una trappola all’interno della quale i ricordi possono scomparire per sempre.

Un fantasy a basso budget con tanta inventiva e fervido spirito di collaborazione

i cavalieri di castelcorvo recensione serie disney+ cinematographe.it

La serie Disney+ può contare su uno spunto di base ben integrato, che si evolve in fase di sviluppo fino a stabilire due principali atti: la conoscenza di un paesino non esplorato a fondo, Castelcorvo, e successivamente la rivelazione dell’Altrove. Con questi due blocchi narrativi, la scrittura può dedicarsi alla presentazione e alla definizione di un gruppo di protagonisti solari, combattivi e sempre pronti a mettersi in gioco per ribaltare le sorti dell’avventura. Ad ognuno dei quattro ragazzi – potenziali cavalieri modellati da un crescente senso del dovere – viene riservato il giusto spazio per poter addentrarci nelle loro criticità, imperfezioni e qualità che possono fare la differenza nei momenti più concitati.

Giulia e Riccardo sono due fratelli svegli, dalla battuta pronta, tenuti temporaneamente a bada da zia Margherita (Giada Prandi); provengono dal centro urbano e, colti da un’improvvisa curiosità, esplorano ogni anfratto nascosto di Castelcorvo, una località che si estende in altezza e circondata dal verde. Faranno la conoscenza di Betta e Matteo, due inseparabili amici dall’energia inesauribile, incaricati di svolgere il ruolo di guida ai nuovi arrivati . Dal castello delle Sorelle Pazze, al tenebroso covo della Stria fino alle chiavi di accesso per il mondo dell’Altrove, la serie si trattiene dal rivelare ogni informazione essenziale nelle prime puntate. L’inventiva sta nel moderarsi con le svolte, mostrando un puzzle sempre più esteso da metà narrazione, che coinvolgerà due realtà agli antipodi legati dai ricordi e dall’importanza che questi possono acquisire.

I Cavalieri di Castelcorvo: la regia delle puntate è asciutta, essenziale e con poco mordente per favorire l’intesa fra i personaggi

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La regia e la fotografia impiegata non vanno di pari passo con il clima entusiastico e il legame creato sul set dagli attori protagonisti. Potrebbero risultare aspetti critici, che rischiano di minare l’intera esperienza di visione, ma la stesura di una storia efficace e a misura di bambino va elevandosi dalle pecche che vengono riscontrate. Le due location di Castelcorvo e dell’Altrove sono al centro di una battaglia intestina fra bene votato alla giustizia e un male insidioso che vuole ottenere l’eterna giovinezza. Nel mettere in scena le due fazioni, la serie Disney+ presenta un cast affiatato e divertito, capace di creare un’atmosfera leggera e scanzonata che richiama fortemente le produzioni italiane Disney Channel dei primi anni ’00.

Un altro punto a favore è dato da una serie quasi infinita di indovinelli, enigmi ambientali e trabocchetti da superare e risolvere: ogni puntata ci riserva una sfida sempre più decisiva, che conduce ad un finale rivelatore che è libero di mostrare una venatura sentimentale, lontana dall’essere stucchevole. Per essere una produzione dedicata esclusivamente ad un target di giovanissimi, I Cavalieri di Castelcorvo può contare su personaggi simpatici e intraprendenti, un background degnamente sviluppato nei riguardi della Stria e del suo rifugio nascosto agli occhi dei mortali, e un tema musicale – quello principale della sigla d’apertura – arrangiato a seconda del grado di tensione o di dolcezza da immettere nel corso delle puntate.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Recitazione - 3
Fotografia - 2.5
Sonoro - 3
Emozioni - 3

2.8