Figli del Destino: recensione della docufiction in onda su Rai Uno

In occasione della Giornata delle Memoria, Rai Fiction propone Figli del Destino, una tra le sue più ambiziose e curate produzioni degli ultimi anni, per la regia di Marco Spagnoli e Francesco Micciché, incentrata sulla tragedia delle Leggi Razziali ed il doloroso cambiamento che portò nella vita di quattro giovani bambini italiani. Sulle loro testimonianze, i loro ricordi, è basata la sceneggiatura di Spagnoli e Luca Rosi, che si pone come obbiettivo quello di onorare la memoria, le sofferenze, l’eredità storica di quanti sopravvissero a quell’incubo infernale che fu l’Olocausto.

Promo Figli del Destino 23.01.19 – Raiuno

Promo Raiuno – Figli del Destino, 23 gennaio 2019

Gepostet von Marco Spagnoli am Montag, 14. Januar 2019

Figli del Destino vede protagonisti i difficili anni della giovinezza di Liliana Segre (Chiara Bono), Guido Cava (Lorenzo Ciamei), Tullio Foà (Catello Aflonso di Vuolo) e Lia Levi (Giulia Roberto), la cui esistenza fu sconvolta dalla decisione di Mussolini di promulgare quell’insieme di norme, provvedimenti legislativi e amministrativi poi noti con l’infame nome di Leggi Razziali.
In un iter che si snoda da nord a sud, portando lo spettatore da Napoli a Milano, da Pisa a Roma, Figli del Destino abbraccia la felice idea di unire ad un tempo scene di finzione (ricreate grazie alle scenografie di Nino Formica, ai costumi di Stefano Giovani e a ricerche storiche minuziose) con materiale di repertorio fornito dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, dall’Istituto Luce Cinecittà, Rai Teche e dal prestigioso United States Holocaust Memorial Museum.
Il risultato finale di tale operazione è sicuramente efficace, tanto più per la presenza tutt’altro che secondaria, all’interno dell’iter narrativo, della voce, degli sguardi e ricordi dei protagonisti. Il tutto dona al racconto una grande intensità, crea un effetto flashback originale e di grande impatto.

Figli del Destino ci fa viaggiare nell’Italia infangata dalle Leggi Razziali senza retorica

Figli del Destino Cinematographe.it

Ciò che colpisce positivamente di Figli del Destino è soprattutto l’assenza di quella retorica, quel sentimentalismo spicciolo ed eccessivo, che sovente prodotti simili hanno abbracciato, rovinando potenzialità e premesse.
Qui invece, oltre ad una regia sempre puntuale, mai scolastica o banale, vi è la chiara intenzione di voler spostare il punto di vista delle telecamera verso il basso, abbracciando in pieno la visione del mondo e della realtà, così come fu vista dai quei bambini sovente ignari di ciò che succedeva dentro le loro vite.
La voce narrante di Neri Marcoré si inserisce garbata tra le immagini, i ricordi, di un paese sempre più distrutto, imbarbarito, impoverito, dove l’idiozia razzista mussoliniana viene mostrata in tutta la sua cruda barbarie quotidiana.

Ecco proprio la quotidianità è assolutamente centrale in Figli del Destino, la sua essenza ed assenza, nel bene e nel male, sono al centro di questo viaggio della memoria, dove oltre ai giovani protagonisti, si muove un cast formato da Massimo Poggio, Massimiliano Gallo, Valentina Lodovini, Jesus Emiliano Coltorti, Giuseppe Pestillo e Patrizio Rispo, tutti impegnati nell’interpretare i mille volti e le mille sfumature di quell’umanità sballottata dalla guerra.
Una guerra, un olocausto, che le parole di quei bambini di un tempo, oggi anziani ancora indomiti nella loro crociata dei ricordi e della memoria (in un Paese che storicamente di memoria ne ha sempre avuta poca) rivivono grazie ad una suggestione, un’emotività che Figli del Destino trasmette costantemente.

Figli del Destino: un omaggio alla bellezza di aiutarsi a vicenda

Figli del Destino Cinematographe.it

Discreto, rispettoso, Figli del Destino è anche l’omaggio non solo a quei bambini, al loro doloroso percorso di vita in quegli anni turbolenti (quello della Segre su tutti), ma anche un accorato appello a quella tipica virtù italiana di aiutarsi, aiutando gli altri.
Perché se da una parte è vero che rimaniamo un popolo difficile, sovente gregge informe facile da ingannare, è anche vero che nella rivolta di Napoli contro il nazista, nei mille piccoli sotterfugi e gesti di solidarietà di quegli anni, questa docu-fiction ci ricorda che proprio dalla quest’innata italica anarchia, scaturirono momenti di nobiltà contro un razzismo che non capivamo e non accettavamo. All’epoca almeno.
Tutto in questo viaggio del tempo, dalle classi separate per i bimbi ebrei al campo di Auschwitz, dalla clandestinità ai viaggi della speranza per la Svizzera, è mostrato seguendo un intento chiaramente espressivo più che descrittivo o realista, che rimane in modo chiaro legato al punto di vista dei suoi piccoli protagonisti.

Umile, mai scontato, accattivante e potente nella sua talvolta cruda reminiscenza di quegli atroci momenti, Figli del Destino centra sicuramente il bersaglio, e si propone come uno dei più originali e sinceri omaggi degli ultimi anni alla Giornata della Memoria.
La speranza è che, anche per il futuro, tale prodotto nelle sue finalità e modalità espressivo-narrative, non rimanga un caso isolato.

I Figli del Destino va in onda mercoledì 23 gennaio 2019 alle 21:25 su RAI 1.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.4

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