Dopesick – Dichiarazione di dipendenza: recensione della serie TV Disney+

Tratta da una storia vera, Dopesick racconta il lato oscuro dell'industria farmaceutica e, nonostante i difetti, riesce a farsi apprezzare.

Dopesick – Dichiarazione di dipendenza, in uscita il 12 novembre 2021 su Disney+, creata da Danny Strong, scrittore e regista della maggior parte degli episodi, e ispirata al best-seller omonimo del 2018, Dopesick: Dealers, Doctors and the Drugs Company that addicted America, scritto dalla giornalista Beth Macy, è una straziante opera di otto episodi che cattura l’incredibile e terrificante ascesa della “epidemia” di oppiacei causata dalla vendita massiccia di OxyContin tra il 1996 al 2005. La devastazione umana, che atti egoistici volti al mero profitto hanno messo in atto, è raccontata attraverso le storie intime e profondamente avvincenti dei singoli personaggi.

I tanti personaggi di Dopesick le cui storie raccontano un triste capitolo di storia.

 

Dopesick è una storia con più inizi, molteplici linee narrative alternate e numerosi personaggi le cui storie si intrecciano. La tragica storia ha inizio nel 1996 quando Richard Sackler (Michael Stuhlbarg) investe milioni di dollari dell’azienda di famiglia, la Purdue Pharma, nello sviluppo di OxyContin, in italiano ossicodone, un oppioide usato come antidolorifico e che venne distribuito alla fine degli anni novanta con una speciale etichetta che affermava la sicurezza del farmaco sostenendo che non generava dipendenza nei pazienti. Nel frattempo Billy Culter (Will Poulter) viene assunto come rappresentate farmaceutico nell’area delle miniere degli Appalchi dove propone il nuovo miracoloso farmaco a vari medici tra cui Samuel Finnix (Michael Keaton) che, convinto dell’efficacia del farmaco, lo prescrive alla sua paziente Betsy (Kaitlyn Dever), una giovane minatrice che ha subito un infortunio alla schiena.

Dopesick - Dichiarazione di dipendenza cinematographe.it

Facendo un balzo nel futuro, la serie ci porta dinnanzi alle indagini di condotte da un agente della DEA Drug Enforcement Administration (Rosario Dawson) e da due avvocati della procura di stato (Peter Sarsgaard John Hoogenakker), i quali separatamente iniziano a indagare sul forte aumento di crimini violenti e abbandono di minori, eventi che si dimostrano collegati a prescrizioni di OxyContin e al successivo sviluppo di una dipendenza al farmaco.

Quando il “mostro” è reale e terrificante

Dopesick - Dichiarazione di dipendenza cinematographe.it

Intrisa di blu e grigi, con un tono narrativo stoico, Dopesick è una ricostruzione storica ricca di fatti di cronaca strazianti che rendono la visione ostica e leggermente agonizzante. Strong riesce a raccontare in modo avvincente gli eventi che hanno segnato dieci anni di storia americana, ma ci sono così tante cose da scoprire in questa vicenda di cronaca, così tanto male e dolore, che la distanza tra causa ed effetto e tra le molte storie che si intrecciano, richiede molta attenzione, specialmente a fronte di una serie che non è riuscita a trovare un ritmo definito e coinvolgente, preferendo l’uso di stilemi tradizionali – operati con estrema cura e bravura – sopra tutti il sonoro che segue tutte le regole implicite dei thriller di cronaca creando melodie ricche di pathos, ma dimenticabili.

Dalla scrittura della sceneggiatura fino alla realizzazione del montaggio, la serie riesce in un’opera notevole: individuare i punti salienti della storia trasformandoli in una narrazione avvincente. Quello che manca è quell’elemento peculiare, l’individuazione del ritmo giusto con cui raccontare la propria storia. Questo è un elemento fondamentale nelle narrazioni audiovisive poiché determina il coinvolgimento dello spettatore e contraddistingue la storia. Dopesick è una opera che incuriosisce per la sua stessa natura, una storia di cronaca terrificante che fa dubitare di coloro che dovrebbero avere cura delle persone, invece che sfruttarle, l’ottima sceneggiatura e il grandioso cast, però, non riescono a sopperire all’ampolloso e un po’ caotico puzzle televisivo.

Tuttavia, anche con i suoi difetti, Dopesick trasmette in modo straordinario, senza prediche, l’impatto devastante degli oppioidi sugli individui e sulle comunità in cui vivono, sottolineando l’enorme potere di Purdue.
Purdue Pharma operò in modi insidiosi al fine di far accrescere le prescrizioni di ossicodone nella comunità medica affermando che meno dell’1% dei pazienti avrebbe potuto sviluppare una dipendenza. Dopesick è terrificante poiché anche se il “mostro” è interpretato da Sackler come il cattivo impacciato di un film di Bond, minaccioso e arrogante, quel mostro è reale e rappresenta quell’avarizia cieca che la nostra società premia troppo spesso, senza fare domande, finendo per distruggere tutto e tutti coloro che si trovano sulla loro strada in nome del profitto.

Oltre a Richard Sackler, sono diversi gli attori che regalano grandi interpretazioni in Dopesick, il primo di questi è Michael Keaton, straordinariamente commovente nei panni di Samuel Finnix, dottore devoto al suo lavoro e ai suoi paziente che non ha ancora superato completamente il lutto della moglie. Nel corso degli episodi costruisce una sensazione di straziante dolore e agonia che coinvolgerà in particolare la sua relazione con Billy, Poulter, colui che volontariamente o involontariamente lo convince della sicurezza di Oxicon, e con Betsy, colei che rimarrà intrappolata in un corpo non più suo. Interpretata dalla giovanissima ma straordinaria Kaitlyn Dever, dopo Booksmart e Unbelievable, l’attrice dimostra nuovamente la sua bravura nell’aver raccontato la discesa nell’abisso della tossicodipendenza.

Dopesick - Dichiarazione di dipendenza cinematographe.it

È quinto il momento di ridefinire la natura del dolore.

Dopesick racconta il lato oscuro dell’industria del dolore, dove l’importante è il profitto a dispetto delle persone che soffrono, ecco perché nonostante i suoi difetti, ogni episodio è interessante nei suoi risvolti più drammatici e nelle rivelazioni schiaccianti, poiché viene raccontato tutto: le bugie, l’avidità, le manipolazioni e nessuno ne esce pulito, indipendentemente da quali fossero le loro “buone” intenzioni. Questa è la resa dei conti per il dolore che hanno causato promettendo di curarlo.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.6